Francesco Petrarca: vita e opere principali

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Testo

Italiano 3° anno
Francesco Petrarca

Francesco Petrarca, è un autore degli inizi del 300, si trova quindi a vivere tra due età: il Medioevo, di cui non nega del tutto i valori e l’Umanesimo, apportatore di cultura moderna.
Date le cambiate condizioni politiche e sociali, egli è convinto che l’autorità dell’impero sia caduta in ridicolo e che il papato si sia discreditato, a causa delle lotte con gli imperatori, delle eresie e del suo trasferimento ad Avignone.
Nonostante egli sia un sostenitore della repubblica, per l’Italia auspica la monarchia, ritenendola la forma di governo più adatta a riunire e restaurare le forze degli italiani avvilite dalle lunghe guerre civili.
Egli pensa che l’Italia, dopo aver raggiunto l’indipendenza, l’unità geografica e la pace, possa continuare il suo compito di custode delle civiltà e della cultura.
Ammira e ama profondamente Roma, che deve riprendere la sua funzione di centro spirituale e politico d’Italia.
E’ un profondo ammiratore della cultura classi, soprattutto delle opere latine, anche se ha seguito studi giuridici.
Per provvedere al proprio avvenire, con il fratello Gerardo, nel 1326, si trasferisce da Bologna (dove ha completato gli studi giuridici) alla sua città natale, Avignone, dove entrarono nel clero, dove Gerardo divenne sacerdote e poi monaco, mentre Francesco, prese solo gli ordini minori.
Il 6 aprile del 1327, nella Chiesa di Santa Chiara vide per la prima volta Madonna Laura, che gli ispirò una delle sue opere più famose, il Canzoniere.
Nel 1333 diventò cappellano del Cardinale Giovanni Colonna, il quale permise di compiere viaggi diversi in diversi paesi d’Europa.
In questo periodo, con il fratello Gerardo, compì un ascensione al monte Ventoso, dove gli si rivelarono i primi sintomi di una crisi religiosa.
Nel 1342, rimase turbato dalla conversione del fratello, che prese l’abito monastico, il poeta scrisse allora il Secretum, per professare le colpe e i travagli della sua vita.
Il Petrarca, si può definire unno spirito moderno per la sua inesauribile sete di sapere, per la sua vasta cultura e per l’interesse con cui osserva gli avvenimenti storici.
Legato alle ricchezze, agli agi e all’amore per le belle cose terrene, è combattuto fra il desiderio di purezza e di spiritualità, fra ragioni e sentimento, fra divino e umano.

Le Opere:
Tranne il Canzoniere e i Trionfi, tutte le sue opere sono scritte in latino.
Tra le altre opere principali, troviamo:
Le Epilstolae, sono un centinaia, dedicate a papi, imperatori, principi e scienziati, con esse il poeta ammonisce, condanna o discute i problemi relativi alla religione, alla filosofia, o alla letteratura, oppure parla di avvenimenti del tempo, di questioni militari e politiche o di avvenimenti della sua vita.
L’Africa, è l’opera al quale il Petrarca dedicò particolari cure.
Da essa il poeta si aspettava l’immortalità, ma siccome non ne fu soddisfatto la lasciò incompiuta.
Con questo poema, voleva celebrare il trionfo della civiltà occidentale su quella orientale, la grandezza di Roma esaltano le gesta di Scipione l’Africano, vincitore di Annibale.
Il De viris illustribus, opera iniziata prima dell’Africa, non fu mai compiuta.
Esalta anch’essa la romanità attraverso le biografie di personaggi antichi.
Il Secretum, è la più importante tra le sue opere latine, espressione del suo travaglio interiore.
Il libro è una autobiografia, un analisi schietta e drammatica di una coscienza peccatrice, tormentata dai rimorsi e dalle paure, da considerazioni sulla morte e sull’eternità.
Il canzoniere
E’ un opera che raccoglie rime in volgare scritte per Laura, più una trentina che trattano argomenti morali, politici e civili; sono in tutto 366 componimenti, divisi in due gruppi: “in vita di madonna Laura” e “in morte di Madonna Laura”.
Laura è il centro di vita del poeta l’ispiratrice del tema del Canzoniere; ella ha la bellezza fisica della donna dei trovatori e la luce celestiale della donna degli stilnovisti.
Il Petrarca, vede in lei, una creatura angelica, mezzo di perfezione morale e di salvezza; una donna terrena splendida, attraente e perfetta.
L’amore produce nel poeta, una intimo tormento e disordine morale; guarda con tristezza al suo amore inappagato e tirannico, ma spera nell’avvenire; il suo amore gli da pace e dolcezza anche se allo stesso tempo lo fa piangere.
Egli non po’ vivere senza Laura, la sua immagine, è sempre presente e viva.
Nella poesia Petrarchesca domina innanzi tutto il senso della caducità delle cose terrene e della certezza che al mondo non c’è altro che pianto e che il tempo fugge veloce.
I trionfi
Il Petrarca li cominciò nel 1352 e li terminò poco prima della morte.
Sono componimenti lirico - allegorici, pervasi di spirito religioso; i Trionfi vogliono rappresentare la vita umana che passa dal peccato alla beatitudine divina.
Il poeta, descrive una visione, che finge di aver avuto in Valchiusa: in una grande luce, gli appare Dio Amore su un carro di fuoco, tirato da quattro cavalli bianchi e seguito da una schiera di prigionieri, amorosi amanti.
Il poeta, innamorato di Laura, è catturato dal Dio e trasportato nell’isola di Cipro (trionfo dell’amore).
La donna sostiene una dura lotta con l’amore e con l’aiuto di tutte le virtù, vince il Dio e libera i prigionieri (trionfo della castità).
Poi mentre Laura va in Provenza, incontra una donna vestita di nero, la morte, che annuncia la prossima fine le strappa dal capo un capello d’oro e la uccide.
Laura appare in sogno al poeta, e parla del presente e del futuro (trionfo della morte).
La morte, però fugge davanti alla fama, ma il sole misuratore del tempo, affretta il suo corso e debella la fama (trionfo del tempo).
Il poeta, infine, convinto che la vita sia una susseguirsi di errori, pieno di pentimenti, si rivolge a Dio e ha la visione sublime del regno celeste, dove rivedrà Laura, ormai immortale (trionfo dell’eternità).
L’opera è fredda e arida, appesantita dalla mitologia, dalla monotona rassegna di personaggi illustri e dallo studio puntiglioso de particolari.

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