Tema sul testo narrativo "Danny l'eletto" di Chaim Potok

Materie:Tema
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Testo

TEMA SUL TESTO NARRATIVO: “Danny l’eletto” di Chaim Potok

SVOLGIMENTO N.1: “Rimase ferito e sconcertato… Ma imparò a trovare le risposte da solo. Soffrì, e imparò a dar ascolto all’ altrui sofferenza. Nel silenzio ch’era sorto fra noi, cominciò a sentir piangere il mondo”. Analizzate il rapporto tra Danny e suo padre, spiegate e commentate la citazione, chiarendo cosa sia “ l’educazione del silenzio” che viene impartita a Danny.

Nel romanzo di Potok il tema dell’educazione e del rapporto padre- figlio riveste una certa importanza e possiamo notare come sia diversa l’educazione tra le due comunità religiose alle quali Reuven e Danny appartengono. E proprio secondo la tradizione della sua comunità il rabbino Saunders educa il figlio col silenzio, perché “…le parole travisano quel che si prova veramente in cuore…” e vuole che sia lo stesso figlio a cercarsi le risposte nel silenzio e a guardare il mondo dando ascolto alla sofferenza altrui. Il loro rapporto è “chiuso”, infatti i due non si parlano fuorché quando studiano il Talmud, e come abbiamo già detto l’insegnamento è basato sul silenzio, un metodo che Danny non capisce, e che lo allontana sempre più dal padre. Danny non approva pienamente quel metodo di insegnamento, però stima molto il padre (“…ha una volontà eccezionalmente forte. Quando si è formato un opinione, è quella e buonanotte…è un grand’uomo: ha salvato la sua comunità…è più di un rabbino lui, è uno tzaddik…”). Le fughe e le letture segrete in biblioteca offrono a Danny la possibilità di cercare qualcosa con cui gestire il dolore che gli provoca il metodo educativo paterno; sarà così che incontra l’opera di Freud, contraria al pensiero religioso ebraico.
Il rabbino Saunders si accorge che Danny, fin dalla più tenera età ha una mente geniale, fotografica, ma non ha un’anima, un cuore, e si accorge che è difficile istruirlo secondo la tradizione chassidica; deve così insegnargli il silenzio senza allontanarlo da Dio e dagli insegnamenti del Talmud. (“…Ho forse bisogno di una simile mente invece di un figlio? Di un cuore ho bisogno per figlio, di un’anima ho bisogno per figlio, compassione io voglio in mio figlio, rettitudine, misericordia, la forza di soffrire e di sopportare il dolore, ecco quello che voglio in mio figlio, non una mente senz’anima!…”)Questo tipo di istruzione insegnò a Danny a guardare in se stesso, a scoprire la forza che possiede, a muoversi dentro di lui in compagnia della sua anima; impara così a conoscere il dolore altrui soffrendo il suo dolore, proprio come diceva suo nonno: “…Impariamo a conoscere il dolore altrui soffrendo il nostro dolore, diceva, impariamo a conoscerlo rivolgendoci interiormente, scoprendo la nostra anima. E la conoscenza del dolore è importante, diceva pure: distrugge la nostra albagia, la nostra arroganza, la nostra indifferenza verso il prossimo…”. Tutto ciò insegna a Danny che bisogna saper soffrire per la propria gente, toglierle il dolore e reggerlo sulle proprie spalle. Col passare del tempo Danny comincerà a cercarsi le risposte nell’anima e imparerà ad ascoltare la sofferenza altrui, proprio come è stato tramandato per secoli di padre in figlio.

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