Sofocle

Materie:Riassunto
Categoria:Italiano

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Testo

SOFOCLE
EDIPO RE
Ripensare Edipo ha una dignitа storiografica non inferiore a quella di qualsiasi altra ricerca, se si tiene presente che l'Edipo re appartiene al ristrettissimo numero di capolavori che hanno riproposto nei secoli una sfida ermeneutica mai sopita.Dunque conoscere Edipo и in fondo “conoscere se stessi”,secondo il noto precetto del Dio di Delfi.

L’Edipo Re и una delle tragedie piщ nota ed ammirate, non solo in Sofocle, ma in tutto il teatro greco.E’ il dramma di un uomo ossequiente al volere divino, e gravato tuttavia dalla mano del destino che lo segue nella sua infelicitа. E’ stato giustamente osservato che la storia di Edipo и quella di un uomo qualunque che si crede, anzi и per un certo tempo, davvero felice, e da questa felicitа scopre a un tratto ch’egli и infelicissimo e autore di terribili delitti.Egli и l’uomo in balia del destino, l’uomo che, dai tempi piщ antichi, s’и sentito debole e misero di fronte ad una potenza piщ grande che lo sovrasta.
Il problema della datazione
Mancando notizie certe e precisi riferimenti interni la data di composizione e rappresentazione della tragedia и stato il banco di prova della debolezza delle ipotesi di tutti gli studiosi che si sono cimentati a determinarla,nessuna soluzione и pertanto validamente probabile Il ricordo della peste del 430-427 puт essere assunto come terminus post quem: il rito tragico poteva servire da rimozione di quel ricordo e additarne la catarsi e la liberazione,trovare la spiegazione di quella tragedia attuale in una colpa misteriosa e purificarsene i colpevoli.
Tucidide aveva esposto le sue ragioni scientifiche al fenomeno, Sofocle ne aveva indagato le riposte veritа, ne aveva investigato il mistero attraverso l’uomo che sa (ooooo l’enigma del piede, cioи che conosce se stesso.Solo cosм era possibile rimuovere dalla coscienza degli Ateniesi quel flagello che non aveva risparmiato neppure l’uomo migliore, Pericle, che aveva riempito di terrore la cittа sacra ad Atena. L’episodio, emblematico di una contaminazione e di un grave sacrilegio, ebbe quindi il suo peso di ricordi e di angosce per un uomo pio come Sofocle, che aveva visto tanto orrore e aveva voluto indagarlo con la religiositа.
Secondo un’altra datazione, risalente ad Aristotele ed echeggiante nel Sublime, l’Edipo Re sembra stabilirsi non nel 425, ma intorno al 411, prima delle Fenicie di Euripide (410), dopo quei drammi euripidei in cui riappare, a gran distanza dall’Agamennome, il tetrametro trocaico.
Il contenuto della tragedia
L'opera si apre con la presentazione della cittа di Tebe afflitta dalla sterilitа e dalla pestilenza; i cittadini chiedono perciт aiuto a Edipo, re della cittа. Il sovrano risponde di essere in attesa del ritorno del cognato Creonte, inviato a Delfi per avere un responso dall'oracolo. Giunto in cittа, Creonte svela il responso del dio: per salvare Tebe и necessario scoprire ed esiliare l'uccisore di Laio.
Edipo organizza immediatamente le ricerche, dichiarandosi ansioso di fare giustizia. Viene convocato l'indovino Tiresia; costui si mostra dapprima reticente; in un secondo tempo, minacciato dal sovrano, accetta di svelare l'amara veritа. Il vecchio afferma la colpevolezza di Edipo stesso, il quale avrebbe ucciso il padre e si sarebbe unito in un rapporto incestuoso con la madre. Il re, sdegnato, scaccia in malo modo Tiresia, accusandolo di esser d’accoro con Creonte nel voler rovesciare il suo potere, e prosegue le ricerche, non credendo assolutamente a ciт che ha udito. Parlando con la moglie Giocasta, perт, scopre le condizioni in cui и morto il suo predecessore e riscontra elementi simili alla situazione in cui egli, prima di giungere a Tebe, ha ucciso un viandante per un semplice motivo di precedenza. La moglie cerca di dissuaderlo da questa ipotesi, e a questo scopo manda a chiamare l'unico servo superstite dalla strage. Nel frattempo, giunge alla corte un ambasciatore di Corinto, che comunica la morte di Polibo, re della cittа. Edipo, angosciato, pensa che questo dimostri la veridicitа dell'oracolo: egli и infatti convinto di essere figlio del re di Corinto.
A questo punto il messo gli rivela il segreto della sua infanzia: Edipo и stato trovato abbandonato sul monte Citerone, da qui и stato condotto alla reggia di Corinto e и stato adottato dal re come fosse suo figlio.L' angoscia di Edipo cresce sempre di piщ e mentre la moglie, che ha capito la veritа, cerca di dissuaderlo dal proseguire le ricerche, egli и sempre piщ desideroso di andare a fondo.
Il servo superstite, giunto sul posto, si rifiuta di rivelare ciт che sa, ma poi, costretto dal sovrano, comunica ai presenti tutta la veritа. L'uccisore di Laio и Edipo stesso; il servo, anni prima, non ha perт avuto il coraggio di denunciarlo al popolo, perchй, quando egli и giunto in cittа dopo la strage, ha visto che il colpevole era giа stato investito della carica reale: Edipo aveva infatti liberato Tebe dalla Sfinge, e perciт era considerato il salvatore della cittа. Il sovrano, distrutto, rientra quindi nella reggia. Qui, vista Giocasta morta suicida impiccata, si acceca trafiggendosi gli occhi con le fibbie della sua veste. In seguito, dopo un ultimo colloquio con Creonte, si allontana dalla cittа in volontario esilio.
La struttura dell'opera
L'Edipo Re ruota interamente intorno alla figura di un solo personaggio, Edipo appunto, che и cosм quasi costantemente presente sulla scena. Un'altra caratteristica peculiare di questo dramma и che l'antefatto tragico precede totalmente l'inizio della tragedia vera e propria: in questo modo tutta la rappresentazione и giocata su due elementi fondamentali: l'anagnтrisis e la peripиteia. L'anagnorisis и il riconoscimento: esso consiste proprio nell'impegno impiegato per comprendere, lungo tutto il corso della tragedia, chi sia il colpevole del regicidio.
Scoperto ciт di cui si era in cerca, perт, si comprende come nel frattempo si stesse cercando anche la vera identitа del protagonista, che risulta tragicamente essere la medesima dell'imputato. La peripиteia и quindi il rovesciamento dell'azione nell'esatto contrario: nei versi 513-862,Edipo, venuto a conoscenza della tremenda veritа, si identifica con l'essere immondo a cui fino a questo momento ha dato la caccia e vede ricadere su di se tutte le minacce e le maledizioni che fino a quel momento ha scagliato su un indefinito "altro":diventa da cacciatore cacciato, del re e del suo dddddddd .Dalla sottolineatura di queste due caratteristiche della tragedia и giа possibile comprendere come essa sia interamente giocata sull'ironia tragica. Con questa espressione si intendono il contrasto e la conflittualitа costantemente presenti nell'opera tra il senso ingannevole di Edipo e il senso dettato dall'onniscienza dello spettatore e del lettore(v. 219io parlo da estraneo alla faccenda; vv.264-266combatterт per Laio come se si trattasse di mio padre e giungerт a tutto pur di stanare l’assassino) . In questa tragedia tutto и doppio e opposto: ciт che accade prima dell'anagnorisis rispetto a ciт che accade dopo; la realtа di Edipo che da accusatore diventa vittima e accusato; infine le stesse parole e le affermazioni del protagonista, fin dall'inizio, assumono un significato ambiguo. Proprio per questo, anche al livello linguistico-espressivo, vengono utilizzate figure retoriche quali l'antifrasi e l'anfibologia, col fine di evidenziare ulteriormente l'assurditа della situazione. Edipo infatti pronuncia frasi che tendono a esaltare gli stessi valori che, senza saperlo, ha giа tradito: egli in gran parte dei suoi discorsi prima dell'anagnorisis si dimostra particolarmente interessato ad accentuare l'importanza dei rapporti familiari, che poi comprenderа di avere irrimediabilmente distrutto.
La presentazione de personaggio
Nell'Edipo Re, il ruolo di protagonista indiscusso spetta indubbiamente a Edipo. Egli и il personaggio tragico per antonomasia; riassume infatti in sй caratteristiche fra loro antitetiche, che contribuiscono a creare l'immagine di un "eroe del tragico". Cosм Sofocle ribadisce la propria pessimistica visione dell’esistenza: Edipo и assolutamente innocente, o almeno и convinto di esserlo, ma, nello stesso tempo, и anche impuro, in quanto, per il semplice fatto di essere nato, rappresenta l’uomo che, sebbene assolutamente incolpevole,la divinitа ha voluto gravare dei mali e delle colpe piщ terribili che si possano immaginare .E’messa in luce cosм la forte religiositа del poeta,che nel periodo in cui и vissuto veniva messa in discussione dalle tesi protagoree, che vedevano ‘l’uomo misura di tutte le cose’.Quello che invece Sofocle vuole dimostrare,и che la divinitа puт tutto, come ha potuto mettere in moto un ingranaggio al fine di far giungere in perfetta puntualitа Edipo con gli appuntamenti col destino.Infatti la tragedia,come .........delle passioni,si pone al centro della problematica del tempo,poichй il pubblico vive in prima persona i conflitti,concreti e attuali,che ne stanno alla base,ribadendo la sua funzione paradigmatica.Come per Eschilo, anche per Sofocle il compito del poeta tragico consiste nell’interpretazione della storia sacra,sorretta dalla fede in un ordine cosmico divino e razionale,nell’esistenza di potenze divine che sempre intervengono nella vita umana.La sua fede era perт d’altro conio che quella di Eschilo;quest’ultimo credeva nella giustizia immanente nelle vicende del mondo e in Zeus suo custode.Il figlio di Sobillo invece manteneva viva la primitiva religiositа greca,tendente ad avvertire il divino nel mondo intero. Edipo si impegna nel ricercare e affrontare la veritа, ma, in questa sua ricerca, la sua angoscia cresce sempre di piщ e provoca una graduale ma veloce distruzione del suo potere, oltre che della sua organizzazione mentale.Il metodo di ricerca che utilizza и molto curato e razionale,ben diverso da quello di Giocasta,ma all'approccio assolutamente razionale che Edipo vorrebbe applicare alla realtа si contrappone quindi la realtа stessa, che si manifesta in modo incomprensibile per l'uomo, senza seguire alcun ordine logico, nй tanto meno temporale.Sempre attenendosi ai principi dell’ironia tragica,il figlio di Laio scaglia maledizioni atroci,esige la ricerca e il bando dell’omicida.(cfr vv135-140) I primi due aspetti sottolineati mettono giа chiaramente in luce l'importanza che in questa tragedia assume la riflessione sulla condizione umana. Viene innanzi tutto evidenziata la debolezza dell'uomo: egli и totalmente impotente di fronte alla realtа, in quanto il suo destino и regolato dalle scelte della divinitа. L'idea della fragilitа umana non implica perт direttamente il fatto che l'uomo sia totalmente insignificante; al contrario egli si impegna nella ricerca del vero, ed и proprio questa ricerca che reca all'uomo dignitа e grandezza, prerogative che gli restano anche quando egli giunge al massimo del dolore e della rovina. Il meccanismo della conoscenza si rivela cosм molto particolare: l'uomo si sforza di conoscere, e, quando finalmente possiede la conoscenza, il suo coraggio sta nell'accettare e saper sopportare la sua tristezza, dimostrando cosм la sua saggezza. L'uomo passa perciт dall'inconsapevole felicitа alla triste veritа.
E' quindi possibile sottolineare quattro aspetti fondamentali del protagonista: egli и il "self-made man", l'investigatore del vero, il EEEEEEEE infine и l'uomo a confronto con il suo subconscio. All'interno della tragedia viene evidenziato di volta in volta nell'agire del personaggio uno di questi ruoli.
Lo scontro con Tiresia e la dimensione oracolare
Enigmi e oracoli fanno da sfondo all’Edipo Re, e poichй la loro natura и doppia, ne consegue che tutto и doppio in questa tragedia, strutturata in modo che nella seconda parte di essa ciт che viene detto e fatto и l’esatto contrario di ciт che avviene nella prima.Questa doppiezza e ambiguitа vengono egregiamente rappresentata nella figura di Tiresia: secondo F. Fergusson “In questa parte le opinioni, le visioni, da qui anche i propositi degli antagonisti sono in contrasto diretto. Poichй entrambi s’identificano tanto completamente con le loro visioni e con i loro propositi, il dibattito scende da un livello dialettico su un piano che sta completamente al di sotto del razionale: diventa crudelmente ad hominem. Noi siamo in una posizione quanto mai favorevole per scorgere l’assurda incommensurabilitа dei veri esseri di Edipo e Tiresia; essi indietreggiano l’uno dall’altro cosм come entrambi indietreggiano dal soprannaturale.Alla fine del colloquio chi ha ricevuto la ferita piщ profonda и Edipo e il suo grande discorso ‘o ricchezza, o forza del potere’, и un’espressione molto piщ lirica di quanto non lo fosse l’ordinata esposizione con cui aveva incominciato.”
Tiresia, con parole rese solenni da termini epici (TTTTTTTTTTTTTTe tecnici, e perciт prive d’ira, ma gravide di scherno e ironia per l’avventatezza del bando appena proclamato (ai vv. 236-240), ritorce l’accusa e la rende grave e terribile (‘empio contaminatore di questa terra’ con la formula del responso delfico ); nell’ esacerbazione delle passioni , che stravolgono la mente, Edipo non riesce ad ordinare l’intricato intarsio di fatti e allusioni e partorisce la ritorsione in un’ accusa che si sviluppa con una logica: se egli non и colpevole, l’indovino mente per un occulto interesse, cioи per appoggiare una congiura di palazzo tesa a cacciare lo straniero,addossandogli l’antico ed impunito delitto. Lacccccccdi Tiresia и tutta giocata sulla paradossale e orrenda antitesi tra vedente e cieco,tra luce e tenebre , in un crescendo profetico di imenei e maledizioni, in un riecheggiare di urla a lamenti. Tiresia и quel sofferente indovino di cui Sofocle si serve anche in Antigone per rivelare una veritа che gli altri mortali difficilmente vedrebbero.Egli и fisicamente cieco, ma Edipo e parimenti il coro, affermano che se vi и qualcuno in grado di scoprire chi и il colpevole questo и Tiresia, con la sua soprannaturale a profonda visione del futuro. A questo punto del dramma, Edipo и al polo opposto dell’esperienza nei riguardi di Tiresia: egli и eroe, monarca, capo dello stato, vede eppure non sa.In questo momento la sua conoscenza и nnnnnncioи ‘so per aver visto’(tu che vai gli occhi, ma non vedi il male dentro il quale ti trovi vv 403-404), mentre, dopo la vvvvvvvvvv ,si accecherа e solo in quel momento conoscerа veramente, come prima sono chiare,davanti agli occhi ciechi di Tiresia, le fasi dell’infelice vicenda di Edipo.
Il confronto fra Edipo e Creonte
Il colloquio и vivace e si snoda tra due poli opposti: l’impulsiva eloquenza dell’accusa di Edipo e la sottile dialettica della difesa di Creonte.
Questi, affranto dal peso dell’accusa, manifesta al Coro il desiderio di morire, e se Edipo crede “con sguardo e cuore fermi” di avere subito con atti o parole un’offesa tanto grave, che lo renderа indegno della sua patria. Non puт credere che si attribuisca ad un suo consiglio la menzogna dell’indovino.Il Corifeo, con atto di deferenza( non vedo ciт che fanno i potenti) , risponde con ‘ignoro’ e ‘non so’ alle domande.
Entra in scena Edipo (v 532) che lo accusa direttamente di aver tramato la sua rovina per rubagli il regno.Si svolge tra i due un contrasto che, iniziato con una dialettica calma e disticomitia (vv.543-556), precipita in una concitata sticomitia.
Edipo, riconosciute le doti oratorie di Creonte,si dice incapace di comprendere le sue giustificazioni, perchй lo ritiene acerrimo nemico e uomo malvagio.I punti di forza dell’accusa di Edipo dono:il consiglio datogli da Creonte di interrogare l’oracolo, le ricerche infruttuose sull’ assassinio di Laio, il passato silenzio di Tiresia che ha stima di saggio .Questi fatti conducono all’ovvia conclusione:se non fosse stato d’accordo con te, non avrebbe mai affermato che ho ucciso io Laio. (vv572-573)
Creonte ribatte, cercando di smontare con un’ampia e razionalistica aaaaa e con argomentazioni dialettiche di tono socratico il movente dell’accusa,la brama di potere. Egli si presenta come un uomo amante del quieto vivere.Ecco le sue stringenti deduzioni: nessuno sceglierebbe di regnare tra le paure piuttosto che riposando senza timore,se avrа gli stessi poteri.Io non ho alcun desiderio di essesr un oooooooooopiuttosto che agire dappppppppppnй altro che sa di essere saggio.Ora ho da te tutto senza paura;se invece comandassi, dovrei fare molte cose contro il volere.Come potrebbe essere per me la ooooooooopiщ dolce di possedere un potere e di un governo senza affanni?Non sono tanto illuso da desiderare altri beni che non siano uniti al mio vantaggio.Ora sono caro a tutti,ora ognuno mi ama, ora chi ha bisogno di te chiama me…Perchй dunque dovrei prendere quelli, lasciati questi vantaggi?(vv.585-599).Riguardo all’accordo con Tiresia lo incita a recarsi a Delfi per apprendere il vero, prima di condannare per labili indizi: cacciare un amico leale lo dico uguale a togliere la vita che soprattutto si ama…solo il tempo rivela l’uomo giusto,ma il malvagio anche in un solo giorno potresti conoscerlo.
Edipo non si lascia convincere e gli annuncia che per sua difesa vuole la sua morte e non l’esilio.Con un dialogo piщ serrato che risolve la sticomitia in rrrrrrrrr,Edipo richiede ubbidienza anche se dovesse essere in errore.Creante ribatte con un principio rivoluzionario, che sarа proclamato soltanto dal giurisdizionalismo moderno:non perт se uno governa male.
In questo momento di estrema tensione in cui ognuno si appella alla giustizia della cittа nella impossibilitа di conciliare le divergenti posizioni, annunziata dal Coro, entra Giocasta, opportuna a compiere la eeeeeee
L’intervento di Giocasta
L’intervento di Giocasta nel litigio tra il marito ed il fratello che si concluderа con la grazia, и pacificatore, riporta un po’ di calma e dа una pausa nell’azione scenica dopo l’asprezza del contrasto con Tiresia.Esso и condotto con abilitа e con estrema razionalitа piщ che con slanci poetici e ricalca la tecnica oratoria che doveva essere presente agli spettatori che assistevano ai processi nei tribunali.
Il nodo tragico di tutta la scena sta nell’errato giudizio di Giocasta sulla validitа delle profezie.Ella rispetta il giuramento agli dei(v647),ma и portata a concludere che la loro volontа non puт essere oggetto di umana conoscenza, perchй crede che la profezia della morte di Laio per mano del figlio non si sia avverata.Il dubbio umano и fermamente condannato davanti alla voce divina alla quale l’uomo non puт sfuggire. Sofocle presenta l’umana conoscenza in forma tragicamente ironica e la condanna a priori.Nella lotta tra uomo e dio egli si schiera apertamente dalla parte del dio senza pietа per questi esseri dubbiosi.Solo allo squarciarsi delle tenebre Sofocle stenderа il suo pianto di compassione sulla tragica solitudine umana
Il rapporto con il Coro
La caratteristica peculiare della funzione del Coro in Sofocle и che, pur essendo inserito nell’azione scenica, non ha piщ l’incarico di interpretare il significato recondito dell’azione, nй di mediarlo rispetto al pubblico, essendo abbastanza intelligibile da tutti.In questa tragedia Sofocle si serve del coro, interpretato dai tebani, per suscitare la riflessione negli ascoltatori.Il primo stasimo и caratterizzato da un ritmo concitato e scattante nella partecipazione di orrore e pietа per la sorte dell’ignoto omicida, che poi sfocia in una calma provocata dalla presenza del dubbio riguardo la colpevolezza di Edipo.
Il secondo,invece, si avvia dalla preghiera alla ‘purezza’ di Edipo e da una sua frase(v.823) che riprende per celebrare le leggi divine. A queste si oppone la iiiii che genera la tirannide, dalla quale chiede di essere libera la terra.Poi alla condanna della superbia che non teme la giustizia ed и punita da una aaaaaaaaaa si leva la deprecazione contro i falsi presagi e il rifiuto del culto di Apollo.
Il terzo stasimo ricalca la forma dell’ IIIIIIII (da eeeeeeeeeeeee”danza al ritmo del canto”)in onore di Apollo,che serve a Sofocle a preparare attraverso il contrasto la catastrofe,ed и un inno al Cicerone, perchй patria di Edipo.Nell’ antistrophи il Coro si interroga sui natali di Edipo e attraverso una serie di ipotesi ne arguisce un’origine divina.
L’ultimo stasimo и il canto sereno della contemplazione dell’umana nullitа ,l’inno alla mmmmm che puт dare consolazione nello sforzo con la sua forza catartica.
Secondo H.W.Smyth “la maggior parte di questi canti, generalmente brevi, ricorre immediatamente prima della catastrofe –di cui il coro non presenta alcun presentimento- interrompendo la continuitа della narrazione con una sorta di ironia drammatica, ma mettendo altresм in rilievo l’estrema tensione della situazione”.
L’interpretazione di Freud L'interpretazione che Freud diede del mito di Edipo cosм come esso compare nella tragedia sofoclea non rappresenta solo uno dei tanti punti di vista espressi dagli studiosi nel corso del tempo, bensм si configura anche come un termine di paragone imprescindibile per le interpretazioni successive. E' vero infatti che, in un modo o nell'altro, ogni ellenista o storico che abbia preso in considerazione il mito edipico dopo Freud ha dovuto prendere in considerazione le teorie di quest'ultimo, se non altro per confutarle, rettificarle, adattarle.
L'analisi dei sogni
Sigmund Freud arriva a elaborare le proprie tesi a partire dalla sua esperienza di medico neurologo; come riferisce ne L'interpretazione dei sogni, tra i soggetti affetti da nevrosi o anche sani da lui esaminati, molti tendevano a sognare la morte del genitore del medesimo sesso.
Partendo dalla regola secondo la quale il sogno non rappresenta i desideri del momento in cui si vive, ma desideri provati in epoche passate, Freud arriva a sostenere che in generale ogni bambino и portato, nei primi cinque anni di vita, ad essere attratto da genitore di sesso opposto e a percepire come rivale ostile quello del medesimo sesso, fino a desiderarne la morte.
Si potrebbe pensare che tale ostilitа derivi dal desiderio, da parte del maschio, di raggiungere il prestigio detenuto dal padre in una societа fondamentalmente patrilineare, e, da parte della femmina, di raggiungere l'indipendenza sessuale che invece le viene negata dalla madre.
In realtа il periodo in cui il bambino soffre del complesso di Edipo che lo porta alle reazioni descritte, deve essere collocato nella prima infanzia e non nell'adolescenza per poter essere rilevante nella strutturazione della personalitа individuale.
La leggenda di Edipo
Freud ritiene che la conferma alla sua teoria psicanalitica possa venire dalla leggenda edipica cosм come и stata elaborata dalla tragedia sofoclea. Freud rifiuta l'interpretazione solo come una "tragedia del destino". Egli ritiene che il successo della tragedia risieda soprattutto nella sua "materia", cioи nella vicenda di Edipo stessa. Infatti, se si accetta che nei primi anni di vita tutti hanno desiderato unirsi con la madre e uccidere il padre (o viceversa, nel caso delle femmine), и ovvio che la tragedia non fa che mettere in atto, sulla scena, i desideri infantili di ogni persona umana.
Sarebbe proprio per questo, secondo lo psicanalista, che il mito di Edipo и ancora capace di commuovere, mentre le tragedie moderne del destino non riescono piщ a farlo. Per usare le parole di Freud:
Il suo destino (quello di Edipo) ci colpisce solo perchй avrebbe potuto essere il nostro, perchй l'oracolo ha fatto a noi, come a lui, la stessa maledizione prima della nostra nascita.(...) Re Edipo ci mostra semplicemente la soddisfazione dei nostri desideri infantili.
La presunzione dello psicanalista sta forse nell'aver identificato come universale la commozione suscitata dal dramma e nell'aver trovato nella speciale materia di esso l'unica, universale "molla" che genera l'effetto tragico.
La repressione e la tragedia
Essendo generalmente il pubblico teatrale composto da persone adulte, nessuna di esse, a meno di essere affetta da nevrosi, soffrirа del complesso di Edipo. La tragedia non rivela dunque un desiderio presente, ma uno passato, ed и tanto piщ capace di suscitare commozione quanto piщ tale desiderio и stato rimosso dall'inconscio.
Ma la tragedia agisce in modo simile alla psicanalisi, costringendo ciascuno a porsi dinanzi a ciт che si era misconosciuto perchй contrario alla morale.

L’interpretazione di Nietzsche
Nietzsche si misurт piщ volte col mito dell’eroe tebano, anche al di lа dell’interpretazione datane dal tragediografo. Il filologo tedesco applicт ad esso categorie estetiche inedite da lui elaborate, che lo portarono ad allontanarsi sempre piщ dai paradigmi interpretativi consolidati nella sua epoca e fortemente radicati nell’ambiente accademico.
L’esercitazione scolastica del 1864
La prima testimonianza dell’interesse di Nietzsche per le tragedie sofoclee aventi Edipo per protagonista и rappresentata da un commento del primo canto dell’Edipo Re. Secondo questa interpretazione, su cui l’autore si appiattisce a causa della natura scolastica dell’elaborato, Edipo deve essere considerato come il simbolo dell’incapacitа umana di opporsi ai rovesci della sorte: il motivo della lotta contro il destino era giа stata colta come motivo centrale della tragedia nell’ambito dello stoicismo, ma il giovane Nietzsche conosceva questa lettura principalmente dai testi sui quali studiт.Dal punto di vista estetico, N la giudica perfettamente riuscita, seguendo le orme della Poetica di Aristotele, mentre dal punto di vista etico-didascalico essa и ritenuta imperfetta e pertanto bisognosa di un completamento, che le giungerа nell’Edipo a Colono: solo a quel punto si realizza infatti la conciliazione tra gli uomini e gli dei, la quale permette di affermare che l’intervento divino и comunque non arbitrario, bensм mirato a conservare l’equilibrio del mondo.
Un taglio nettamente diverso, sintomatico di maggiore originalitа, и quello assunto nel commento puntuale del testo poetico: l’autore legge il dramma di Sofocle come opera d’arte prevalentemente musicale, identificandone il pubblico con l’appellativo di ascoltatori e non di spettatori e vedendo nel prologo una vera e propria ouverture operistica che riesce a contenere tutti gli elementi centrali della tragedia stessa.
Una nuova interpretazione
Nel 1870 a Basilea tenne un corso sull’Edipo Re,che rappresentт l’occasione per una nuova interpretazione molto diversa da quella giovanile. Le radici di questa inversione di tendenza risiedono nella constatazione del radicale pessimismo della mentalitа greca, che vede l’uomo in balia del destino in maniera del tutto svincolata dalla sua condotta effettiva: a questo punto, cercare per Edipo una colpa specifica sarebbe, oltre che inutile, anche scorretto: equivarrebbe infatti ad applicare all’opera categorie estetiche moderne, disconoscendo il reale significato del tragico per i Greci. La sofferenza di Edipo diviene allora non solo necessaria, ma anche positiva, specialmente se considerata insieme al compimento dell’Edipo a Colono
La nascita della tragedia
In quest’opera e nei frammenti risalenti all’epoca della sua redazione Nietzsche inserisce Edipo nel solco della dialettica apollineo-dionisiaco e lo sceglie, insieme al Prometeo di Eschilo, come modello di eroe dionisiaco, del quale il personaggio sofocleo sembra incarnare le caratteristiche fondamentali: dismisura ed esaltazione di sй, capacitа di dissolvere il principio di individuazione apollineo.
Queste stesse qualitа sono quelle che lo fanno sprofondare nel baratro, pagando pienamente il prezzo delle sue azioni.
L’autore ha quindi buon gioco a usare la figura di Edipo per polemizzare contro l’idea di serenitа greca, pregiudizio largamente diffuso ma sconfessato dalla stessa trama: di serenitа si puт parlare solo in riferimento all’Edipo a Colono, per cui solo alla fine di un lungo percorso di espiazione e sofferenza.
Ciononostante, l’aspetto piщ innovativo dell’approccio di Nietzsche alla figura di Edipo risiede nello spostamento dell’attenzione dalle tragedie di Sofocle al mito in sй: si tratta infatti di un atteggiamento destinato ad avere largo seguito e ad aprire la strada a interpretazioni diverse da quella tradizionale anche a partire da discipline quali l’antropologia, l’etnologia o addirittura la psicanalisi. Il personaggio di Edipo viene dipinto con tratti per molti versi superoministici: egli и portatore di un’alta sapienza dionisiaca che lo porta a spezzare "l’ordine del presente e del futuro", a violare “i piщ sacri ordinamenti naturali”, ma и anche colui che ne soffre le conseguenze fino all’autodistruzione, “sperimentando su di sй la dissoluzione della natura” da lui ingenerata.
Nietzsche fu pienamente consapevole della carica eversiva della sua interpretazione, cosм da criticare l’atteggiamento dei professori di liceo della sua epoca, i quali, imbarazzati dalle tragedie di Edipo, ne offrivano esclusivamente una lettura in chiave moralistica, ricavando dal mito un generico insegnamento di passiva sopportazione del destino.
L’Edipo Re,una tragedia ancora attuale
Leggendo la tragedia di Sofocle non ho potuto fare a meno di notare che le tematiche proposte sono molto vicine a quelle che interessano direttamente la nostra societа.Al giorno d’oggi, chi и Edipo?Chi sono quelle divinitа che lo sovrastano e gli negano la possibilitа di cambiare il proprio destino?Proprio oggi ho visto alla televisione un programma in cui venivano mostrate la condizioni dei giovani in Brasile:proprio come quelle di Edipo, disperate e senza via di uscita.Ma senza bisogno di spingermi cosм lontano, и facile trovare degli(e quanti!) esempi nella realtа in cui vivo:il caso piщ lampante и quello di Erica, una mia coetanea che ha ucciso proprio come Edipo il padre,la madre.Ma fino a che punto и realmente lei responsabile del crimine commesso?Almeno ai tempi del religiosissimo Sofocle, si poteva attribuire la colpa agli dei ed al destino. A chi ci possiamo rivolgere invece oggi, quale puт essere il mio punto di riferimento?Quale и il dio cosм crudele che permette un crimine cosм efferato?Ma invece c’и, io giа lo vedo, ho capito chi и.E’ la televisione, che ci porta a vedere la violenza come un fatto quotidiano da osservare mentre stiamo cenando, и il computer, che ci porta ad estraniarci dalla realtа, и tutto ciт che ci fa perdere il contatto con la terra, con noi stessi, che ci omologa nei prototipi di perfetti consumatori, и tutto ciт che ci allontana dalla creativitа, dalla nostra giornaliera follia.
Infatti, siamo riusciti a conoscere la terra in lungo e in largo,abbiamo esplorato i cieli,possiamo intendere tutti gli elementi della materia, e abbiamo macchine con le quali con un semplice gesto possiamo essere in contatto con l’altra parte del mondo in tempo reale.Ma siamo realmente arrivati lontano? Sono proprio queste le cose che realmente contano?Siamo riusciti nell’impossibile, ma ancora non abbiamo potuto conoscere noi stessi,abbiamo la Luna e gli astri, ma non riusciamo a perforare il guscio e scoprire tutto quello che abbiamo dentro.
E’ per questo motivo, secondo me, che l’Edipo Re, come un po’ tutte le tragedie di Sofocle, sono ancora terribilmente attuali, forse piщ ora di prima.
BIBLIOGRAFIA
Atene:un villaggio globale,C.Fucarino
Idea di un teatro,F.Fergusson
Il ramo d’oro,J.G.Frazer
Rito e poesia corale in Grecia, H.W.Smyth
L’interpretazione dei sogni,S.Freud
La nascita della tragedia,F.Nietzscheedipo alla luce del folclore,V.Ja.Propp
Letteratura e pubblico nella Grecia antica,CH.R.Beye
La tragedia greca,M. Pohlenz
Letteratura greca,F. M.Pontani
Informazioni ricavate da internet
INDICE
IL PROBLEMA DELLA DATAZIONE………………………………………….p.2
IL CONTENUTO DELLA TRAGEDIA………………………………………….p.4
LA STRUTTURA DELL’OPERA………………………………………………..p.4
LA PRESENTAZIONE DEL PERSONAGGIO………………………………….p.6
LO SCONTRO CON TIRESIA E LA DIMENSIONE ORACOLARE…………..p8
IL CONFRONTO FRA EDIPO E CREONTE……………………………………p10
L’INTERVENTO DI GIOCASTA………………………………………………..p10
IL RAPPORTO CON IL CORO………………………………………………….p12
L’INTERPRETAZIONE DI FREUD……………………………………………..p14
1 L’analisi dei sogni
2 La leggenda di Edipo
3 La repressione e la tragedia
L’INTERPRETAZIONE DI NIETZSCHE……………………………………….p16
3 una nuova interpretazione
4 la nascita della tragedia……………………………………………………p18
L’EDIPO RE, UNA TRAGEDIA ANCORA ATTUALE………………………..p.20
BIBLIOGRAFIA………………………………………………………………….p.22

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