Il potere dei mass media

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Testo

Il potere dei mass media

La comunicazione di massa si è verificata con l’avvento del giornalismo, l’invenzione della radio e successivamente della televisione. Sul potere che le comunicazioni di massa esercitano su coloro che vi si espongono gli studiosi dibattono vivacemente, ma che tale potere si verifichi è certamente dimostrato, ad esempio la semplice comparsa di una persona sugli schermi televisivi induce dei modelli di comportamento.
I media godono di una vasta legittimazione sociale da parte del potere politico ed economico e per questo lo spettatore è portato a dare fiducia secondo meccanismi differenti rispetto a quelli utilizzati nella vita normale: nei media non c’è contatto diretto e personale, la fiducia nasce proprio dalla legittimazione sociale.
A questo punto, partendo dal termine “mass media”, ovvero mezzi di comunicazione di massa il cui scopo è quello di informare la massa e per informare intendiamo riportare obiettivamente un messaggio nella sua totalità, arriviamo ad una domanda fondamentale: i mass media informano o interpretano?
Di qui ovviamente i rischi di falsità e di raggiro sono all’ordine del giorno e vanno dalla scelta dell’oggetto da inquadrare, all’ordine delle notizie nel telegiornale.

E’ per questo che molto spesso sentiamo parlare di “quarto potere”, tra l’altro titolo di un famoso film di Welles; noto il fatto che ogni nazione gode di tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), il quarto viene ironicamente riconosciuto come i mezzi di comunicazione di massa dato che dispongono della capacità di influenzare i propri spettatori. Non è necessario che un giornalista esponga esplicitamente il suo parere su un fatto per condizionare i lettori, ma è sufficiente descrivere solo un lato della verità, trascurare alcuni fatti in favore di altri, soffermarsi o meno su un argomento.
Purtroppo i mezzi di comunicazione sono al centro di un giro di affari e gioco di poteri sempre più forte, essi sono diventati un fatto economico nel momento stesso in cui si è iniziato a preferire, invece di riportare semplicemente i fatti, insistere, volontariamente, su determinati aspetti e quindi più " interessanti" delle vicende al fine di aumentare l'audience o la tiratura.

Chi possiede un mezzo di informazione ha nelle sue mani uno strumento potentissimo.
Nelle società di massa l’opinione pubblica allarga le proprie dimensioni, controllando e condizionando più in profondità l’attività politica, ma anche essendone condizionata con le moderne tecniche della propaganda, cioè con la precisa diffusione di messaggi e informazioni volti a fornire una visione positiva o negativa di avvenimenti, persone, istituzioni, ma anche di prodotti commerciali.
Nel contesto politico la propaganda diviene così una componente essenziale delle società di massa. Durante il primo conflitto mondiale per la prima volta la propaganda politica venne usata minuziosamente dai vari governi allora esistenti, per rendere popolare la causa della guerra. Anche al termine del conflitto vennero utilizzati sempre più i nuovi mezzi di comunicazione come la radio e il cinema, dotati della possibilità di rivoluzionare la vita umana. Tutti i sistemi politici, alle prese con il problema del consenso delle masse, si sono avvalsi dagli anni Venti in poi di tali mezzi.
Due esempi sono i regimi totalitari del Fascismo in Italia e del Nazismo in Germania, basati sulla formazione del consenso e del conformismo passivo tramite la propaganda.
Strumento fondamentale dei regimi fascista e nazista, la propaganda coinvolse tutti i settori economici, sociali, politici e culturali per costruire e diffondere un’immagine “positiva” del regime e organizzare, sotto varie forme, il consenso di massa.

Scrupolosa descrizione della strumentalizzazione dei media da parte del regime fino all’eccesso che chi controlla i media controlla anche la storia, ossia la verità, è effettuata da George Orwell nell’opera “1984”. Per avere un quadro generale di ciò che l’autore scrive, è sufficiente citare il lavoro dello stesso protagonista consistente nel correggere e revisionare vecchie edizioni del Times che contenevano notizie non gradite al Grande Fratello, capo del regime, e suoi pronostici che non si erano avverati oppure i due minuti d’odio, a scadenza regolare di ventiquattro ore, durante la cui proiezione sul di un rivoluzionario sul teleschermo provocava l’odio in tutti gli spettatori.

Uno degli elementi di cui i mass media si servono per montare gli avvenimenti è la retorica, adottata per appassionare e coinvolgere: di qui il massiccio uso di diminutivi, vezzeggiativi, presentazioni accattivanti.
In particolare, la stampa impiega titoli “strillati”, composti con caratteri di grandezza spropositata. Inoltre un ulteriore metodo di richiamo è quello di presentare gli avvenimenti sempre come sfide tra campioni anche quando si tratta di sport di squadra, come se gli avversari fossero sempre accaniti nemici.

L’esatto atteggiamento da adottare in difesa di una realtà non distorta e “multisfaccettata” dipende esclusivamente da noi stessi in quanto dobbiamo imparare a guardare gli spettacoli, a recepire informazioni, oltre che con i consueti interesse e partecipazione, con l’opportuna attenzione in modo da mantenere quel margine di distacco critico che ci permetta di valutare i messaggi proposti, di non lasciarsi travolgere passivamente dal flusso delle immagini e dei suoni con la loro illusione di realtà.

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