Materie: | Tema |
Categoria: | Italiano |
Voto: | 2 (2) |
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Data: | 21.11.2005 |
Numero di pagine: | 3 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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Testo
Spesso gli altri, incapaci di penetrare nel nostro mondo interiore di affetti,l di desideri e di speranze, ci giudicano diversi da quello che siamo
Ogni tanto credo sia normale essere incompresi: il mondo è vario e ognuno ha le sue convinzioni.
Ritengo sia fortemente impossibile che più persone abbiano le stesse opinioni.
Succede spesso di accostare due individui per il loro carattere, che all’apparenza sembrano molto simili, ma sicuramente questi, sì potranno andare d’accordo o avere alcuni giudizi equivalenti, ma sicuramente su alcuni argomenti la penseranno diversamente e ognuno di loro ha il diritto di difendere il proprio pensiero.
Succede però che, in alcune situazioni, uni non sia disposto ad accettare o ad analizzare più profondamente le affermazioni dell’altro, e così nascono incomprensioni e piccoli litigi che possono comunque rovinare l’esistenza di un uomo e rompere i rapporti sociali.
Anch’io, poiché sono un essere umano, sono spesso soggetto a queste incomprensioni, e quindi vi racconto alcuni episodi che comprendono a grandi linee tutta la mia vita relazionale.
Il primo caso di cui vi parlo si svolge all’interno della mia famiglia.
Poiché ognuno ha i suoi problemi e si è spesso tristi e sconsolati, io cerco spesso di smorzare questi momenti; infatti preferisco vivere in un ambiente sereno e tranquillo.
A volte però, anche all’interno della mia famiglia, questi momenti vanno spesso degenerando.
Quindi io cerco sempre di rendere allegro l’ambiente familiare, tramite battute scherzose.
A volte si ride, si scherza e, essendo tutti più felici, si rende tutto più bello e ognuno, quando riesce a far ridere gli altri, viene ricompensato con la sua soddisfazione.
Altre volte però accade l’esatto contrario; vengo rimproverato e gli animi si accendono maggiormente. Solitamente mi vengono contestate alcune mie affermazioni che magari non sono bene accettate all’interno del gruppo.
Mi viene attribuita la voglia di litigare, ma io posso assicurare che le mie intenzioni non propendono assolutamente a quello scopo, ma talora il mio punto di vista non viene accettato, forse anche perché lo esprimo in forma affrettata e troppo vivace.
Così le due parti si separano maggiormente e si conclude con me e i miei genitori che rimaniamo distaccati anche dopo il litigio, finché le ragioni della serenità e della pace tornano a prevalere con la ripresa del dialogo aperto principalmente da mia madre.
Adesso invece vi racconto un’esperienza avvenutami qualche anno fa all’interno dell’ambiente scolastico.
Come molti ragazzi, anche a me è successo di non “amare” assolutamente una materia e a sua volta anche la rispettiva insegnante, un po’ stravagante.
Questa era una persona un po’ strana e nessuno, anche fra i miei compagni, riusciva a sopportarla.
Così io, preso un po’ dalla disperazione e forse anche dalla voglia infantile di vendetta, quando affermava o faceva qualcosa che non mi sembrava giusto glielo dicevo e magari la contraddicevo.
Questo ha fatto si che lei se la prendesse con me, ed essendo un’insegnante, aveva la possibilità di darmi a suo piacimento i voti in una materia che già “ odiavo” e cioè inglese.
Fortunatamente ero bravo nelle altre discipline e quindi non era un grosso problema, ma potete immaginare il fastidio che mi poteva provocare.
Tutto questo per dirvi che anche in questo caso io non avevo nessuna intenzione di offendere, ma, forse anche a causa della mia vivacità e probabilmente di alcune risposte un po’ precipitose, erano state accolte in maniera negativa.
Questa volta, avendo a che fare con un’insegnante non avevo quindi nemmeno grandi possibilità di difendermi, perciò questa situazione si è conclusa solo con la fine del ciclo scolastico delle medie.
Tuttavia il tempo rasserena le cose: quando incontro per strada quell’insegnante, la saluto, lei mi risponde e mi saluta. Questo è bene e mi fa piacere.
Altre volte, invece, mi capita, più semplicemente, di venire in contrasto con alcuni miei compagni che, non riescono a capire alcuni miei concetti, o altrimenti non condividono pienamente le mie idee.
Cerco di spiegarmi, ma spesso accade che loro, non volendo ascoltare, si disinteressano di tutto e succede che rimaniamo qualche giorno senza parlarci.. Poi però tra coetanei il legame di amicizia prevale e riusciamo in fretta a ristabilire i contatti e, dopo una semplice e chiara chiacchierata tutto torna come prima, mi correggo meglio di prima.
Le opinioni possono essere provvisorie, anche sbagliate, ma il dialogo ininterrotto finisce per correggerlo, poiché esso aiuta ad andare oltre le semplici opinioni e fa cogliere più in profondità l’intenzione buona, da apprezzare, con cui quelle idee erano state inizialmente espresse.
un testo su una litigata tra persone