"Il colosso di Rodi" Plinio il Vecchio

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Testo

Il colosso di Rodi
In admiratione omnium fuit Solis colossus Rhodi, quem fecerat Chares Lindius, Lysippi discipulus. LXX cubitorum altitudinis fuit hoc simulacrum; post LXVI annum terrae motus id prostavit, sed iacens quoque miraculum est. pauci polices eius cingunt, maiores sunt digitiquam pleraeque statuae. Vasti specus hiant membris; qui simulacrum visunt spectant intus magnae molis saxa, quorum pondere stabiliverat id constituens Chares. Duodecim annis tradunt Charetem colossum aedificavisse CCC talentis, propter votum civitatis in Apollinem gratae, quia Demetrius rex obsidionem omiserat urbis.
A Rodi fu nell’ ammirazione di tutti il colosso del sole, che Carete Lindio, discepolo di Lisippo, aveva costruito. Questa statua aveva un’ altezza di 70 cubiti; dopo il 66esimo anno il terremoto la distrusse, ma, pur distrutta è ancora una cosa meravigliosa. Pochi pollici la circondano, molti di più di quelli (che cingono) le altre statue. Nelle membra si aprono vaste cavità, che mostrano la statua e fanno vedere all’ interno le rocce della grande mole, che Carete nell’atto di costruzione aveva stabilito. Narrano che Carete edificò in 12 anni il colosso per 300 talenti, a causa di un voto della cittadinanza grata ad Apollo, poiché il re Demetrio aveva rinunciato all’ assedio della città.

Plinio il Vecchio

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