"Il fu Mattia Pascal": scheda del libro di Pirandello

Materie:Scheda libro
Categoria:Italiano

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1.5 (2)
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Data:27.05.2005
Numero di pagine:2
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Testo

“Il fu Mattia Pascal”, pubblicato nel 1904, non solo è considerato uno dei più famosi e bei libri di Luigi Pirandello, ma anche il romanzo inaugurale del Novecento letterario italiano, poiché abbatte completamente i modelli ideologici e formali dell’Ottocento realistico e naturalistico, e dà il via al romanzo moderno d’introspezione.
La storia inizia a Mirano, in Sicilia, dove Mattia Pascal vive con il fratello Roberto e la madre. Il padre, commerciante, muore lasciando loro una cospicua eredità, che si dice si sia procacciato con il gioco d’azzardo, nonché molti possedimenti. Il fato deciderà che Mattia, una volta disgraziatamente sposatosi con la nipote del suo peggior nemico, Batta Magna, amministratore dei beni di famiglia, dovrà patire, oltre alla morte della madre e delle sue due figlie, anche i continui litigi con la suocera, che lo esasperano, e la mancanza di fondi. Finché un giorno, ricevute 500 lire dal fratello per la sepoltura della madre, decide di partire per Montecarlo all’insaputa di tutti, dove grazie all’aiuto della fortuna riesce a vincere alla roulette 82.000 lire, con le quali, una volta tornato a casa, potrà riscattare alcuni debiti e riacquistare qualche proprietà perduta. Il caso vuole, però, che sul treno del ritorno, Mattia legga sul giornale la notizia del suo suicidio: questo fatto che, dapprima, suscita in lui un’indignata sorpresa, gli permette di liberarsi finalmente dei suoi creditori e delle angherie della vita familiare, di ricominciare una vita nuova. Cambiato nome, in Adriano Meis, e aspetto, egli inizia a crearsi un suo passato e a vivere il presente da “uomo nuovo”. Si renderà conto presto, però, che la sua situazione è anch’essa limitante: egli, infatti, è un “forestiere della vita” e questa sua condizione di “sopravvissuto alla morte” gli impedisce di vivere e lo porterà poi a simulare il suicidio di Adriano Meis e a ritornare di nuovo nei panni di Mattia Pascal. Il romanzo sviluppa i temi principali della narrativa novecentesca, quella del conflitto tra uomo e società, quello dell’uomo senza qualità, della casualità, ma anche il tema, propriamente pirandelliano, dell’identità: il tentativo di Mattia di ricostruirsi un’identità, dopo che per un bizzarro gioco del caso risulta anagraficamente defunto, comporta una serie di vicende che rivelano l’estreme difficoltà di far consistere il perenne fluire della vita in forme fisse e statiche.
E’ un romanzo che appassiona, anche se la prima parte può sembrare poco scorrevole e troppo descrittiva. Stile coinvolgente ed ironico, è uno dei capisaldi della letteratura mondiale del Novecento.

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