a ciascun alma presa e gentil core

Materie:Altro
Categoria:Italiano

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Testo

A ciascun alma presa e gentil core- vita nova-dante Alighieri
Analisi del testo
Sonetto (endecasillabi)
2quartine + 2 terzine
Rima (quartina): (ABBA) incrociata chiusa
(terzina): (CDCCDC) incatenata aperta
1a quartina: rilevante la continuità logica dei versi creata tramite l’uso dell’inarcatura (ragionamento dialogico dei poeti) che rallenta il ritmo.
Verso 1: A ciascun alma presa e gentil core
ia: dittongo
presa_e: sinalefe (participio +congiunzione. Si legge e)
“ciascun alma … gentil core”: chiasmo (sostantivo+aggettivo+aggettivo+sostantivo) che fa emergere i due sema “alma” e “gentil”.
“alma”:anima, dal verbo alo,is,alitum,ere: alimentare l’anima per comprendere. L’alma per dante ha un particolare significato (come per Agostino e Tommaso D’aquino). I loro pensieri, scolastico e tomistico, hanno un fattor comune: l’anima rende l’uomo superiore rispetto gli altri animali. Per dante ci sono 3tipi di anime .
L’uomo ha:
* l’anima razionale (dovuta alla proiezione di dio sull’uomo che si divide in :
memoria (mens:ordinamento: dio) ,
intelletto (verbum, logos: figlio),
volontà (amore, spirito santo).
* l’anima sensitiva (che presiede al movimento)
* l’anima vegetativa (che serve per gli stimoli…come per es. l’appetito)
L’animale ha:
* l’anima sensitiva
* l’anima vegetativa
Il vegetale ha:
* l’anima vegetativa
Il minerale prezioso non ha alcun anima
Al di sotto vi è solo la materialità bruta ( ad es.roccia)
“core”: metonimia concreto per astratto: capacità di relazione tra soggetto e mondo esterno .
“gentil”: da gens (origine clanica della società): l’apocope rimarca il significato socio-etico del termine che è relativo a core.

Verso 2: nel cui cospetto ven lo dir presente
“nel cui cospetto”: dante si rivolge ai poeti e rende il lettore testimone dell’azione.
“ven”: valore allegorico poiché definisce il movimento. L’apocope spezza il rallentamento e da vivacità al ragionamento che potrebbe apparire noioso.
“dir”: apocope- esprime la capacità razionale dell’anima del rapporto con gli altri
Verso 3:in ciò che mi rescrivan suo parvente
“iò”: dittongo
“uo”:dittongo
“parvente”: parere-vedere. L’autore ha l’impressione che il tema dell’amore non sia chiaro
“rescrivan”: apocope
Verso 4: salute in lor segnor, cioè Amore
“lor”: apocope
“segnor”: apocope
“lor-segnor-amore” : omoteleuto funzionale che sottolinea i sema principali
“Amore”: dio: espressione di illuminazione. L’amore non è solo una questione passionale ma diventa fatto di conoscenza, parte integrante dell’anima razionale ovvero strumento di conoscenza.

2a quartina
Verso 5: Già eran quasi che atterzate l’ore
Il tempo svolge un ruolo importante. Il giorno si divideva in ore diurne (6.00-18.00) e notturne (18.00-6.00).
“Già”: ci troviamo quasi alle 21:00 (atterzate l’ore) perché sono passate 3ore dalle 18.00. Il 3ha valore simbolico : al compimento della terza ora si raggiunge la perfezione. (bisogna notare che 18 e 21 sono multipli di 3).
“già-quasi”: contraddizioni che sottolineano il raggiungimento della perfezione. Le ore rappresentano la triadicità. Essa al contrario della trinità, si riferisce alla quantità non alla qualità.
Verso 6: del tempo che onne stella n’è lucente
Alla terza ora, essendoci il raggiungimento della perfezione, ogni stella è lucente. La luce è segno di grazia ovvero di conoscenza. La notte, le tenebre indicano la mancanza di quest’ultima.
Verso 7: quando m’apparve amor subitamente
“m’apparve”: l’apparizione indica la qualità e non la quantità: non attiene a qualcosa di terreno (l’uomo si presenta, dio appare)
“amore”:qualità, sostanza, dolore universale
Verso 8: cui essenza membrar mi dà orrore
“cui essenza membrar…”: posizione iperbatica
“membrar”: nell’azione viene coinvolta la parte dell’anima che presiede all’ordinamento degli elementi per essere razionalizzati in un ordine .
L’ordine è rappresentazione dell’amore. “Membrar” anticipa l’azione del ricordare.
“orrore”:: esso è causato dal non riuscire a dare ordine, dalla consapevolezza di essere incapace di dare un’unità rappresentativa.
1a terzina: l’andamento faticoso e ragionato della terzina,segnalato da alcune inarcature, indica lo sforzo dell’autore di rappresentare l’amore con un’unica immagine.
Verso 9: allegro mi sembrava Amor tenendo
“amore”: il termine è presieduto da un verbo che dà valore qualitativo, apparire, espresso all’imperfetto (continuità). Amore è dio: espressione di illuminazione. L’amore non è solo una questione passionale ma diventa fatto di conoscenza, parte integrante dell’anima razionale ovvero strumento di conoscenza.
Verso 10: meo core in mano , e ne le braccia avea
“core-mano-braccia”: termini che rendono palpabile la rappresentazione
Verso 11: madonna involta in un drappo dormendo
“madonna”: Beatrice.
L’uso di termini reali è concreti dà brillantezza al ragionamento.
2a terzina: è tutta snodata per inarcature
Verso 12: poi la svegliava e d’esto core ardendo
“core ardendo”: ablativo strumentale (propositivo)
“ardendo”: gerundio predente che indica la continuità dell’azione e la presenza di un dovere di tipo morale. Esso spiega la funzione del cuore non il cuore in sé. Ardente sarebbe un essere, ardendo è un dover essere.
Verso 13: lei spaventosa umilmente pascea
“lei”:posizione iperbatica
“paventosa”: intimorita . il termine si lega alla parola umilmente. L’umiltà viene implicata dal timore.
Verso 14: appresso gir lo ne vedea piangendo
“gir”: apocope

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