disperazione ed orgoglio nel famoso discorso di critognato

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Testo

Ma quelli che erano assediati ad Alesia, passata la giornata in cui avevano aspettato gli aiuti dei loro, consumato tutto il frumento, ignari di cosa si facesse tra gli Edui, riunita l’assemblea facevano consulto sull’esito delle loro sorti ed espressi vari pareri, dei quali parte proponeva la resa, parte, fin che bastassero le forze, la sortita, non sembra da tralasciare il discorso di Critognato per la sua singolare ed indicibile crudeltа. Costui nato tra gli Arverni da mobilissima famiglia e considerato di grande autoritа “Nulla, disse, ho intenzione di dire sul parere di coloro, che chiamano col nome di resa la vergognosissima schiavitщ, e non penso debbano essere considerati alla stregua di cittadini nй da valutare per l’assemblea. Che io abbia la cosa con questi, che approvano la sortita; e nella decisione di questi col consenso di tutti voi sembra che risieda il ricordo dell’antico coraggio.Codesta и pigrizia dell’animo, non coraggio: non poter sopportare per un poco la fame.
Quelli che si offrano volontariamente alla morte si trovano piщ facilmente di quelli che sopportino pazientemente il dolore. Ma io approverei questa idea – tanto in me puт l’onore -, se non vedessi che viene operata nessuna perdita al di lа della nostra vita; ma nel prendere una decisione, guardiamo a tutta la Gallia, che abbiamo incitato al nostro aiuto: che cosa di animo pensate che avranno i nostri parenti e consanguinei, essendo stati uccisi in un solo luogo 80 mila uomini, se saranno costretti a scontrarsi in battaglia quasi sugli stessi (nostri) cadaveri? Non vogliate spogliare del vostro aiuto costoro, che per la vostra salvezza hanno trascurato il loro pericolo nй con la vostra stoltezza e leggerezza o debolezza d’animo atterrare tutta la Gallia e consegnarla a perpetua schiavitщ. Forse perchй non sono venuti alla data (precisa), dubitate della loro lealtа e costanza? Cosa dunque? Pensate che i Romani in quelle fortificazioni piщ esterne quotidianamente si esercitino per lo spirito? Se non potete essere confermati da loro notizie, essendo chiuso ogni accesso, servitevi di questi testimoni che il loro (degli aiuti) arrivo si avvicina, atterriti (i Romani) dal timore di tale cosa passano giorno e notte al lavoro.
Cosa c’и dunque di mio consiglio? Fare quello che i nostri antenati fecero, nella guerra dei Cimbri e dei Teutoni, e neppure uguale: ma essi chiusi nelle cittа e spinti da simile carestia sostennero la vita con i corpi di coloro, che sembravano inutili alla guerra per l’etа, ma non si consegnarono ai nemici. Se non avessimo l’esempio di una tale cosa, tuttavia per la libertа (lo) penserei (come) la cosa piщ bella che sia istituita e tramandata ai posteri. Infatti cosa fu simile a quella guerra? Devastata la Gallia, i Cimbri, inflitta una grande sciagura, uscirono certamente una buona volta dai territori e si diressero ad altre terre; ci lasciarono diritti, leggi, campi, libertа. Ma i Romani cosa cercano d’altro o cosa vogliono se non che spinti dall’invidia, quelli che hanno conosciuto nobili per fama e potenti in guerra, insediarsi nei campi e nelle nazioni di questi ed infliggere una eterna schiavitщ? Infatti non fecero mai guerre per altra condizione. Che se ignorate quelle cose che vengono fatte nelle nazioni lontane, guardate la vicina Gallia, che ridotta a provincia, cambiato diritto e leggi, soggetta alle scuri, и oppressa da perpetua schiavitщ.

Esempio