Da "Nuovo laboratorio di traduzione" di E. Degl'Innocenti

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Testo

Versione n. 273 pag. 340 , Fuga di Pompeo
Da “Nuovo laboratorio di Traduzione” di E. Degl’Innocenti

Ma Pompeo, quando vide la propria cavalleria respinta e si accorse che quella parte dell'esercito su cui sopra tutto confidava era in preda al terrore, e, non avendo inoltre fiducia negli altri, si allontanò dal campo di battaglia e subito si diresse a cavallo nell'accampamento e a quei centurioni che aveva posto di guardia presso la porta pretoria disse a voce alta perché i soldati lo udissero: "Proteggete l'accampamento e difendetelo con zelo, se le cose dovessero volgere al peggio. Io faccio il giro delle altre porte per rassicurare i presidi dell'accampamento". Dopo avere detto queste parole, se ne andò nella tenda pretoria, persa la fiducia nell'esito finale, ma tuttavia aspettando gli eventi.
Quando i pompeiani in fuga furono ricacciati nel vallo, ritenendo che non si dovesse dar tregua ai nemici atterriti, Cesare esortò i soldati ad approfittare del favore della sorte e prendere d'assalto l'accampamento. Essi, benché affaticati dal gran caldo - la battaglia si era infatti protratta fino a mezzogiorno - pronti tuttavia a qualunque fatica, obbedirono.

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