Enea nell'Eneide e paragone tra l'opera Virgiliana e quelle Omeriche

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Testo

Enea è l’eroe designato dal destino per raggiungere l’Italia e preparare la fondazione di una grande città. Tutti gli elementi anticipati nel proemio sono riproposti nella profezia che conclude il discorso di Ettore, apparso in sogno ad Enea nell’ultima notte di Troia.
Enea abbandona il ruolo di eroe guerriero per diventare uomo del destino: nasce così una nuova immagine di eroe, un eroe fondatore, diverso da Achille, Ettore e Ulisse, capace di subordinare gli esempi di forza alle necessità della nuova virtù.
La sua fuga non è un atto di viltà, ma la realizzazione di una missione superiore. Una famiglia, i resti di un popolo esule, i sacri Penati di Troia: questo è il carico a lui imposto come prova di forza eroica.

Pietas: rispetto e doveri dell’individuo verso i propri familiari e verso gli dei; essa non ha solo un carattere razionale ed etico, ma anche sentimentale ed affettivo.

Cicerone: pietas ( la definisce sia voluntas grata in parentes (consapevole gratitudine per i genitori) sia iustitia adversus deos (giustizia nei confronti degli dei); questo parallelismo si riscontra nell’antico concetto di famiglia, ricondotto alla sfera religiosa, e nella sacralità del legame fra i congiunti. Egli inoltre allarga il concetto fino ad indicare il rispetto e il senso del dovere del cittadino verso la patria.

Augusto: pietas ( perchè uccide gli assassini del padre Giulio Cesare ma, soprattutto, perchè è un monarca illuminato, sollecito ed attento ai bisogni del popolo; egli segue il modello del pater familias, che si estende e innalza a pater patriae. La pietas diventa quindi un carattere del buon imperatore, in quanto compare sullo scudo onorifico offerto ad Augusto dal senato, insieme a virtus, iustitia e clementia. Dalla parte del cittadino essa viene indirizzata alla figura paternalistica dell’imperatore (anche divinizzato).

Eneide: pietas ( insignem pietatem virum (uomo di eccezionale pietas; prologo); lui stesso si presenterà a Didone dicendo “sono il pio Enea”.
La sua pietas è indirizzata sia alla sfera umana che a quella divina ( prefigurazione del modello di Augusto, ma molto più complessa.

La causa delle guerre puniche è ricondotta alla vicenda personale di Enea e Didone, alla storia del loro amore infelice; Virgilio, inoltre, sceglie di mostrare l’umanità del nemico, raccontando la storia di un tragico amore tra simili.

Gli obiettivi di Virgilio con l’Eneide erano due, secondo Servio: Augustum laudare a parentibus e imitari Homerum.

Prende spunto dall’Odissea e dall’Iliade, ma rovescia le vicende, ossia prima viene il viaggio e poi la guerra

Eneide - Odissea: ripercorre alcune tappe del viaggio di Ulisse; viaggio verso l’ignoto, non verso casa; riassume in parte l’immagine di Ulisse perchè dopo tante prove conquista la patria e ristabilisce la pace; la catabasi, ossia impara il suo futuro e i momenti gloriosi della Roma futura, come Ulisse scende nell’Ade e ottiene uno scorcio del suo destino.

Eneide - Iliade: è una continuazione di questa; guerra per costruire una nuova città, non per distruggerla; Enea uccide Turno come Achille uccide Ettore; i troiani vincono; riassume in parte l’immagine di Achille perchè è vincitore; Giove traguarda non solo il destino di Enea, ma anche la futura grandezza di Augusto, come Zeus aveva profetizzato la caduta di Troia e il destino degli eroi; lo scudo di Enea, nel quale è raccontata la storia di Roma, è simile a quello di Achille.

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