Il Preromanticismo

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Il preromanticismo
Il preromanticismo
Il gusto preromantico si oppone a quello neoclassico, esaltando valori diversi:
➢ La natura grandiosa e tempestosa, selvaggia e desolata, insieme all’amore per il primitivo, il barbarico, per le atmosfere lugubri, cupe e tenebrose portano alla rivalutazione del medioevo come periodo di grande eroismo e dell’arte gotica come grande espressione della passionalità.
➢ L’amore non corrisposto e tragico e l’esasperazione passionale
➢ Lo Streben, il perpetuo tendere ad una meta, in un’ansia d’azione che supera la tentazione di appagarsi di un obiettivo raggiunto.
Lo Sturm und Drang
Lo Sturm und Drang fu un movimento che costituì un preannuncio del futuro Romanticismo. Fu un movimento letterario attivo in Germania tra il 1770 e il 1785. Si trattava di un cenacolo di giovani intellettuali inquieti e ribelli,insofferenti di ogni vincolo formale, quasi tutti amici del giovane Goethe. Questi è senza dubbio la personalità più significativa del gruppo, anche se in seguito intraprese vie del tutto diverse. Vicino al gruppo fu anche il giovane Schiller. Altri rappresentanti furono:
➢ KIinger, autore del dramma Sturm und Drang (Tempesta e impeto, 1776), da cui trasse la sua denominazione il movimento
➢ Lenz, autore del dramma I soldati (1776)
➢ Wagner, autore del dramma L'infanticida (1776)
➢ Müller, autore del dramma Situazione della vita del dottor Faust.
Come si vede, il genere prediletto dagli Stürmer era quello drammatico. Il movimento era influenzato dal filosofo Herder che, in polemica col razionalismo e con la letteratura del classicismo francese che ad esso s'ispirava, ritenuta arida e artificiosa, esaltava il primigenio spirito tedesco, il «genio» del popolo e la poesia popolare e da Rosseau, che esaltava la natura contro l'artificiosità della civiltà. Motivo dominante dello Sturm und Drang era la passionalità primitiva e selvaggia, un'ansia di libertà assoluta che infrangesse ogni limite segnato dalle leggi o dalle convenzioni sociali; di qui derivava anche il culto del «genio», delle grandi individualità, insofferenti di ogni costrizione. Sul piano letterario ne scaturiva il rifiuto di ogni classicismo, l'insofferenza di ogni regola, ritenuta mortificante, l'idea dell'arte come libera espressione senza freni della genialità individuale. Per questo, in contrapposizione al classicismo francese che aveva a lungo dominato il gusto europeo, dagli Stürmer veniva idolatrato Shakespeare, visto come una sorta di forza della natura che crea istintivamente.
Queste le opere principali dello Sturm und Drang:
1. “Saggio sull’origine del linguaggio” di Herder: In questo saggio viene spiegato come il nome di ogni cosa è intrinseco nell’oggetto stesso e in ogni oggetto è racchiuso un suono, divenuto poi radice del nome.
2. “Saggio sulla poesia ingenua e sentimentale” di Schiller: La poesia antica è ingenua, libera e quindi esprime al meglio la natura, mentre quella sentimentale, cioè la poesia più recente,quella romantica, è ricca di sentimento ma ragionata e quindi in un certo modo forzata e lontana dalla natura. Dunque la poesia ingenua è migliore di quella sentimentale.
3. “I dolori del giovane Werther” di Goethe: Nel 1771 il giovane Werther si trasferisce a Woldheim, un piccolo paesino di campagna e scrive numerose lettere all’amico Guglielmo a cui racconta delle persone con cui fa conoscenza. Egli non lavora e si dedica alla pittura ispiratagli dai paesaggi naturalistici molto suggestivi. Ad una festa egli conosce Lotte, figlia del podestà, una bellissima fanciulla di cui si innamora, pur sapendo che questa è già stata promessa ad un giovane di nome Alberto. Werther frequenta assiduamente la casa di Lotte e stringe amicizia con Alberto che non giudica però degno di Lotte poiché non altrettanto sensibile. Sapendo che non potrà mai essere corrisposto Werther decide di trasferirsi e non vedere più Lotte. Accetta quindi un lavoro presso l’ambasciatore. Egli è però insoddisfatto per il lavoro noioso, per le incomprensioni con il suo superiore e per i problemi che ha, in quanto intellettuale borghese, a inserirsi nell’ambiente aristocratico pieno di pregiudizi sociali. Werther abbandona il lavoro e si trasferisce in casa di un nobile che lo stima. Tuttavia ben presto egli sente il desiderio di tornare a Woldheim. Qui rivede Lotte della quale è sempre perdutamente innamorato, la quale però ha sposato Alberto. I sentimenti di Werther sono evidenti, per questo il suo rapporto con Alberto si guasta e questi invita la moglie a vedere l’amico meno spesso. Werther comincia a maturare il pensiero di uccidersi e per giorni non pensa ad altro. Fa visita a Lotte per l’ultima volta e, dopo averle letto i canti di Ossian, la bacia impetuosamente. Tornato a casa manda un servo da Alberto per farsi prestare delle pistole, scrive una lettera d’addio a Lotte ed una a Guglielmo,quindi si spara alla testa. Morirà dopo poche ore.
Critica del personaggio: Werther è un personaggio in contrasto con la società: egli è il tipo dell’artista (ha infatti una profonda vena artistica e letteraria) che vive, accanto al dramma amoroso, un dramma di emarginazione sociale che lo fa sentire frustrato, isolato, inferiore alle persone presso cui lavora. Si contrappone alla figura di Alberto, che è una persona razionale, perfettamente inserita nella società, un ottimo partito, considerato da Werther stesso un amico corretto, apprezzato e stimato.
Nota:il suicidio di Werther è assai moderno per quel tempo poiché utilizza come arma una pistola.
4. “Faust” di Goethe: Il Faust si ispira ad un personaggio storico, Georg Faust, oscura figura di mago vissuto nella Germania del primo Cinquecento. La figura ispirò un libro popolare ed anche il drammaturgo elisabettiano Marlowe, in cui Faust fa un patto con il diavolo per avere la conoscenza illimitata del mondo. L’uomo è visto negativamente, come esempio della superbia dell’uomo nella versione popolare e della grandezza umana rivolta al male. Nel Settecento Faust è ripreso dal razionalista Lessing che volge in positivo, illuministicamente, la sete illimitata di sapere personaggio, e ne prospetta la salvazione finale.
Trama: L'opera di Goethe si apre con un Prologo in Cielo, in cui Dio consente a Mefistofele di tentare Faust, sicuro che egli salverà comunque. Questi sostiene che tutto si può comprare invece Dio è convinto che se una persona è buona non tradirà mai la sua natura. La vicenda si apre nello studio del dottor Faust, che esprime la sua stanchezza e il suo disprezzo per la vuota scienza medievale di cui ha nutrito tutta la sua vita. Faust vorrebbe un rapporto immediato con la natura, un accesso diretto ai suoi segreti. Evoca allora lo Spirito della Terra, ma questi lo respinge. La sconfitta induce Faust al pensiero del suicidio. Esce per ritrovare il contatto con il mondo, ma al rientro nello studio viene seguito da un cane nero che in seguito si trasforma in un cavaliere dal piede equino: incontra così il diavolo Mefistofele. Con lui Faust fa una scommessa: Mefistofele gli farà attraversare tutte le esperienze della vita ed egli gli concederà l'anima se mai arriverà ad appagarsi anche solo di un istante di godimento, se arriverà ad affermare “Attimo fermati, sei bello”.
Il suo viaggio può essere diviso in due parti:
• il viaggio nel piccolo mondo (terreno)
• il viaggio nel grande mondo (spazia nella storia, sopratutto nel passato)
Nel corso del viaggio nel piccolo mondo, Faust conosce una fanciulla ingenua e di umile condizione, Margherita, e la seduce, uccidendone anche il fratello in un duello. La donna viene condannata a morte per aver soppresso il figlio della sua colpa. La tragedia rappresenta in questa prima parte l'impossibilità, per Faust, di conciliare l'amore con la sua irrequieta tensione, che lo induce a non appagarsi mai ad autosuperarsi continuamente (è questo lo Streben, il concetto chiave dell'opera).
Nel corso del viaggio immaginario nel grande mondo Faust incontra Elena di Troia unendosi a lei: è il simbolo della fusione tra spirito classico e spirito germanico. Ne nasce Euforione, simbolo della poesia romantica. In seguito ottiene dall'Imperatore una terra sterile, diventa quindi un feudatario un po’ rapace. Un giorno guardando le sue terre dice: “ se penso che queste terre potrebbero essere un posto di felicità, allora forse potrei dire attimo fermati, sei bello”.
Alla sua morte c’è una lotta fra angeli e diavoli; questi vogliono prendersi la sua anima ma poiché egli non ha totalmente affermato “attimo fermati, sei bello” (ha detto “forse potrei dire..”) gli angeli lo salvano. La scena ricorda quella dantesca di Bonconte di Montefeltro nel canto V del Purgatorio, la cui anima è salvata da Dio ( il padre di Bonconte, Guido, è fra i consiglieri fraudolenti).
Critica del personaggio: Il Faust è un’esaltazione dei valori moderni in contrapposizione con quelli passati; nascono idee capitaliste. Anche i personaggi di Frankenstein sono faustiani poiché desiderosi di conoscenza: il mostro vuole conoscere ogni cosa, Frankenstein vuole quasi superare Dio creando la vita.
5. “I masnadieri” di Schiller: Il dramma giovanile di Schiller, che nasce dal clima dello Sturm und Drang, presenta alcuni motivi e atteggiamenti che ricompariranno successivamente nella letteratura romantica europea, soprattutto la figura del grande ribelle, il cui fascino eroico deriva dal sovvertimento di tutte le leggi, umane e divine, e dalla scelta del male come mezzo per affermare la propria libertà e grandezza. Si tratta di una tragedia in cinque atti, in prosa, che nella struttura, specie nello sprezzo per le unità classiche, risente dell'ammirazione del giovane poeta, condivisa dal giovane Goethe, per Shakespeare (figura riscoperta al fianco di Omero). Protagonista è Karl Moor, uno studente aristocratico che conduce vita dissipata e irregolare. Egli esprime al padre il suo pentimento, chiedendo perdono per la sua condotta, ma il perfido fratello Franz carpisce con l'inganno al padre l'autorizzazione a rispondergli e, invece del perdono, manda una lettera dai toni aspri, in cui Karl viene ripudiato e diseredato. L'ingiustizia subita scatena l'impulso di rivolta di Karl contro la società, che già si manifestava nella sua insofferenza per la tirannide e per la mediocrità borghese. Si mette quindi a capo degli studenti suoi compagni, trasformandosi in brigante generoso, con l'intento di riparare soprusi e ingiustizie. Ma ben presto misura la vanità del suo progetto e l'inevitabilità della sconfitta: si rende conto di essere stato folle a voler migliorare il mondo con delle atrocità (ricorda per certi aspetti padre Cristoforo che riparava i soprusi con altre ingiustizie). La sua rivolta gli pesa come una maledizione che lo isola dagli uomini e dal creato intero, facendo di lui un reietto. Ma proprio la sconfitta accresce la nobile grandezza della sua figura, che si carica del fascino di Lucifero, il primo grande ribelle, sconfitto nel suo smisurato disegno, ma «maestoso sia pur nella rovina», come si esprime Milton nel Paradiso perduto. Spinto dal bisogno di ritrovare l'innocenza perduta torna al castello paterno, sotto mentite spoglie. Franz nel frattempo ha cercato in ogni modo di vincere la fedeltà di Amalia, la fidanzata di Karl, senza però riuscirvi. Karl scopre in un bosco vicino al castello che il padre, creduto morto per il dolore, è invece tenuto prigioniero da Franz. Il fratello malvagio, terrorizzato dal castigo eterno, sentendo avvicinarsi Karl e i suoi compagni desiderosi di far giustizia, si uccide. Ma anche il vecchio padre muore di dolore vedendo che Karl è divenuto un brigante. Karl rendendosi conto che non può più riscattarsi e che è indegno di Amalia, la uccide e, per reintegrare l'ordine da lui sovvertito, si costituisce alla giustizia. Il finale pentimento di Karl, piuttosto convenzionale, sembra più che altro una concessione alla censura e al gusto moralistico del pubblico (come ha osservato Mittner). Il significato vero della figura dell'eroe va piuttosto cercato nel gesto della ribellione suprema, da cui scaturisce quel fascino che ha fatto del Masnadiere un vero archetipo mitico della cultura dell'Ottocento.
L'ossianismo: Macpherson
Fama europea ebbero anche i Canti di Ossian: si tratta di poemetti in prosa lirica, pubblicati a partire dal 1761 dallo scozzese James Macpherson, come traduzioni dei poemi, cantati originariamente con l’arpa celtica, dell'antico bardo celtico Ossian, personaggio semi-leggendario del III secolo d.C.; in realtà si trattava di un abile falso che rielaborava motivi di antichi canti popolari, inserendoli in una struttura epica opera del Macpherson stesso. Vi si mescolano l'esaltazione della virtù guerriera e cavalleresca, secondo il mito roussoviano della bontà originaria dell'uomo primitivo, le storie degli amori appassionati e del destino infelice di alcune coppie di amanti, descrizioni di paesaggi cupi, desolati in cui la natura si manifesta in modo selvaggio, di atmosfere tempestose, di visioni notturne e spettrali; l’esaltazione della natura come portatrice di gloria eterna. L'opera incontrò un entusiastico successo, e fu subito tradotta in Italia da Melchiorre Cesarotti nel 1763 (in edizione accresciuta nel 1771). Ossian fu equiparato ad Omero, un Omero nordico, cupo e tenebroso.
La poesia "cimiteriale": Young e Gray, Pindemonte, Bertola
Sempre dall'Inghilterra si diffuse la moda della poesia "cimiteriale". Gli esponenti più noti furono Edward Young, autore di Il lamento, o Pensieri notturni (1742-45), una serie di riflessioni in versi sulla morte, e Thomas Gray, autore di una famosa Elegia scritta in un cimitero campestre (1750), in cui si celebra il valore delle esistenze oscure degli umili sepolti in un cimitero di campagna.
Anche questo tipo di poesia ebbe diffusione in Italia: ne risentì Ippolito Pindemonte, che aveva avviato la composizione di un poemetto sui Cimiteri, in ottave, quando la lettura dei Sepolcri. di Foscolo lo dissuase dal continuare; ed essendo il carme foscoliano diretto in forma di epistola in versi proprio a lui, riprese l'argomento come risposta ai versi di Foscolo.
Ai Pensieri notturni di Young si ispirano le Notti clementine (1775) di Aurelio Bertola, scritte per la morte di papa Clemente XIV. Il Bertola, conoscitore della letteratura tedesca, fu mediatore tra cultura nordica e cultura italiana con l'Idea della poesia alemanna (1779), e fu autore di un Viaggio sul Reno e ne'suoi contorni, dove, tra residui di manierata grazia arcadica, affiora una nuova sensibilità per la natura, intonata al gusto pre-romantico. Alla poesia "cimiteriale" si collegano, sia pur in modi problematici, i Sepolcri di Foscolo.
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