Decadentismo

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Decadentismo, realismo, simbolismo
Decadentismo: il termine (all’origine impiegato in senso dispregiativo dai detrattori del movimento “le Decadent”, rivista letteraria da cui il termine ha avuto origine) indica una corrente letteraria formatasi in Francia verso il 1880. Ma già attorno al 1890, con il trionfo del simbolismo, sviluppatosi dallo stesso decadentismo, non esiste più in Francia una scuola decadente in senso stretto. Il decadentismo, come atteggiamento spirituale e artistico, si diffonde in quasi tutte le letterature d’Europa, identificandosi con la cultura stessa del ‘900.
La poetica decadente nasce come reazione all’ideologia positivista e come rifiuto della società industriale nei suoi aspetti di nazionalismo esasperato e di conflittualità di classe. Si caratterizza per:
• visione aristocratica della vita (dandismo);
• accoglimento di elementi irrazionalisti (ricerca del misterioso e del demoniaco);
• gusto raffinato fino all’estenuazione (estetismo: in Gabriele D’Annunzio);
• evocazione di atmosfera orientaleggianti (crepuscolari: Gozzano e D’Annunzio);
• predilezione degli stati psichici in cui la percezione è alterata (malattia, allucinazione, uso di droghe).
L’estraneità alla morale umanitaria sfocia spesso in una visione sociale reazionaria a cui, in campo estetico, corrisponde una concezione sacrale dell’arte. Tra gli esponenti principali del decadentismo: Baudelaire, Verlaine, fra gli italiani D’Annunzio, Pascoli, Gozzano, Fogazzano, Poe, Proust, Kafga).
Simbolismo: movimento nato in Francia verso il 1880 contemporaneamente nell’arte e nella letteratura caratterizzato, in opposizione al realismo e al naturalismo del secolo 19°, dalla tendenza a non rappresentare il mondo esteriore, ma a creare piuttosto il mondo della suggestione fantastica dei sogni per mezzo di allusioni simboliche e affida, soprattutto in poesia, grande rilevanza alla funzione della parola (ermetismo).

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