I giovani e l'Europa

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Data:14.09.2007
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Testo

Silvia Guzzetti 3ª E
“I GIOVANI E L’EUROPA”
Prova n°1: Rifletti sui problemi che la globalizzazione pone rispetto alla
democrazia a livello nazionale, europeo, e mondiale. Quale dovrebbe essere il ruolo – e gli strumenti – dell’Unione europea per garantire il modello sociale europeo e per affrontare le sfide della globalizzazione?
La globalizzazione è un fenomeno economico che tende a riunire tutto il mondo in un unico mercato, provocando una crisi dello Stato-Nazione.
Lo Stato-Nazione, infatti, nato intorno al 1400-1500, non identifica lo stato soltanto in base alla sua estensione territoriale, ma anche secondo la sua fisionomia culturale, storica e linguistica.
Il tramonto dello Stato-Nazione cominciò nel secondo dopoguerra per motivi principalmente politici ai quali, dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, si aggiunsero anche i problemi economici legati alla globalizzazione.
Gli impulsi maggiori alla globalizzazione sono stati dati sicuramente dal più recente sviluppo delle reti informatiche, che consentono la diffusione delle informazione in tempo reale e quindi, permettono di muovere grandi quantità di denaro e di comprare e vendere le merci abbattendo le distanze spazio-temporali.
Attraverso la globalizzazione tutti i paesi del mondo diventano più controllabili e dipendenti fra loro con il grave rischio di annullare le differenze e cancellare le identità dei popoli. L’annullamento delle differenze avviene, infatti, nel modo più disastroso, schiacciando e livellando verso il basso chi è economicamente debole e accentuando la funzione di predominio del capitalismo, soprattutto dei paesi più industrializzati.
Dalla nascita della Comunità Europea nel 1957 al passaggio all’Unione Europea nel 1992 si è verificata una «perdita di democrazia».
L’elaborazione delle leggi è, infatti, affidata ad una commissione composta da membri designati dai governi degli stati, pertanto non necessariamente a legittimazione elettiva. Ciò fa entrare in crisi un fattore essenziale per le democrazie parlamentari moderne, nelle quali la produzione delle norme è affidata appunto ad organi direttamente elettivi, quali il parlamento, o ad organi espressi da questo e quindi indirettamente elettivi.
La carenza di elaborazione democratica delle leggi può, purtroppo, favorire il fenomeno della globalizzazione in modo negativo.
Com’è scritto nel Trattato Istitutivo dell’Unione Europea, l’UE dovrebbe organizzare in modo coerente e solidale le relazioni tra gli stati membri e i loro popoli e promuovere un progresso economico e sociale equilibrato.
E’ quindi necessario che si formi un diritto comune europeo, senza togliere la libertà ad ogni stato e ad ogni singolo individuo.
Non devono essere i singoli stati a dominare la scena mondiale, ma un governo composto dai rappresentati di ogni nazione, che sia in grado di istituire modelli democratici che riescano a guidare l’attività economica senza essere però il potere dominante su cui tale attività debba essere uniformata.
Il compito dell’Unione Europea deve essere quello di limitare gli effetti negativi della globalizzazione e, per farlo, deve imporre la sua posizione sulla scena internazionale.
L’UE ha manifestato l’intenzione di aderire al processo di liberalizzazione, mostrando la volontà di difendere i diritti dell’uomo e dando importanza agli strumenti di protezione sociale dei ceti più deboli. Sarebbero dei passi importanti per avere una globalizzazione socialmente responsabile, ma le intenzione dell’UE sono sinora rimaste sulla carta.
L’UE non ha mai avuto la forza o la volontà di imporre le sue opinioni sul mercato mondiale; al momento non interviene attivamente nelle dinamiche della globalizzazione e resta emarginata dal dibattito riguardante le disuguaglianze sul piano mondiale.
L’UE dovrebbe inoltre riuscire a contrastare in modo efficace le grandi imprese multinazionali, che grazie alla loro potenza economica riescono, espandendosi dal paese d’origine a tutto il mondo, a creare un mercato dominato da pochi, e quindi privo di vera concorrenza.
I paesi più poveri così non riescono a far fronte alla situazione mondiale mantenendo le proprie identità e devono sottostare allo strapotere dei paesi industrializzati.
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