Caio Giulio Cesare

Materie:Appunti
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Testo

Genova, 11 ottobre 1999

VITA, OPERE E STILE DI CAIO GIULIO CESARE (100 A.C. - 44 A.C.)

• 13 luglio 100: Cesare nasce a Roma da una famiglia patrizia che vanta una mitica discendenza da Iulo, figlio dell'eroe troiano Enea.

• Ben presto si attira l'avversione dell'oligarchia senatoria in quanto si lega ai populares. Questo perché, oltre che essere nipote di Mario, sposa Cornelia, figlia di Cinna, e questi due sono i massimi esponenti del partito democratico. Inoltre, sempre per lo stesso motivo, è costretto ad allontanarsi da Roma.

• Dopo la morte di Silla, torna a Roma e si afferma come oratore.

• 68: inizia il suo cursus honorum come questore in Spagna; seguiranno edile (65), pontefice massimo (63), pretore (62) e propretore in Spagna (61).

• 63: sembra non sia stato estraneo ai progetti rivoluzionari di Catilina, pur senza partecipare direttamente alla congiura. Nel processo ai congiurati cercò di salvarli dalla pena capitale.

• 60: forma con Crasso e Pompeo il primo triumvirato.

• 59: diventato console, fa approvare, oltre a due leggi agrarie in favore dei veterani di Pompeo, anche un'altra legge che ne riconosce l'operato in Asia, in aperto contrasto con il Senato.

• 58: tramite un plebiscito, ottiene il proconsolato nella Gallia Cisalpina e della Gallia Narbonese per l'eccezionale durata di cinque anni, ai quali, in seguito, ne vengono aggiunti altri cinque (Convegno di Lucca).

• 58-51: conquista della Gallia:

• coglie due ottime occasioni d'intervento nella Gallia Transalpina dalla penetrazione degli Elvezi nel territorio degli Edui, alleati di Roma, e dalle minacce delle tribù germaniche di Ariovisto ai popoli gallici;
• conduce alcune campagne nelle regioni settentrionali, sottomettendo la Gallia Belgica;
• respinge e stermina altre tribù germaniche che avevano osato passare il Reno;
• compie due spedizioni in Britannia (55-54) costringendo le popolazioni locali a dichiararsi tributarie;
• respinge alcune rivolte scoppiate in sua assenza, principalmente contro Eburoni, Trèviri e Svevi;
• divampata una seconda e più temibile ribellione delle tribù del centro, guidate dagli Arverni, riesce a domare la situazione e, ad Alesia, costringe alla resa il capo dei ribelli, Vercingetorìge.

• 53: in seguito alla morte di Crasso e di sua figlia Giulia, che aveva sposato Pompeo, il primo triumvirato si può considerare dissolto.

• Stando per scadere il suo proconsolato, Cesare, per non ritrovarsi inerme a Roma, decide di candidarsi al consolato per il 48. Ma il Senato e Pompeo, in base ad una legge che impone la personale presenza in città dei candidati alle magistrature, ingiungono a Cesare di lasciare la Gallia, di deporre il comando e di rientrare a Roma come semplice cittadino. Cesare, consapevole del fatto che, in questo modo, sarebbe diventato facile preda dei suoi nemici, oppone un netto rifiuto.

• 49: Cesare varca il Rubicone e si dirige verso Roma dove, nel frattempo, era stato proclamato il senatus consultum ultimum, lo stato d'assedio.

• 49-45: guerra civile tra Cesare e Pompeo:

• Cesare conquista Italia e Spagna e, nel frattempo, Pompeo fugge nell'Illirico;
• 48: Pompeo, sconfitto a Farsalo, si rifugia in Egitto dove, però, Tolomeo, credendo di fare cosa gradita a Cesare, lo fa decapitare. Questo, però, lo depone e mette sul trono la sorella Cleopatra;
• 46-45: Cesare reprime le ultime resistenze pompeiane presso Tapso (Africa) e Munda (Spagna).

• 45: Cesare diventa dittatore a vita.

• Riforme:

• limita il potere del Senato;
• immette nel Senato molti membri d'ogni ceto;
• frena le ingerenze e le speculazioni dei cavalieri;
• aiuta il popolo con sovvenzioni per i bisognosi e gli inabili al lavoro e con possibilità di occupazione e di sistemazione in colonie per altri;
• si preoccupa di assicurare la giustizia amministrativa nelle province;
• migliora la condizione giuridico-politica delle province, concedendo la cittadinanza latina (Sicilia) o romana (Gallia Cisalpina).

• 15 marzo 44: in seguito alla sua politica di compromesso, che scontentava tutti, Cesare viene ucciso in una congiura nata da uomini o legati a lui o da lui graziati e beneficiati (Bruto, Cassio, Casca, Trebonio) che tuttavia viene mascherata da motivi ideali e da nostalgie repubblicane.

• Opere:

• orazioni;
• De analogia (trattato in due libri di carattere linguistico-grammaticale inerente al dibattito in atto tra analogisti e anomalisti);
• Anticatones (due libri contro l'idealizzazione di Catone);
• lettere pubbliche e private;
• testi poetici;
• trattato astronomico;
• Commentarii de bello gallico (primi sette libri; l'ottavo venne scritto da Aulo Irzio);
• Commentarii de bello civili (tre libri).

• Stile:

chiarezza, semplicità, stringatezza, rigore logico contraddistinguono la prosa cesariana. Ogni periodo è costruito in maniera regolare e lineare, senza le spezzettature sintattiche di Sallustio, di Tacito o di Seneca, ma anche senza l’ampollosità e la sovrabbondanza di Cicerone.
Ecco le principali caratteristiche dello stile di Cesare:

• l’uso frequente del participio, sia come predicativo sia nel costrutto dell’ablativo assoluto. Questi participi, che sostituiscono riassumendola una proposizione esplicita, conferiscono rapidità e scorrevolezza al periodo;
• l’assiduo ricorso alla proposizione relativa, che genererebbe monotonia se non intervenisse una molteplicità di usi e di forme (nesso relativo, relativo prolettico, proposizione relativa apparente, ecc.), secondo le circostanze e la struttura armonica del periodo;
• l’impiego del discorso indiretto, che tende ad eliminare qualsiasi ostentazione di drammaticità, spogliando di ogni amplificazione retorica le parole dei personaggi;
• nessuna nota superflua, nessun fronzolo retorico: sembra che siano i fatti stessi a parlare, senza passionalità e senza riflessioni personali;
• la narrazione scorre come un documentario di guerra;
• l’autore parla di se stesso in terza persona (es.: Caesar mittit...).

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