Cesare - De Bello Gallico (parag.1-8 dal libro Nove)

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Testo

De Bello Gallico
1-8, pag.399
da Cesare

Nel frattempo, per mezzo di quella legione, che aveva con sé, e di quei soldati, che erano arrivati dalla provincia, costruisce un muro lungo 19000 passi e alto 16 piedi e un fossato dal lago Lemanno, che sfocia nel fiume Rodano, fino al monte Iura, che divide i territori dei Sequani dagli Elvezi. Una volta completato questo lavoro, dispone i corpi di guardia, rafforza i bastioni affinché, se tentassero (avessero tentato) di passare contro la sua volontà, glielo potesse proibire più facilmente. Quando arrivò quel giorno, che aveva stabilito insieme agli ambasciatori, e quando gli ambasciatori ritornarono da lui, secondo il costume e la tradizione del popolo romano , dice che non può concedere a nessuno quel percorso attraverso la provincia, se volessero usare la forza, dichiara che li ricaccerà indietro. Gli Elvezi, delusi nella loro speranza, con un gran ponte di barche e fatte molte zattere, altri per i guadi del Rodano, per dove c'era la profondità minore del fiume, talora di giorno, e più spesso di notte, avendo tentato di poter forzare lo sbarramento, respinti dalla fortificazione e dall'arrivo dei soldati e dalle frecce, rinunciarono a questo tentativo.

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