"Il Pianista": schede di lettura

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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Testo

AUTORE: Wladislaw Szpilman
TITOLO: Il pianista
CASA EDITRICE: Loescher
LUOGO E DATA DI EDIZIONE: Milano 1999
TRADUTTRICE: Lidia Lax
GENERE: romanzo storico
Sintesi:
Varsavia, 1939. Wladislaw Szpilman, brillante pianista polacco di religione ebraica, sta eseguendo in diretta radiofonica un brano di Chopin quando i nazisti invadono la Polonia. Il concerto si interrompe e da quel momento il protagonista viene coinvolto in quella che passerà alla storia come la Seconda Guerra Mondiale. I cancelli del ghetto vennero chiusi, le strade terminavano con delle alte mura che separavano il ghetto ebreo dalla parte ‘ariana’ della città. Szpilman e la sua famiglia furono segregati nel ghetto, come tutti gli altri ebrei di Varsavia, costretti a vivere in condizioni disumane che peggioravano quotidianamente. Inizialmente gli ebrei non si lamentarono eccessivamente, pensavano che fosse solo un periodo di transizione che sarebbe finito nel giro di pochi mesi, ma col passare dei giorni la vita diventava sempre più faticosa: il cibo scarseggiava , le abitazioni erano insufficienti per permettere una vita dignitosa, i decreti tedeschi diventavano sempre più severi… gli ebrei furono costretti a portare una fascia che li contraddistinguesse , non era loro concesso di possedere più di 2000 zloti, non potevano uscire di casa oltre un orario stabilito per via del coprifuoco; la loro esistenza era basata su obblighi e negazioni che venivano loro imposti senza spiegazioni , senza validi motivi e tali da distruggere tutto ciò che avevano, persino la loro anima.
Szpilman e la sua famiglia furono costretti a cambiare varie abitazioni, dovettero lasciare tutto ciò che possedevano, furono costretti a vendere persino il pianoforte di famiglia per avere qualche soldo per potersi procurare il cibo, e ridursi in appartamenti sempre più piccoli e spogli fino ad arrivare ad un semplice dormitorio pubblico. Finché un giorno furono rastrellati quasi tutti gli ebrei del ghetto, loro compresi, e portati nella Umschlagplatz, i suoi famigliari finirono su un treno che li portò verso la morte mentre Wladislaw si salvò.
Da quel giorno iniziò la parte più irta di ostacoli e dolorosa della vita del famoso pianista, Szpilman si ritrovò solo al mondo, non aveva più nessun famigliare, non possedeva nulla oltre ad un orologio e il suo calendario tascabile. Cercò rifugio presso alcuni suoi conoscenti ma non fu accolto da tutti perché alcuni temevano per la loro incolumità e non erano disposti ad esporsi ad un tale pericolo.Grazie all’aiuto di due suoi cari amici riuscì ad uscire dal ghetto dove era costretto a lavorare per i tedeschi; trascorse più di due anni tra un appartamento e un altro nascondendosi da tutti. Durante una delle sue permanenze in un appartamento fu tradito da colui che gli doveva procurare il cibo e trascorse vari giorni senza mangiare il che gli portò anche il problema dell’itterizia, ma tutte le volte che si trovò in difficoltà riuscì a salvarsi grazie all’intervento di un qualche conoscente. Più si dovette rifugiare in soffitte cadenti, dovette sopravvivere in un palazzo in fiamme, si salvò addirittura da un attacco dei tedeschi. L’ultimo periodo della sua fuga dal mondo esterno si ritrovò in un edificio che dopo pochi giorni dal suo arrivo divenne una base dei tedeschi; il primo giorno che vi entrò fu scovato a un ufficiale tedesco che lo aiutò a sopravvivere. Nei giorni seguenti si rifugiò nella soffitta, mentre il tedesco, che si scoprì essere il capitano Wilm Hosenfeld, gli procurò il cibo per vivere. Dopo vario tempo il commando tedesco fu spostato, Szpilman prima di essere lasciato per poter in un qualche modo ringraziarlo gli disse il suo nome. Dopo pochi giorni arrivarono i polacchi che però attaccarono Szpilman perché indossava una giacca di Hosenfeld che gli era stata lasciata dall’ufficiale per potersi riparare dal freddo, ma Szpilman riuscì a far capire che era polacco e così iniziò anche per lui una nuova vita fatta di musica e affetti.
Dopo alcuni giorni un suo compagno musicista, mentre usciva da un campo di concentramento, incontrò il capitano che invocò l’aiuto di Szpilman ma il pianista non riuscì a rintracciarlo e non poté fare nulla per aiutarlo.
Personaggi:
Szpilman, protagonista del romanzo, è ebreo polacco, pianista famoso della radio di Varsavia, appartenente ad una famiglia medio-borghese (sociale). Non è presenta al cuna caratterizzazione fisica (fisica). E’ un uomo poco disinvolto che conta molto sulla figura della famiglia, degli amici e dei conoscenti per riuscire nell’ambito lavorativo e proprio grazie a queste conoscenze riuscirà a salvarsi (psicologica).
Hosenfeld, comprimario di Szpilman, è un capitano tedesco, onorato a molte cariche militari(sociale). Si vergogna di essere nazista dati i trattamenti che vengono riservati per gli ebrei (psicologica). Non è presenta alcuna caratterizzazione fisica (fisica).
Personaggi secondari:
Henryk è il fratello di Szpilman, quindi anch’esso appartiene ad una famiglia medio-borghese, è scrittore e venditore di libri (sociale). Non è presente alcuna caratterizzazione fisica (fisica). E’ orgoglioso e sprezzante, speso mostra un atteggiamento di superiorità nei confronti del fratello ma dietro ad esso vi è comunque celata una profonda stima (psicologica).
Le due sorelle. Di loro non si hanno notizie riguardanti la loro interiorità e il loro aspetto fisico, non vi sono particolari rapporti con il fratello, ma certamente sono migliori che tra i due fratelli; conosciamo solo i loro nomi Halina e Regina Szpilman.
Madre. Della madre si sa che è una casalinga (sociale), che cerca di essere sempre presentabile (fisica) e che cerca di mantenere saldo il legame famigliare anche quando vi sono delle discussioni (psicologica).
Padre è un violinista (sociale). Non è presente alcuna caratterizzazione fisica (fisica). E’ mite e si sottomette con maggiore facilità, rispetto ai suoi figli, di fronte ai soldati tedeschi (come quando china il capo e scende dal marciapiede). E’ tra i più ottimisti, cerca di non voler rendersi conto della situazione in cui si ritrovano, spera che vengano deportati per semplici scopi lavorativi e non per essere sterminati in massa (psicologica).
Majorek è un ragazzino che deve fare da intermediario tra il ghetto e la parte ‘ariana’ della città in modo da organizzare la ribellione (sociale). Non è presente alcuna caratterizzazione fisica né psicologica.
Spazio e tempo:
Il romanzo si svolge a Varsavia durante il periodo che va dal 31 agosto 1939 al 15 gennaio 1945, cioè quello della Seconda Guerra Mondiale.
I luoghi descritti e i posti dove si svolgono le azioni sono edifici del ghetto e della parte ‘ariana’ della città di Varsavia. Fondamentali per la narrazione anche le strade e gli avvenimenti in esse accaduti come quello della Umschlagplatz. La maggior parte dei luoghi sono chiusi, caratterizzati dall’oppressione, dall’angoscia per tutto ciò che accade all’esterno anche solo un attacco, dalla solitudine e dal dolore fisico e psicologico perché gli ebrei non furono sottoposti solo a torture ma anche a soprusi psicologici.
Nella narrazione le date degli eventi sono precise grazie al calendario tascabile che Szpilman porta sempre appresso.
Il tempo della storia è notevolmente più lungo di quello del racconto, difatti l’autore utilizza numerose sintesi e tralascia alcuni avvenimenti che ritiene poco significanti. Si alternano periodi narrati con inverosimile precisione e periodi tralasciati e ancora altri in cui il tempo della storia e quello del racconto coincidono per la presenza di scene dialogate.
I temi:
i temi principali della narrazione sono tre: la musica che accompagna Wladislaw in ogni momento della sua vita, addirittura quando si ritrova solo negli appartamenti risuona mentalmente tutti i brani che lo resero celebre in modo da poter tornare subito in attività dopo la sua ‘prigionia’; la complicità nei momenti di maggiore difficoltà, gli ebrei si aiutano tra di loro in ogni momento senza pensare al proprio ego ma soprattutto a ciò che li circonda, questo modo di vivere si diffuse anche tra i cittadini non ebrei, i quali non furono perseguitati però dovettero comunque vivere momenti di terrore; e, suppongo sia il principale, la situazione degli ebrei che dovettero vivere in condizioni insopportabili, come ho già sottolineato nella sintesi.
Il narratore:
le vicende sono narrate in prima persona direttamente dal pianista, quindi il narratore è interno di 1° grado, è narratore protagonista, la narrazione è soggettiva, vi sono giudizi personali riguardo ai vari personaggi e ai vari eventi e interventi di commento. Il punto di vista è interno, il narratore viene a conoscenza degli avvenimenti così come accadono come tutti gli altri personaggi.
Commento personale:
penso che questo romanzo sia uno dei migliori che io abbia mai letto, l’argomento della Seconda Guerra Mondiale mi attrae molto perché mediante essa si può comprendere come nonostante la prepotenza e l’ostinazione di alcuni prevalga sempre il giusto. La condizione di vita degli ebrei di quel periodo mi ha fatto riflettere molte volte già in passato e continua a farmi riflettere adesso, non capisco come si possa nutrire un odio così forte verso qualcuno che non ti ha rivolto alcuna offesa o danno solo perché è di una religione diversa, o entrando più in generale in un argomento abbastanza attuale perché ha la pelle di un diverso colore. Ritengo che sarebbe opportuno non far neanche nascere persone con un tale sentimento nel cuore perché sono capaci solo di risentimento verso il mondo intero. Non riesco ad immaginare cosa sia quella forza che spinse e che spinge tuttora questi uomini, dato che vi sono ancora adesso casi di razzismo, a fare cotante crudeltà, anche perché suppongo che non vi possano essere delle logiche motivazioni.
La parte del romanzo che mi ha più attratta è stata quella riguardante il rapporto tra Szpilman e Hosenfeld perché dimostra che non si deve giudicare un uomo solo perché tedesco, difatti Hosenfeld si è dimostrato caritatevole e disistimante il potere tedesco.
immagine di copertina dell’edizione inglese ‘The pianist’

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