biografia di filosofi latini

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Testo

La vita:
Storico latino nato ad Amiterna, Sabina nell’85 a.C. e morto a Roma nel 35 a.C.
Nacque da una famiglia provinciale e plebea abbastanza agiata, così da poter completare la sua formazione a Roma, frequentando la scuola neopitagorica di Nigidio Figulo. Politicamente si affiancò a Cesare, e da questo ottenne la carica di “ questor” nel 54. Nel 50 fu espulso dal senato per indegnità morale( aveva una relazione sentimentale con la figlia di Silla) ma in realtà vi erano nascosti motivi politici e rancori personali. Grazie alla fedeltà dimostrata a Cesare, nel 48, riconquistò la questura e la dignità senatoria; lo seguì in Africa e conquistò l’isola di Cercina. Cesare gli affidò il compito di governatore dell’ Africa Nuova dove potè accumulare notevoli ricchezze illecitamente che gli permisero, dopo la morte di Cesare e il suo ritiro dalla vita pubblica, di vivere in ricchezza in una villa vicino al Quirinale,dedicandosi solo alle sue opere( come i famosi “Horti Sallustiani”.
Le opere e i contenuti:
• “De Coniuratione Catilinae” ,monografia composta fra il 42 e il 43 con cui Sallustio interrompe la tradizione annalistica della letteratura romana per occuparsi di un episodio di storia contemporanea preceduta da un’analisi della condotta cesariana vista come l’unica valida alternativa alla corruzione del regime dei partiti.
L’opera è composta da 61 capitoli.Dopo un proemio filosofico,i primi sei capitoli, sull’affermazione della teoria che sostiene che le facoltà spirituali devono prevalere su quelle materiali, tutta la prima partedell’opera ,ovvero dal capitolo sei a dodici è un’analisi archeologica dell’inquietante fenomeno rivoluzionario, alla luce di categorie storiche, morali e psicologiche. Narra il tentativo fallito di Catilina di impossessarsi del potere illegalmente; organizzò un colpo di stato dopo essere stato sconfitto tre volte alla carica di consolato. Fu scoperto, fuggì da Roma ma perse la vita nella battaglia di Pistoia.Risulta così un quadro di una società davvero corrotta su cui predomina la figura di Catilina, intelligente,coraggioso e malvagio, una figura sinistra ma molto affascinante. Accanto ad esso vi sono anche altri personaggi di minor spazio ma non meno interessanti: i congiurati, Sempronia , Cicerone ma in particolr modo Cesare e Catone, entrambi descritti in maniera estremamente positiva.
L’analisi è di tipo moralistico , infatti ritiene che la grandezza della repubblica fosse garantita dall’integrità e dalla virtù dei cittadini mentre la ricchezza e il lusso sono le cause della sua decadenza.
• “Bellum Iugurthinum” , anch’essa composta nel 40 a.C, narra, in 114 capitoli, la guerra intrapresa dai Romani contro Giugurta. Il sovrano della Numidia, Micipsa, era padre di due figli:Iempsale e Aderbale ; ma decise di adottare il nipote Giugurta, che,bramoso di potere, uccise Iempsale e attaccò Aderbale il quale chiese aiuto al senato romano, che dopo aver inviato degli ambasciatori, mandò un esercito che riuscì a catturare Giugurta.
Il pretesto bellico serviva solo a mascherare una guerra interna, quella del popolo che combatteva la nobiltà senatoria. Anche quest’opera è di base moralistica e politica: infatti, se da una parte si dimostra capace di efficaci sintesi storiche, dall’altrarivela un atteggiamento polemico nel denunciare l’incompetenza della “nobilitas” nella conduzione della guerra.
• Le “Historiae”, composte da 5 libri e alcuni discorsi. Riprendono le Historiae di Sisenna che vanno dalla morte di Silla fino alla guerra di Pompeo contro i pirati .
• “L’Empedoclea”( di cui ci parla Cicerone), due epistole politiche a Cesare, dove espone le possibili riforme dello stato, e un’invettiva contro Cicerone.
Caratteri fondamentali del pensiero:

Sallustio, con una tecnica rivoluzionaria, scelse di raccontare la storia di Roma”carptim” ovvero per argomento, e le finalità delle sue due principali opere sono di mostrare in che modo un regime aristocratico fosse andato progressivamente in rovina.
La Congiura di Catilina,messi in luci i crimini commessi da aristocratici, esaminava le cause morali di tale decadenza: gusto del piacere,corruzione dei costumi e sfrenata avidità di denaro. La forza di Catilina era consistita nella sua abilità demagogica nel farsi portavoce dei malcontenti di una plebe anarchica, di nobili in rovina,ecc…
Egli considerò la storiografia non solo come cronaca di fatti ma anche come archeologia, cioè ricerca delle loro cause. Lo storico conduce un’analisi sempre a partire da un moralismo di fondo, da una contraddizione tra essere e dover essere, tra parole e fatti, tra propositi e realizzazioni.
Egli ha dei difetti come storico: cronologie inesatte,nozioni geografiche scarse, ma la sua prosa densa, lo studio sulla psicologia dei personaggi e la tensione morale lasciano una traccia nella storiografia latina.
Egli non è un democratico che rivendica al popolo una parte di potere, come Catone e Cicerone, si propone come l’avvocato dei valori morali essenziali, un adepto del”conservatorismo intelligente”.
Altra caratteristica è la consapevole originalità del suo stile,con arcaismi e ardite innovazioni,termini di gergo familiare ed ellenismi. Questa lingua composita suscita oggi l’impressione di artificiosità,tuttavia la lingua quotidiana si collocava alla stessa distanza dalla lingua parlata e alla creazione di un artista.
Il personaggio di Catilina: (Lucio Sergio Catilina /uomo politico romano-109-62 a.C.)
Presentato dalla tradizione storiografica come un nobile decaduto e ambizioso. Respinta dal senato la sua candidatura al consolato,cercò di raggiungere il potere con l’appoggio dei veterani di Silla,ma fallì. Viste deluse le sue altre due candidature legali al consolato,ordì una congiura che proponeva di prendere il potere con un’insurrezione in Roma. Il piano sedizioso fu denunciato da Cicerone con una folgorante orazione e Catilina raggiunse l’esercito del luogotenente Caio Manlio in Etruria. Fu ucciso a Pistoia dopo aver combattuto con un coraggio che in parte lo riscattò dal suo torbido passato.h
La vita:
Storico latino nato in Gallia Cisalpina nel 99 a.C. e morto nel 24 a.C.
Cornelio Nepote( il prenome non è stato tramandato)nacque probabilmente nei dintorni di Pavia. Le notizie riguardanti la sua vita sono poche e lacunose: sappiamo solo che visse a Roma e che rivestì posizioni di prestigio negli ambienti colti della capitale. Ebbe un stretto rapporto di amicizia con attico, Cicerone e Catullo, che gli dedicò persino la sua raccolta di carmi. Morì durante il Principato di Augusto.
Era una provinciale di solida condizione economica, dedicò tutta la sua vita all’impegno civile e politico, piuttosto che rifugiarsi nell’”otium letterario” e nell’erudizione storica.
Le opere e i contenuti:
• “De viris illustribus” (34 a.C.) è la più antica raccolta di biografie latine giunta fino a noi. È composto da 16 libri di vite generali, storici, poeti e oratori latini e stranieri (raggruppati secondo le “categorie professionali”), con una trattazione parallela derivata forse dalle “Imagines” di Marrone ed in seguito ripresa nelle “Vite” di Plutarco.
Dell’opera ( sintesi dell’umanità migliore nello spazio e nel tempo vista dall’occhio universale di Roma) ci restano numerosi frammenti: - 2 vite,Catone il Vecchio e Attico, del “De historicis latinis” e l’intera parte “De excellentibus ducibus exterarium gentium”(22 biografie). Lo scopo dell’ autore è quello di fare del genere letterario della biografia il veicolo di un confronto sistematico fra civiltà greca e romana.
• Opere minori: “Cronica”( di cui da testimonianza Catullo), storia universale in 3 libri,forse in prosa, in cui affiorava l’esigenza di un confronto tra la civiltà romana rispetto alle altre.”Exempla”, aneddoti e curiosità storiche e geografiche in 5 libri. “Vite” più ampie di catone e di Cicerone.
Caratteri fondamentali del pensiero:
Un problema sorto dalla critica della sua opera riguarda soprattutto le sue biografie: molti studiosi riferendosi alla loro struttura “parallela” hanno considerato che potesse essere un teorico del “relativismo culturale”, in realtà Nepote nella prefazione sembra porre le basi del concetto della relatività dei valori in relazione ai diversi contesti storici e culturali di appartenenza: tale relatività riguarda la formazione dei giovani, i comportamenti sociali e le qualità morali della vita privata e pubblica. Le biografie perciò, avrebbero il fine di rappresentare per il mondo romano, un’apertura verso elementi culturali diversi, e il loro intento sarebbe quello di dimostrare l’esistenza di convergenze etiche tra mondo latino e greco.
Egli è soprattutto un’improvvisatore, e cita le fonti spesso senza averne una conoscenza diretta e senza aver verificato la loro attendibilità: le sue biografie appaiono piuttosto elogi moraleggianti che ricerche critiche o storiche, e ci danno informazioni preziose solo nella descrizione ambientale , esse costituiscono la conferma di un “culto della personalità” ricorrente in tutte le opere di Nepote.
Il personaggio di Alcibiade: (Atene 450 a.C.- Melissa 404 a.C.)
Uomo politico e generale ateniese,imparentato con gli Alcmeonidi, fu allevato dal cugino Pericle e divenne allievo e amico di Socrate. Alla morte di Cleone, prese la guida del partito democratico. Durante la guerra del Peloponneso spinse Atene ad allearsi con Argo contro Sparta fino alla sconfitta di Mantinea. Promosse allora una spedizione in Sicilia contro Siracusa, ma venne accusato di sacrilegio dai suoi avversari politici e si rifugiò a Sparta, dove divenne ispiratore della lotta contro Atene e negoziò un’alleanza tra Sparta e i Persiani. Dopo un litigio con il re spartano rientrò nel gioco politico ateniese e , nominato stratega, sconfisse la flotta spartana ad Abido e a Cizico, dopo alcuni insuccessi fu costretto all’esilio e andò verso il satrapo persiano che però lo fece uccidere. Nelle scelte di alleanza del personaggio fu importante la natura temeraria e ambiziosa, tale da farlo divenire una delle personalità di maggior rilievo della storia greca.
La vita:
Storico latino nato ad Algeria o Roma nel 70 d.C. e morto nel 140 d.C.
Della sua vita si possiedono poche notizie, rintracciabili nelle sue stesse opere e in Plinio,che ne sottolinea l’attitudine e l’erudizione. Nacque da una ricca famiglia dell’ordine equestre, ma rifiutò la carriera di amministratore o di soldato. Fu un uomo dedito agli studi,amico stretto di Plinio il giovane, avviato alla carriera retorica e forense, e consacrò tutta la sua vita a ricerche erudite, ma la sua attività si limitò al genere biografico.
Esercitò a Roma la professione di avvocato, intraprese quindi la carriera amministrativa nella burocrazia impariale, ricoprendo le cariche di procuratore a studiis( direttore archivi imperiali),a bibliothecis(sovrintendente delle biblioteche pubbliche)e ab epistulis( responsabile corrispondenza ufficiale dell’imperatore Adriano). Tutte queste mansioni gli permisero di accedere liberamente agli archivi del Palatino, per cui le sue informazioni ci hanno permesso di conservare documenti che senza di lui sarebbero andati persi. Nel 122 Adriano lo allontanò con il pretesto di aver instaurato un’eccessiva familiarità con l’imperatrice Sabina. Così trascorse gli ultimi anni della sua vita immerso negli studi.
Le opere e i contenuti:
• “De viris illustribus”riprende il titolo dalla raccolta di Cornelio Nipote ed è un’opera sugli “uomini illustri” della latinità pubblicata dopo il 113 d.C. Egli restrinse il campo di interesse al mondo romano e ai soli letterati divisi in 5 categorie : - Poeti /- Oratori/ - Storici/- Filosofi/- Grammatici e retori. Di tutto ciò si è conservata solo la sezione De grammaticis et rhetoribus incompleta nella parte finale con la struttura interna seguente: -indice (elenca gli autori) /- sezione introduttiva /- profili brevi dei maestri dell’una e dell’altra disciplina. Alla sezione dei poeti si possono attribuire le biografie di Terenzio,Virgilio,Orazio e Lucano. Egli si preoccupa di raccogliere una consistente documentazione, senza esprimere valutazioni personali ma solo esponendo i dati delle fonti; è un testimone della tradizione scolastica . Per ogni biografia si attiene ad uno schema invariato(nome,discendenza,ceto sociale,studi,qualità morali,opere,e morte) e si sofferma su particolari e aneddoti curiosi, e su episodi nei quali il personaggio è stato in rapporto coi potenti.
• “ De vita Caesarum”, tali biografie composte da Svetonio sono le piu’ considerevoli poiché rappresentano una preziosa fonte sostitutiva: ci sono giunte in versione integrale. Ci sono le biografie dei 12 imperatori (Giulio Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone, Galba, Otone, Vitellio, Vespasiano, Tito e Domiziano) non rappresentate come opere storiche nel senso comune del termine, ma ogni fatto è anche qui classificato secondo una categoria ben definita. L’autore presenta il personaggio illustrando non solo le azioni pubbliche, ma anche le vicende private, l’aspetto e il carattere (per tempora= fino all’assunzione del potere, cioè famiglia, educazione e carriera; per species= dopo l’assunzione del potere). Particolare attenzione è dedicata agli studia, cioè agli interessi culturali degli imperatori.
• Opere minori scritte in greco o latino: “Historia ludicra” sui giochi romani, “De anno romanorum”sul calendario,” De genere vestium” sull’abbigliamento,” De notis” sulle abbreviazioni usate dagli editori,”De repubblica Ciceronis” sul suo pensiero politico,” De regibus” sui re stranieri,” De istitutione officiorum” sui pubblichi incarichi,” De rebus variis”,” De vitiis corporalibus”,” De rerum natura”,” De animalium naturis”,” Roma” sulla vita pubblica e privata dei Romani, e “Prata” sul mondo umano e fisico.
Caratteri fondamentali del pensiero:
Il modello per entrambe le opere è quello delle biografie “alessandrine”. Riguardo le fonti esse furono sicuramente molteplici, sembra che l’autore abbia trascurato Tacito perché non ne condivideva le idee, ma non ha disdegnato l’apporto di fonti per così dire “orali” per la raccolta di aneddoti. A causa di questa tendenza di insistere sulla vita privata degli imperatori, ne risulta la manifestazione di una volontà obiettiva per fornire un ritratto integrale e verosimile del personaggio trattato: questo è un tipo di storiografia che è stata definita “minore” destinata allao stesso ordine dei funzionari dei funzionari e degli equites a cui apparteneva lo storico.
Infine lo stile è privo di prolissi e senza arcaicismi, con una lingua chiara e semplice e un fraseggio rapido.
Il personaggio di Caligola: (Anzio 12 – Roma 41 d.c.)
L’imperatore romano Caio Cesare Germanico succedette a Tiberio nel 37 d.c. e venne assassinato nel 41 d.c.
Il nome di Caligola non gode affatto di una buona fama, dato che la malevole descrizione del “mostro” scritta da Svetonio, viene diffusamente ripresa in molti testi di storia posteriori ad esso.
Fu membro della gens Giulio Claudia e pronipote dell’imperatore Tiberio. I primi anni trascorsi negli accampamenti militari presso il Reno, gli valsero il nome di Caligula, per le calzature da soldato (caligae) che usava portare. Nominato erede al trono da Tiberio e assassinato il cugino, egli attuo’ una politica economica di larga spesa pubblica, per ottenere il consenso popolare; dissipo’ così la ricchezza dell’erario con feste, spettacoli pubblici e progetti edilizi. L’atteggiamento crudele che ebbe verso i suoi oppositori è stato spesso collegato a una sua presunta malattia psichica.
E’ invece possibile inserire tutto questo in un disegno di gestione del potere che si avvicinava alla tradizione dei regni ellenistici: egli ebbe infatti quattro mogli e pretese onori vicini alla divinizzazione in vita.Nel 41 d.c. gli ufficiali della sua guardia in un complotto lo assassinarono.

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