1984: la gara tra oppressione e libertà nel domani visto da Orwell

Materie:Tesina
Categoria:Italiano

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Testo

Oceania, Eurasia ed Estasia. In questi tre immensi superstati si divide il mondo di Orwell. Talmente grandi quasi da poter costituire di per se dei mondi paralleli a quello delineato da Madre Natura.
Eppure, anche essendo cosi grandi, tali da pensare che abbiano origini e circostanze differenti, sono governati secondo regimi dittatoriali rigidissimi, molto simili tra loro.
Londra. È questa la capitale dell’Oceania, ed è qui che si articola la storia di un uomo che va totalmente contro ogni atteggiamento politico dal Partito che guida il paese, per il quale egli lavora.
La società in cui il personaggio vive, Winston Smith, è divisa in tre classi sociali: il Partito Interno (che ricopre a mala pena il 2%), il Partito Esterno (dove lavora Winston, che ricopre il 13%) e il restante popolo dei “prolet”, ovvero la gente che non costituisce nulla di importante per lo Stato e lasciata i una condizione di completo abbandono.
I partiti, sia quello Esterno che quello Interno, fanno capo ad una figura di grande importanza, il Grande Fratello, che controlla tutto e tutti. La sua è una figura che incute terrore, rappresentata con grandi manifesti in tutta la città.
Lo slogan del Partito è “La libertà è schiavitù, la guerra è pace, l’ignoranza è forza”. Apparentemente dal significato fine a se stesso, questo slogan rappresenta l’intera politica del Partito.
È vero che il regime controlla incessantemente i suoi sudditi con mezzi a dir poco frustranti, ma se non controllasse le menti stesse di quei sudditi, l’intero sforzo risulterebbe praticamente nullo. È qui che entra in gioco l’arma più potente del Partito: la Neolingua. Il Partito stava lavorando alla creazione di una nuova lingua, capace di eliminare ogni concetto astratto nel modo più semplice ed efficace possibile: eliminando le parole. Se ancora non è chiaro il concetto, questo si può ben intendere se prendiamo in esame la parola “libero”. Questa parola, apparentemente innocua, cela un pensiero profondissimo quanto essenziale, ovvero il desiderio di libertà. Eliminando questa parola, è inevitabile anche eliminare il concetto che ne scaturisce pronunciandola, ed è altrettanto ovvio che non sarebbe mai e poi mai possibili scatenare una rivolta contro il Partito in nome della libertà stessa.
Leggendo il libro si evince quasi che gli schiavi siano le popolazioni meno agiate, ovvero i prolet. Ma non è cosi. Difatti i veri schiavi sono proprio i Membri del Partito che sono i fautori della loro stessa autolimitazione permettendo la creazione della Neolingua e sottomettendosi completamente al potere del Grande Fratello.
Il controllo che il Partito attuava non si limitava soltanto al presente, ma si espandeva perfino a comprendere il passato. Cambiando i fatti, sostituendo parole, falsificando foto e distruggendo gli originali, censurando libri, ristampando giornali vecchi di dieci anni, in questo modo non solo si eliminavano le prove, ma si eliminava dal passato ogni contraddizione, ogni sbaglio, col presente, come si può meglio capire in questo passo del libro: […] Giorno dopo giorno, il passato veniva aggiornato. In tal modo si poteva dimostrare che ogni previsione fatta dal Partito era stata giusta; nello stesso tempo, non si permetteva che restasse traccia di notizie o opinioni in contrasto con le esigenze del momento […].
Il regime dittatoriale descritto da Orwell, molto probabilmente affonda le sue radici proprio nell’ideologia dell’autore, che si ispira palesemente al sistema di governo della Russia di Stalin, che trasformò repentinamente il concetto di comunismo in totalitarismo, con il quale Orwell si trova in completo disaccordo.
Nel libro Oceania, Eurasia ed Estasia sono impegnate in una guerra incessante tra loro. A questa guerra Orwell attribuisce un valore profondissimo, parallelo e totalmente distaccato da quello che conosciamo noi. La guerra descritta è intesa come mezzo di controllo verso le popolazioni povere, i prolet, che sarebbero gli unici capaci di scatenare una rivoluzione. Se infatti la guerra dell’Oceania si concludesse, la condizione generale del paese migliorerebbe considerevolmente, avvantaggiando di più la maggior parte della popolazione, i prolet, che sarebbero cosi in grado di sostenere una rivolta alla quale hanno rinunciato per decenni, mettendola in secondo piano alle esigenze ben più importanti di sopravvivenza.
Il libro, nel suo insieme, imprime un enorme senso di pessimismo, anche in virtù dell’epilogo molto triste del protagonista, nonché della completa sottomissione del genere umano, rappresentato appunto da Winston, incapace di sovrastare la figura superiore e asfissiante del Grande Fratello.
Le tesi trattate imprimono grandi critiche generalizzate su ogni tipo di forma di governo oppressiva e limitativa, che sia dittatura o capitalismo, assolutismo o totalitarismo.
L’opera di Orwell, è rivoluzionaria, perché capace di fare un’analisi approfondita e dettagliata di una società schiava del suo proprio sviluppo, cosicché si trovi in un tunnel dal quale non può uscire, negando diritti vitali com e il principio di libertà, di espressione, di amare, di sorridere e infine negando il diritto di vivere.
Infine, il termine “utopia” di per se significa “speranza”, credere nella realizzazione di un qualcosa di veramente difficile da materializzare. Questo libro è perciò una “disutopia”, cioè l’esatto contrario nel quale Orwell spera arditamente, ovvero un mondo in cui la dignità dell’uomo è venduta a discapito del potere assoluto e dove non esiste più ragione e puri sentimenti.

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