Il cavaliere inesistente: scheda libro

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano
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Testo

TITOLO: Il cavaliere inesistente
AUTORE: Italo Calvino
EDITORE: Oscar Mondadori
DATA DI EDIZIONE: 23 Luglio 1987
ANNO PRIMA EDIZIONE : Novembre 1959, Casa editrice Einaudi di Torino
GENERE DELL’OPERA: Romanzo cavalleresco, fantastico
VITA E OPERE DI ITALO CALVINO : Italo Calvino nasce, il 15 ottobre 1923, a Santiago de Las Vegas, un villaggio vicino all'Avana (Cuba), dove il padre dirige una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola d'agraria. Dal padre agronomo e dalla madre botanica riceve un'educazione rigorosamente laica. Nel 1925 la famiglia Calvino ritorna in Italia, e si stabilisce a San Remo, nella Villa Meridiana che ospita la direzione della Stazione Sperimentale di Floricoltura, dove Calvino vive . Compiuti gli studi liceali, Italo Calvino viene avviato dai genitori agli studi di Agraria, che non porta a compimento, ha già in testa la letteratura. Inoltre, si intromette la guerra. Dopo l'8 settembre 1943, Calvino si sottrae all'arruolamento forzato nell'esercito fascista, si aggrega ai partigiani della Brigata Garibaldi, e fa così «la prima scoperta del lancinante mondo umano». Dopo la liberazione, aderisce al Partito Comunista Italiano, collabora a giornali e riviste, e si iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino, dove nel 1947 si laurea con una tesi su Joseph Conrad. A Torino collabora al «Politecnico» di Vittorini, ed entra a far parte del gruppo redazionale della casa editrice Einaudi. In quell'ambiente, matura la sua vocazione a «scrivere pensando ad uno scaffale di libri non solo di letteratura». Nel 1947 esordisce come scrittore, pubblicando, grazie a Pavese, Il sentiero dei nidi di ragno. A questo romanzo, con cui si rivela il più giovane e dotato tra gli scrittori neorealisti, segue il volume di racconti Ultimo viene il corvo (1949). Negli anni Cinquanta e Sessanta svolge le funzioni di dirigente nella casa editrice Einaudi e intensifica sempre più la sua attività culturale e il suo impegno nel dibattito politico-intellettuale, collaborando a numerose riviste. Inoltre si impone nel panorama letterario italiano, come il più originale tra i giovani scrittori, in seguito alla pubblicazione della raccolta dei Racconti (1958), e soprattutto del volume I nostri antenati (1960), che comprende la trilogia di romanzi fantastici e allegorici sull'uomo contemporaneo: Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957), e Il cavaliere inesistente (1959). In questi anni pubblica anche l'importante saggio Il midollo del leone (1955), e raccoglie e traduce Le fiabe Italiane che pubblica nel 1956, anno in cui i fatti di Ungheria provocano il suo distacco dal PCI e lo conducono progressivamente a rinunciare a un diretto impegno politico. Tra il 1959 e il 1967 dirige, insieme a Vittorini, l'importante rivista culturale letteraria «Il Menabò», in cui pubblica interventi caratterizzati da un impegno di tipo etico-conoscitivo, quali Il mare dell'oggettività (1959) e La sfida del labirinto (1962). Nel 1963, anno della Neoavanguardia, pubblica, oltre a Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, il racconto costruito ancora su schemi di tipo tradizionale La giornata di uno scrutatore, con cui si chiude il ciclo apertosi all'incirca un decennio prima. Nel 1964: sposa l'argentina Judith Esther Singer e si trasferisce a Parigi, da dove continua a lavorare per l'Einaudi, e dove viene a contatto con gli ambienti letterari e culturali più all'avanguardia. Nel 1965 nasce la figlia Abigail, ed esce il volume Le Cosmicomiche, a cui segue nel 1967 Ti con zero, in cui si rivela la sua passione giovanile per le teorie astronomiche e cosmologiche. Il nuovo interesse per le problematiche della semiotica e per i processi combinatori della narrativa trova espressione anche ne Le città invisibili (1972), e ne Il castello dei destini incrociati (1973). Negli anni Settanta — anni in cui nutre una residua speranza nella ragione, pur avvertendo un degradarsi generale della vita civile italiana e mondiale — Calvino pubblica numerosi interventi, prefazioni e traduzioni in molte lingue, e collabora prima al «Corriere della Sera», poi alla «Repubblica». Nel 1979 esce il romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore, che diviene subito un best seller. Nel 1980 si trasferisce a Roma, e pubblica una raccolta dei suoi saggi più importanti, Una pietra sopra. Nel 1983 escono i racconti di Palomar, ricchi di disillusa amarezza. Nel 1984 la crisi della casa editrice Einaudi lo induce a passare all'editore Garzanti, presso cui pubblica il volume Collezione di sabbia, oltre alla riedizione delle sue opere più importanti. Nel 1985, avendo ricevuto l'incarico di tenere una serie di conferenze negli Stati Uniti a Cambridge, alla Harvard University, prepara le Lezioni Americane, che tuttavia rimarranno incompiute e saranno edite solo postume nel 1988. All'inizio di settembre, infatti, Italo Calvino muore all'ospedale di Siena, colpito da un'emorragia celebrale.
SPIEGAZIONE DEL TITOLO:
Il cavaliere inesistente cioè Agilulfo può rappresentare l'uomo di oggi ridotto alla sola esteriorità, all'unica ricerca delle forme e di una bellezza effimera, incarnata dalla candida armatura del cavaliere, cioè senza contenuto, che lo renda reale, quindi si rivela una figura sfuggente alla quale Calvino stesso fatica a dare un significato unitario e preciso. Lo scrittore nasconde in Agilulfo un connotato di negatività: riesce a mantenersi in vita solo svolgendo gesti esteriori, come ordinare pigne o lucidare la spada, perciò ha perso la dimensione dell'essere, ma c'è in lui una forte volontà di sopravvivere, sostituendo l'essere con il fare. Spesso infatti l'uomo moderno si valuta per quello che fa e non per quello è.
RIASSUNTO SINTETICO:
La scena si apre sul campo di battaglia dei Franchi, impegnati nell’eterna lotta contro gli infedeli. Fra i molti guerrieri emerge un personaggio piuttosto singolare, chiamato Agilulfo, il quale è un uomo senza corpo. E’ costituito solamente da un’armatura bianca e vuota.
Nei primi tempi si presenta al campo il giovane Rambaldo, un ragazzo ingenuo, ma ansioso di entrare nella lotta per vendicare la morte di suo padre. Si scatena una furiosa battaglia, nella quale il giovane deve colpire Argalif Isoarre; ma egli non viene “ucciso” in maniera diretta. Invece di essere affrontato in un duello, muore per il solo fatto che Rambaldo lo priva dei suoi occhiali. In seguito il giovane cade in un’imboscata da parte dei soldati mori, ma viene soccorso da un soldato che rimane misterioso. Mossa da curiosità e gratitudine, Rambaldo vuole conoscere il suo salvatore e lo insegue: quando egli si toglie l’armatura scopre di aver di fronte a sé una donna (Bradamante) e ne rimane subito innamorato. Bradamante non è minimamente interessata a lui, perché il suo ideale di uomo è Agilulfo.
Durante un banchetto un giovane, Torrismondo, rivela dei fatti inaspettati che sembrano gettare del discredito su Agilulfo. Infatti, avendo egli salvato da alcuni aggressori una ragazza da lui ritenuta vergine, aveva ottenuto la carica di paladino. Torrismondo rivela che questa donna è sua madre e quindi non vergine. Questo getta nel panico il cavaliere, il quale non si sente più degno di essere un soldato di primo livello. Il suo compito è quello di andare a cercare la ragazza per dimostrare che all’epoca dei fatti era ancora vergine. Appena Agilulfo parte viene seguito da Bradamante, infatuata di lui, la quale è inseguita a ruota da Rambaldo, pure infatuato di lei. Contemporaneamente Torrismondo parte per ritrovare suo padre, ovvero i “Il Sacro Ordine dei Cavalieri del San Gral” e per farsi accettare in questo ordine. Egli scopre che la vita che conducono tali uomini non è la più adatta a lui e decide così di ritornare al campo di battaglia.
Intanto, dopo varie avventure, il cavaliere dalla bianca armatura trova la donna che cercava, Sofronia, e la riporta nei pressi del campo di battaglia con lo scopo di sapere come stanno realmente le cose. Torrismondo non è figlio di lei, ma è il fratellastro. Fratellastro per modo di dire. Infatti egli è il figlio della regine di Scozia e del Sacro Ordine, mentre Sofronia è figlia del re di Scozia e di una contadina. Da questo conseguono due cose: uno, che l’amore nato tra Torrismondo e Sofronia è libero di crescere, perché tra i due non ci sono vincoli di sangue; due, che Agilulfo è un vero paladino. Purtroppo prima che egli scopra la verità, si era già tolto la vita. La sua bianca armatura viene ceduta per testamento a Rambaldo, che finalmente ottiene l’amore di Bradamante.
Il narratore che ha esposto tutte queste vicende è una suora, la quale solo alla fine rivela di non
essere altro che Bradamante.
LUOGO E TEMPO DELL’AZIONE:
Le vicende si svolgono prevalentemente in Francia, all’epoca dei paladini e di Carlo Magno. Tuttavia né l’epoca né i luoghi sono storicamente ricostruiti. L’autore fa rivivere al lettore un medioevo puramente fantastico e colloca i fatti in castelli, campi di battaglia, foreste, villaggi, conventi stilizzati e irreali. Si è di fronte ai luoghi tipici e caratteristici in cui avvengono le favole.
Le vicende avvengono in prevalenza in luoghi aperti: il campo di battaglia, il bosco, il mare. Ci sono però anche delle scene che si svolgono in luoghi chiusi: la narrazione della storia da parte di Suor Teodora nel convento e la notte passata da Priscilla, tanto per fare degli esempi.
La storia è ricca di flash back ed è da notare la differenza tra il tempo in cui si svolgono i fatti e il tempo in cui Suor Teodora li racconta.
AMBIENTE SOCIALE:
La società è quella mediovale, vi sono re,fanciulle e cavalieri. Cavalieri con valori da difendere e valorizzare che pur di raggiungereil proprio obbiettivo farebbero di tutto: come viaggiare fino
in capo al mondo e rischiare la vita per uno stupido riconoscinento.
In questo caso Calvino vuole evidenziare che la società di oggi allontana gli uomini da loro stessi facendoli dimenticare i loro valori, per tanto vuole evidenziare che sotto certi aspetti la società mediovale era migliore.
PROTAGONISTA:
Agilulfo Emo Bertrandino: è il cavaliere inesistente, che riesce ad “esistere” solo grazie alla sua forza di volontà. La sua armatura, completamente bianca, pulita e senza graffi non contiene niente, e la sua voce sembra provenire dall’armatura stessa. La notte non può dormire, così s’impegna a contare ed ordinare le cose, per vincere il malessere che lo assale, infatti, pur essendo uno dei migliori, è infelice perché spesso si sente sprofondare nel nulla. E’ molto impegnato anche di giorno, dato che controlla tutto all’interno dell’esercito e segnala eventuali mancanze: per questo motivo è antipatico a tutti gli altri cavalieri. Prende sul serio tutto ciò che gli viene detto, soprattutto gli ordini imperiali: quando Carlo Magno gli affida Gurdulù, mentre gli altri cavalieri ridono egli cerca già d impartirgli i primi comandi. E’ puntiglioso, tanto che prepara in maniera perfetta anche le fosse per i caduti in battaglia e a tavola, pur non potendo magiare, pretende di essere servito come gli altri. Quando viene messo in dubbio il suo cavalierato si innervosisce e decide di partire per trovare delle prove a suo favore. Durante questo viaggio effettua molte imprese: si imbatte in alcuni orsi, libera una principessa e viene anche a contatto con una balena, ma grazie al suo coraggio riesce a portare a termine l’impresa. Tornato indietro, credendo ormai di aver perso l’opportunità di essere cavaliere, scappa e, dissolvendosi, decide di lasciare l’armatura al ragazzo.
VISIONE DEL MONDO DEL PROTAGONISTA:
La vicenda non è raccontata in prima persona da lui ma da Suor Teodora che con entusiasmo narra la vicenda descrivendo le sue appinioni e le sensazioni di tutti i personaggi.
Il protagonista Agilulfo affronta le sue avventure come fossero tante sfide che deve superare per arrivare al suo scopo.

VISIONE DEL MONDO DELL’AUTORE:
La voce narrante è quella di una suora, la quale dice ironicamente di non avere molta esperienza del mondo. Ma quando essa rivela di essere Bradamante, ci si rende conto della sua scherzosa finzione. Essa qui non si limita ad esporre gli accadimenti, ma in vari casi si sofferma a riflettere su che cosa significhi scrivere e raccontare. Dietro di lei si sente parlare Calvino, il quale osserva che non sempre la scrittura è cosa facile; non sempre il discorso fluisce e l’ispirazione può venire a mancare, dando allo scrittore momenti di aridità. Scrivere è quindi un esercizio faticoso e assai impegnativo.
Ci sono due punti di vista: uno è quello del narratore esterno, quell’altro è del narratore interno. Il primo punto di vista è quello di Suor Teodora che racconta le vicende e che quindi si esprime in 3° persona: qui il narratore è esterno. Il secondo è quello di Suor Teodora che si rivolge al lettore, facendo delle riflessioni sullo scrivere, e che quindi si esprime in 1° persona: qui il narratore è interno.
Per quanto riguarda il ritmo narrativo, nella prima parte del racconto è piuttosto lento; qui vengono soprattutto presentati i personaggi principali. La seconda parte ha invece un andamento narrativo assai più veloce e quasi concitato. In effetti gli eventi si susseguono rapidamente e ci sono continui rovesciamenti e colpi di scena.
MESSAGGIO DELL’OPERA ( tematiche ):
Calvino ha voluto far riflettere su alcuni aspetti della realtà di oggi: il cavaliere inesistente appare come il simbolo dell’uomo moderno, che è talmente in crisi da sembrare privo di identità, quasi inesistente. L’uomo del nostro tempo appare infatti incerto, smarrito, privo di orientamenti e sicurezze. C’è qualcosa in lui di vuoto, come è vuota la bianca armatura di Agilulfo. Altri temi ricorrenti sono quello della ricerca, quello della formazione dell’essere e quindi della coscienza di sé.
Ma il tema di fondo rimane questo: la forma, rappresentata da Agilulfo, non può esistere senza la vita, rappresentata da Gurdulù. Rambaldo non è altro che il punto di unione dei due e l’esempio da seguire.
EPISODI SALIENTI:
- Presentazione del cavaliere inesistente e della singolarità della sua condizione
- Incontro con Gurdulù
- Arrivo al campo di Rambaldo e innamoramento per Bradamante
- Innamoramento di Bradamante per Agilulfo
- Ricerca della verità riguardo al passato di Sofronia
LINGUAGGIO \ STRUTTURA DELL’OPERA:
Una caratteristica assai evidente nel testo è la precisione quasi geometrica dello stile. Calvino offre un racconto non realistico, parla di cose esistenti solo nella fantasia; eppure descrive le cose come se fossero reali, con abbondanza di particolari. E’ uno stile dunque lucido, chiaro e scorrevole. La lettura è molto piacevole, anche grazie alle riflessioni generali, che l’autore svolge sulla vita di tutti, e grazie all’ironia che emerge in vari momenti del racconto.
COMMENTO PERSONALE:
E’ stato per me importante leggere questo testo; si tratta di un romanzo breve, ma ricco di spunti di riflessione. E’ bello notare come, attraverso un personaggio immaginario, il narratore riesca a suggerire una rappresentazione dello stato degli uomini del nostro tempo. La letteratura è bella proprio perché riesce, sotto la finzione, a fare intuire al lettore delle verità. Sul piano letterale si ha una trama curiosa e divertente; sul piano simbolico un’interpretazione dell’uomo.
Concordo con l’autore quando presenta in Agilulfo un modello da non imitare; l’uomo deve essere intero e completo e non deve rinunciare ad aspetti importanti della sua umanità. Anche noi quindi non dobbiamo essere sempre e per forza razionali: molte volte è meglio lasciarsi scivolare nell’irrazionalità, lasciarsi guidare dal cuore. Secondo me questo romanzo contiene anche un invito a saper usare una parte di noi a cui spesso non diamo retta. C’è sicuramente in noi qualcosa che si aggiunge al pensiero e alla ragione e questo “qualcosa” si può riassumere appunto nella parola cuore. In tal modo seguire il cuore significa affidarsi all’intuizione, alla fantasia e ai sentimenti, che in molti casi possono essere delle buone guide per la nostra vita.

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