Canto II,Purgatorio

Materie:Appunti
Categoria:Italiano

Voto:

1 (2)
Download:167
Data:15.02.2006
Numero di pagine:4
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
canto-ii-purgatorio_2.zip (Dimensione: 5.23 Kb)
trucheck.it_canto-ii,purgatorio.doc     24.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Canto II
1-9 ormai il sole aveva raggiunto l’orizzonte di Gerusalemme e la notte, che gira opposta al sole, usciva dal Gange, nella costellazione della Bilancia, in cui non si trova più quando la sua durata è superiore al giorno; in modo che, nel luogo in cui mi trovavo, le guance della bella Aurora, che erano prima bianche e rosse, diventavano progressivamente giallo-arancio, come per vecchiaia.
10-12 noi eravamo ancora in riva al mare come chi sta pensando al cammino che deve percorrere, ma è indeciso e pieno di indugi.
13-18 ed ecco che all’improvviso, come il pianeta Marte, che nel primo mattino appare col suo colore rosso in mezzo alle dense nebbie a occidente, sull’orizzonte marino, così allora mi apparve, e possa io rivederlo dopo la morte, un punto luminoso che si muoveva sul mare tanto velocemente che nessun volo naturale può eguagliarlo.
19-24 staccai gli occhi da quella luce per chiedere spiegazioni alla mia guida; quando la guardai di nuovo, era più intensa e più grande. Poi da ogni lato di quella luce vidi apparire qlcs di bianco, e a poco a poco anche sotto.
25-30 il mio maestro ancora non diceva una parola, mentre già le prime due forme bianche si rivelavano come ali; allora Virgilio, quando distinse bene il nocchiero, gridò:“inginocchiati presto. Ecco l’angelo di Dio: tieni le mani giunte; d’ora in avanti vedrai spesso simili ministri divini.
31-36 vedi come non ha alcun bisogno di mezzi umani, così che non usa remo, né altra vela oltre alle sue ali, in un viaggio così lungo. Vedi come le sue ali sono innalzate verso il cielo, e fendono l’aria con le penne immutabili, non soggette a muta come quelle degli uccelli.”
37-42 in seguito, man mano che l’angelo si avvicinava a noi, appariva più luminoso: per cui i miei occhi non riuscirono a sostenerne la vista da vicino, ma dovetti abbassarli; e quello attraccò con una barca veloce e maneggevole, tanto che non affondava affatto nell’acqua.
43-45 il nocchiero celeste stava a poppa, e aveva un aspetto tale che renderebbe beato anche solo chi ne ascoltasse la descrizione; e nella barca erano seduti molti spiriti.
46-51 tutti gli spiriti cantavano insieme il salmo In exitu Israel de Aegypto, con quel che segue. Poi l’angelo tracciò su di loro il segno della croce; allora gli spiriti si gettarono tutti insieme sulla spiaggia e l’angelo se ne andò, veloce com’era venuto.
52-60 la folla di anime che rimase sulla spiaggia sembrava del tutto inesperta del luogo, e si guardava intorno come chi sperimenta delle novità. Ormai il sole saettava le sua luce da ogni parte, lui che aveva cacciato il Capricorno dal meridiano celeste con le sue frecce infallibili, quando il gruppo dei nuovi arrivati sollevò lo sguardo verso di noi e ci domandò:“se la conoscete, indicateci la via per salire al monte.”
61-66 Virgilio rispose loro:“voi credete che conosciamo bene questo luogo; ma noi siamo pellegrini come voi. Arrivammo qui poco fa, appena prima di voi, ma per una via ben diversa, così difficile e impervia, che ormai la salita in confronto ci sembrerà facilissima.”
67-69 le anime, appena si furono accorte che io ero ancora vivo, vedendomi respirare, per lo stupore impallidirono.
70-75 come la gente va incontro al messaggero che porta buone nuove, per conoscerle, e nessuno si trattiene dal fargli calca intorno, così quelle anime fortunate si misero tute a fissare il mio viso, quasi dimenticando lo scopo per cui erano lì, salire a purificarsi.
76-81 allora vidi una di quelle ombre avanzare verso di me per abbracciarmi, con un gesto così affettuoso che mi spinse a fare altrettanto. Oh, ombre prive di consistenza, se non per l’aspetto!, per tre volte cercai di cingerla con le braccia, e altrettante volte tornai a toccare il mio stesso petto.
82-87 credo di aver assunto in quel momento un’espressione di grande stupore, giacché l’ombra sorrise e si allontanò, e io, nell’atto di seguirla, mi spostai a mia volta. Mi invitò dolcemente a desistere; allora lo riconobbi e lo pregai di fermarsi un momento a parlare con me.
88-93 l’anima mi rispose:“così come ti amai dentro il corpo mortale ti amo adesso, che ne sono libera: perciò mi fermo come mi chiedi; ma dimmi perché fai questo viaggio?”
Gli dissi:“mio caro Casella, io compio il viaggio per poter tornare, dopo la morte, dove mi trovo ora; ma tu spiegami perché ti è stato tolto tanto tempo.”
94-99 Casella mi rispose:“non mi è stato fatto alcun torto, se l’angelo nocchiero, che fa imbarcare quando e chi decide, più volte non mi ha concesso questa traversata; infatti la sua volontà deriva da quella giusta di Dio: in verità da tre mesi l’angelo ha preso a bordo qualunque anima volesse entrarvi senza più opporsi.
100-105 perciò io, che allora mi ero rivolto al tratto di mare in cui le acqua del Tevere si confondono con quelle marine, fui benevolmente accolto da lui. Adesso l’angelo ha rivolto la sua vela alta di nuovo a quella foce, perché sempre in quel luogo si radunano le ombre che non devono scendere all’Acheronte.”
106-111 io dissi:“se le nuove leggi dell’aldilà non ti hanno tolto il ricordo o la tua capacità di cantare rime d’amore, che aveva il potere di sollevarmi da tutti i miei dispiaceri, ti prego di consolare un po’ col tuo canto la mia anima, che, giunta qui insieme al mio corpo, si è tanto affannata!”
112-114 allora casella cominciò a cantare Amor che ne la mente mi ragiona con tale dolcezza che ancora adesso mentre scrivo mi sembra di sentirla in me.
114-117 il mio maestro, io e tutte le anime che erano sulla spiaggia con Casella sembravano così felicemente rapiti dal suo canto, come se la loro mente non fosse toccata da altro pensiero.
118-123 l’attenzione di noi tutti era completamente assorbita dalla sua musica: ma ecco, all’improvviso, il vecchio autorevole apparve gridando:“che cosa fate spiriti pigri? Che negligenza, che ritardo è mai questo? Correte subito al monte, a purificarvi dalla scorza che vi impedisce di vedere Dio.”
124-133 come quando i colombi, beccando biada o loglio, se ne stanno tutti insieme a mangiare, tranquilli, senza l’abituale positura impettita, ma se appare qlcs che li spaventa subito abbandonano il cibo, distolti da una più grave preoccupazione, così io vidi quel gruppo appena arrivato abbandonare il canto di Casella e salire sul pendio del monte, come chi va senza meta; né io e Virgilio ci allontanammo meno velocemente.

CASELLA
È un vecchio amico di Dante, di mestiere musico(come si riconosce dalla voce dolce); in primo piano c’è il tema dell’arte oltre quello dell’amicizia.

Esempio