benessere o benapparire?

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BENESSERE O BENAPPARIRE?
Il mondo “dell’apparire” rischia di diventare una strada senza uscita perché la moda, i film, la tv, propongono modelli di fisicità che inevitabilmente tendono ad essere riprodotti.
Secondo gli ultimi dettami della moda, bisogna essere magri, palestrati, vestiti in maniera “trendy” per imitare l’idolo musicale, l’ attore del momento o uno stile dominante.
I motivi che portano a queste scelte sono diversi.
La famiglia, in primo luogo, può essere la causa di scelte drastiche da parte dei figli, che, pur di distinguersi dal genitore, prediligono uno “stile di vita” più consono alla realtà attuale.
La compagnia degli amici influisce non poco. Si gareggia per essere il più bello, il più muscoloso o anche il più svelto nell’arrangiarsi e nell’emergere.
La ricerca della perfezione fisica può trasformarsi in una “malattia”, spesso e volentieri,non solo nei giovani.
Quante le donne ricorrono al chirurgo estetico per correggere piccole o grandi imperfezioni senza riflettere sull’esistenza di modi meno drastici per “ringiovanire”?
Una dieta equilibrata, associata all’attività fisica, giova molto alla salute, permettendo di raggiungere gli stessi risultati della chirurgia, anche se a spese di impegno e fatica.
Probabilmente questo spaventa le persone che credono di non poter mai concretizzare la forma perfetta o desiderata.
Un altro luogo di cura per il nostro fisico sono le terme, sempre più frequentate perché insieme alla terapia tradizionale, propongono schemi di alimentazione sana ed equilibrata, aiutando la riduzione della massa grassa. Anche il trucco è molto utilizzato.
Sotto la spinta delle pubblicità giungono sempre nuovi prodotti: creme antirughe, mascara per ciglia sempre lunghissime, rossetti per labbra voluminose e tanti altri.
Il risultato è che, a fianco di visi “angelici”, compaiono maschere da carnevale!!
A questi desideri di fascino si aggiungono problemi più gravi: la ricerca del fisico da “top model” sembra essere una delle cause di una severa malattia: l’anoressia. È un problema importante che oggi si è diffuso notevolmente tra le ragazze adolescenti.
Queste ultime vengono condizionate dalla moda, i che predilige ragazze sottili, alte ed affascinanti senza badare all’aspetto interiore. Tali atteggiamenti feriscono a tal punto alcune giovani più fragili, che rispondono escludendo il cibo ed entrando in una strada buia e difficoltosa che porta a rischi gravi per l’intero organismo e per i familiari.
In altre occasioni il problema si presenta guardando le copertine delle sfilate o i cataloghi di case d’abbigliamento, le cui modelle hanno perennemente scoperta una pancia piatta, con l’ombelico ornato da piercing.
La palestra può essere di aiuto per chi ha il desiderio di avere un struttura corporea quasi perfetta, ma è una grande antagonista per le più giovani, di qualsiasi costituzione, in quanto permette a queste di seguire i propri miti e obiettivi, specialmente televisivi, senza pensare che a questo mondo nessuno è perfetto e uguale ad un altro.
Lo sport, quindi, non sempre è d’aiuto.
I veri sportivi non sono tutti onesti e precisi nell’allenamento, alcuni ricorrono a sostanze fuorilegge: il doping.
“Voglio essere meglio di tutti a tutti i costi” sembra essere un comandamento nello sport agonistico.
Il desiderio di primeggiare diventa, i ogni gara e in ogni competizione, una questione di principio e non più di merito.
Con questi dubbi e queste domande in testa, il 23 novembre ’04 al Palazzetto Don Bosco di Fidenza, i ragazzi delle scuole medie sono riusciti a comunicare a grandi sportivi le loro perplessità, i loro sogni e le sensazioni che si provano nella competizione.
Gli ospiti sono stati Maria Guida, campionessa europea di maratona 2002 a Monaco di Baviera; Alessandro Lambruschini, campione europeo 1994 a Helsinki e il mitico Stefano Baldini, campione olimpico 2004 ad Atene.
Doveva essere presente anche Gelindo Bordin, campione di maratona alle olimpiadi di Seul del 1988, ma un ritardo aereo ha impedito il suo arrivo.
A seguito di questo incontro molti giovani si sono riuniti in diverse prove di atletica leggera e hanno gareggiato provando l’emozione di vincere per qualcuno e la soddisfazione di partecipare per tutti gli altri.
La voglia di raggiungere un traguardo, dunque, è molto più importante che ottenere piccoli e continui risultati. Il doping aiuta a trarre profitti sportivi ma non salutari: attraverso una gara sana e divertente, i piccoli “atleti” hanno capito la rilevanza del sacrificio e dello sforzo fisico per poter realizzare il sogno di vincere.

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