Papa Giovanni Paolo II

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Testo

Ore 21:37, le campane della Basilica di S. Pietro stanno suonando e purtroppo non a festa.
«Il Pontefice già vede e tocca il Signore».
È venuto a mancare il più amato dei pontefici: Giovanni Paolo II.
Il momento dell'addio di Papa Giovanni Paolo II arriva dopo un lento, lungo e doloroso declino che il mondo intero ha vissuto in diretta. Gli ultimi giorni e le ore estreme non sono apparse un improvviso crollo, semmai la prosecuzione e insieme l'esito inevitabile di un cammino di sofferenza che per il Pontefice era cominciato da tempo. Perché quella sofferenza, quella fatica, Giovanni Paolo II non l'ha mai nascosta. L'ha portata anzi nel mondo finché ha potuto, negli ultimi anni superando anche la soglia delle possibilità che i medici avevano previsto. Per questo il momento del dolore, delle lacrime, della tristezza per la sua scomparsa, appare anche confortato dai segni che egli stesso ha lasciato. La folla raccolta in San Pietro nella notte è stata, come tante altre volte, la risposta della gente comune, non soltanto dei fedeli più praticanti, alla sua capacità di essere una testimonianza vivente di fede anche in questi ultimi difficilissimi mesi. Negli occhi di tutti rimane il ricordo della sua ultima apparizione, con quella benedizione muta, quel tentativo estremo di strappare una tregua alla malattia, per trovare una parola e salutare chi lo attendeva in attesa in Piazza San Pietro. Nessuno, in piazza e nel mondo, poteva sentirsi abbandonato da quel Papa. Nessuno poteva sentirsi di abbandonarlo e il mondo intero, anche quello dei non cattolici, ha vissuto con questo sentimento le ultime ore di Giovanni Paolo II. Televisioni, radio, giornali, siti web hanno seguito passo dopo passo gli ultimi istanti della sua vita e milioni di fedeli hanno pregato per il Papa, ma anche per ringraziarlo di ciò che ha regalato, fino agli ultimi istanti della sua vita. E che non sarà dimenticato.
Ora che non c'è più risulta riduttivo limitare il suo ruolo a quello di capo della chiesa cattolica. È stato infatti uno degli uomini che più ha influenzato la storia del ventesimo secolo. Come pure i primi anni del ventunesimo. Il suo pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa ed ha avuto tanta rilevanza che alcuni cardinali avevano proposto che gli venisse attribuito il titolo di «magno» dato finora solo a tre papi nella storia. Se con il concilio Vaticano II la Chiesa era entrata nella modernità, con il pontificato di Giovanni Paolo II essa ne è diventata protagonista.

Andando a scavare nei nostri ricordi, sicuramente la prima cosa che ci si può ricordare di questo Grande Papa e Uomo, è quella ironica frase che disse il giorno della sua nomina: «Non parlo ancora bene la vostra lingua ,ma se sbaglierò voi mi correggerete!», bisognava saperlo che alla fine sarebbe stato lui a “correggere” l’intera umanità, sia sociale che, e soprattutto, politica; dove c’erano sicuramente più falle che altrove, per giunta si rese conto che portando cambiamenti in questo settore, il suo impegno si sarebbe riflesso sul popolo.

Wojtyla viene dall'esperienza di oltre trent'anni di vita vissuta in un regime comunista, e la lotta al comunismo, come pure al materialismo capitalista, sarà la costante di tutta la prima parte del suo pontificato. Nel 1979 compie il suo primo viaggio in Polonia. Dal 2 al 10 giugno l'intero Paese è in mobilitazione: la presenza di Giovanni Paolo II raduna folle che il regime, in più di trent'anni di dominio, non ha mai conosciuto. Da quel momento l'Unione Sovietica lo percepisce chiaramente come una minaccia tanto da scatenare una risposta armata: il 13 maggio 1981 Ali Agca un turco legato ai servizi segreti bulgari fedelissimi di Mosca tenta di ucciderlo sparandogli in Piazza San Pietro. Wojtyla viene ferito gravemente ma si salva. Più tardi svelando il celebre terzo segreto di Fatima rivelerà che il messaggio affidato alle bambine portoghesi si riferiva proprio all'attentato da lui subito.
Anche grazie al ruolo svolto dalla Chiesa cattolica in Polonia incitata dal Pontefice, si apriranno le prime crepe nel muro dei regimi comunisti che culmineranno nella caduta del muro di Berlino 1989 e nella fine dell'Urss.

Ma la fine dei regimi comunisti nei Paesi dell'Est coincide con una nuova fase nell'azione «politica» di Giovanni Paolo II che si indirizza d'ora in poi in una serrata critica dei limiti dell'Occidente capitalista e un avvicinamento alle ragioni del terzomondismo. Una critica resa tanto più efficace dalla sua attività di viaggiatore instancabile (oltre 230 viaggi nel corso del suo pontificato che ne fanno il Papa che ha viaggiato più di chiunque altro nella storia) che lo porteranno pressoché in tutto il mondo a predicare direttamente ai fedeli che in Cile come in Corea del sud accorreranno a milioni. «Cristo non ci ha detto "Sedete in Vaticano", ma ci ha detto: "Andate in tutto il mondo"» sottolineò Giovanni Paolo II ai vescovi italiani. Successivamente in un suo discorso spiegò che con questi viaggi attraverso il mondo ha capito che se si vuole essere un Papa moderno, aggiornato, non si può non viaggiare, nel modo contemporaneo del viaggiare che è l'aereo.
La critica al mondo materialista dell'Occidente e ai suoi valori si accompagna una costante autocritica anche della passata storia della Chiesa accompagnata da concreti gesti di riconciliazione. Come quello che lo vede entrare, come primo Papa nella storia, in una sinagoga a Roma. Da quel momento parte il riavvicinamento tra Vaticano ed Israele che porta all'istituzione di relazioni diplomatiche formali tra i due Stati. Ma Wojtyla chiederà perdono a nome della Chiesa anche per tutti i crimini commessi da essa nella sua storia, dal caso Galileo, alle crociate, all'Inquisizione. Un richiesta di perdono a cui si accompagnerà una costante ricerca di dialogo tra e con le diverse confessioni religiose come testimonieranno le giornate di preghiera organizzate ad Assisi con gli esponenti di tutte le religioni mondiali. E come negli ultimi anni del suo pontificato dimostrerà anche l'impegno a riavvicinare cristiani e musulmani divisi dall'esplodere del terrorismo islamico e dalle guerre in Afghanistan e in Iraq.
Tra le tante opere svolte da questo grande “Padre terreno dell’umanità” bisogna ricordare che è con i giovani che egli ha ottenuto, e ha dato, grandi soddisfazioni riuscendo ad instaurare un rapporto che nessun altro Papa prima di lui era riuscito ad ottenere, un rapporto basato sulla parola di Cristo. Il Papa “Buono” così lo chiamavano milioni di ragazzi e ragazze, la vera passione di Giovanni Paolo II. Un amore e un rispetto contraccambiato, con gli interessi, quello che legava il Nostro Pontefice a quella marea di gente che lo hanno sempre accompagnato, allegramente e addirittura chiassosamente, nell'intenso percorso pastorale di questo Pontificato. Una partecipazione e un affetto che ha sorpreso per le dimensioni e per l'intensità anche i più scettici osservatori. Le “Giornate Mondiali della Gioventù” erano ormai un appuntamento fisso e un'occasione per lanciare messaggi e invitare alla riflessione ma non solo i giovani.

Wojtyla, quindi, passerà alla storia per la sua opera interna alla vita della Chiesa ma anche per essere il Papa che ha riportato «le pecorelle smarrite al gregge» inoltre, è lui che ha proclamato più santi (482) e beati (1.337) e il prossimo, ne sono convinti in molti, potrebbe essere proprio lui.

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