Tema di italiano - intervista

Materie:Tema
Categoria:Italiano

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Testo

1^ TEMA DI ITALIANO
2^ QUADRIMESTRE
Tipologia B – Intervista
AMBITO: artistico-letterario
ARGOMENTO: motivi tematici del Decameron
In seguito al grande successo avuto dal “Decameron”, il capolavoro composto da Giovanni
Boccaccio, il nostro giornale ha trovato un testimone molto significativo che cercherà di farci assaporare l’atmosfera in cui vivevano i ragazzi sfuggiti alla peste.
Il Sig. Giovanni sette anni fa, quando Firenze era invasa da una forte crisi, è stato ospitato in una villa alle porte della città che definisce così: “una villa fantastica, così come i colori dei fiori e delle piante del giardino…sembrava di essere in paradiso rispetto agli orrori di Firenze”.
Quella casa in cui è stato ospitato per un giorno era quella in cui dieci ragazzi hanno vissuto per non essere colpiti dal contagio e che Boccaccio, raccontando la loro storia ha reso famosi. Ma ora sentiamo direttamente dal nostro testimone come si svolgevano le giornate all’interno della villa, lontano dalla pestilenza e dalla crisi di Firenze.
Domanda: Come mai è arrivato nella villa?
Risposta: Io abitavo a Firenze e facevo il falegname, un lavoro che amavo molto e mi permetteva di vivere dignitosamente, ma improvvisamente tutto è cambiato. In pochi mesi ho perso il lavoro, poi mia moglie e mio figlio colpiti mortalmente da quell’orribile malattia che continuava a mietere vittime. La mia vita non aveva più senso.
Poi un giorno mi sono svegliato deciso ad abbandonare la città per rifarmi una vita. Così vagai senza una meta e dopo molte ore di cammino vidi quella villa fantastica che inizialmente mi sembrò un miraggio. Ho attraversato quel giardino e ho chiesto ospitalità ai ragazzi che già vivevano lì. Loro mi accolsero con entusiasmo.
Domanda: Come si svolgeva la vita all’interno della villa?
Risposta:C’era sempre un clima di festa. Le tragedie della vicina Firenze sembravano distanti anni luce da loro. I ragazzi per passare le giornate cantavano e ballavano…ma il loro passatempo preferito era raccontare storie. Non erano storie qualunque e non erano raccontate a caso. Questi ragazzi avevano deciso di raccontare una novella ciascuno per ogni giorno della loro permanenza in quella villa “fatata”.
Soltanto da pochi mesi, leggendo il Decameron, sono venuto a conoscenza del fatto che i giovani sono rimasti in quel “paradiso” per dieci giorni. Comunque ogni giorno veniva scelto un “re” o una “regina” che aveva il compito di scegliere l’argomento che dovevano trattare le novelle narrate in quel giorno.
Domanda: Cosa avevano di particolare queste novelle?
Risposta: Le novelle non erano semplici storielle, ma trattavano temi che i ragazzi sentivano propri, dati a volte dalle esperienze personali, a volte da storie che i ragazzi avevano sentito raccontare. Delle 100 novelle riportate nel Decameron io ho avuto il piacere di sentirne soltanto alcune, ma mi sono piaciute molto, soprattutto per l’originalità dei temi.
Domanda: Quali erano i temi che trattavano?
Risposta: Erano tanti e i più diversi tra loro. Io ho sentito le novelle narrate nella sesta giornata, ed il tema prevalente era quello della beffa. Mi sono piaciute particolarmente le novelle di Frate Cipolla e di Guido Cavalcanti.
Domanda: Vuole raccontarci brevemente la trama di queste due novelle e qual è stata la sua prima impressione?
Risposta: La novella di Frate Cipolla narra la storia di un frate imbroglione che grazie alla sua abilità nell’uso della parola riesce a togliersi da una situazione imbarazzante. Il frate aveva promesso alla gente che avrebbe mostrato una piuma dell’angelo Gabriele, ma al momento di estrarla dalla borsa si accorge che era stata sostituita dai suoi amici con del carbone. Riesce però a convincere la gente che era stato Dio a operare quello scambio, sostituendo la piuma dell’angelo Gabriele con i carboni sui quali era stato bruciato S.Lorenzo, in occasione della sua festa che sarebbe stata qualche giorno dopo.
La novella che ha per protagonista Guido Cavalcanti invece, ci racconta come questo grande poeta riesce grazie alla sua spiccata intelligenza a liberarsi di “un’allegra brigata” che lo infastidiva. Soltanto dopo qualche momento le persone che disturbavano Guido Cavalcanti si resero conto di essere state elegantemente offese.
Domanda: Quindi possiamo dire che i ragazzi davano all’intelligenza un ruolo da protagonista e la consideravano importante indipendentemente dalla classe sociale a cui apparteneva il personaggio che la utilizzava con astuzia…
Risposta: Sicuramente davano molta importanza a questa qualità, infatti viene ripresa anche in altre novelle come quella di Calandrino e l’elitropia in cui è lo stesso protagonista ad essere beffato dai suoi amici o come quella di Ser Ciappelletto che grazie alla sua astuzia riesce a cambiare le sorti della sua vita e quelle dei suoi amici.
Domanda: Queste sono le novelle che hanno catturato maggiormente la sua attenzione, ma ha avuto modo di sentire anche altre novelle, magari già raccontate nelle giornate precedenti?
Risposta: Sì, ho sentito raccontare novelle già narrate precedentemente. E’ accaduto la sera, quando dopo aver ascoltato le 10 novelle di quella giornata, la sesta, ho chiesto a Dioneo che in quel momento copriva il ruolo di re di raccontarmi brevemente le novelle che lui aveva giudicato “migliori” nelle giornate precedenti. E’ stato in quella sede che ho sentito la storia di Calandrino e di Ser Ciappelletto, così come quella di Landolfo Rufolo, Andreuccio da Perugina, Nastagio degli Onesti, Melchisedech e il Saladino, Chichibio e la gru.
Domanda: Quali sono stati i temi più trattati nelle altre giornate?
Risposta: Il tema della fortuna occupa un ruolo importante in molte novelle, come quella di Landolfo Rufolo. In quasi tutte le novelle è presente la fortuna che se spesso non viene notata subito perché fa da sottofondo all’intera narrazione.
Un tema centrale, soprattutto per quanto riguarda la sesta giornata è quello dei motti, cioè delle brevi battute di spirito con cui i personaggi riescono a “sconfiggere” moralmente o psicologicamente i loro nemici. Spesso si nota anche la nostalgia che i ragazzi hanno per la Firenze di un tempo caratterizzata dalla cortesia e dal buon costume. Questo viene messo bene in evidenza nell’opera di Boccaccio probabilmente anche perché lui stesso aveva nostalgia dell’epoca in cui Firenze era una fiorente città centro della cultura.
Domanda: E l’amore? Si narravano storie in cui questo sentimento era il protagonista?
Risposta: Oh certo! I ragazzi non mancavano di fare allusione all’amore…anche alcune novelle narravano storie d’amore. La cosa strana era che riuscivano a parlare d’amore e di religione quasi nello stesso momento, senza alcuna inibizione o incertezza. Si narravano storie di amanti segreti, di amori non ricambiati ma anche di grandi passioni.
Si sono raccontate anche novelle che trattavano il tema della cortesia non necessariamente attuata da nobili, ma anche da gente comune che aveva innata questa qualità come nella novella di Cisti Fornaio.
Domanda: La ringrazio a nome del giornale “Firenze…ultime notizie!!” che in questa occasione speciale uscirà in ben 40 copie
Risposta: Ringrazio molto il vostro settimanale e concludendo vorrei invitare i lettori che ancora non lo avessero fatto a leggere il “Decameron” un’opera che merita di essere letta non solo dalle donne, a cui l’autore dedica personalmente il suo scritto, ma da tutti!

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