Gli handicap

Materie:Appunti
Categoria:Igiene

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Testo

Handicap
Handicap: mancanza di una o più abilità fisiche o psicofisiche che rende la persona non completamente autonoma.
L’handicap può essere: - congenito, se presente alla nascita,
- acquisito, durante la vita
- stabile
- progressivo, se peggiora nel tempo
Cause:
Prenatali: - genetiche
- irradiazione dell’addome materno
- assunzione di farmaci teratogeni
- infezioni contratte dalla gestante non immune

Perinatali: - uso improprio di strumenti ostetrici (forcipe o ventosa)
(al momento - travaglio prolungato: può verificarsi un’ipossia (mancanza d’ossigeno)
del parto) che porta a lesioni cerebrali

Postnatali: - traumi
- gravi infezioni (meningite e polmonite)
- tumori

Handicap del linguaggio
Possono dipendere da lesioni agli organi della fonazione (laringe, corde vocali e lingua) oppure da lesioni dei centri nervosi che controllano l’articolazione della parola.
I principali handicap del linguaggio sono: - Mutismo, incapacità di emettere suoni o di
articolare le parole
- Sordomutismo, assenza del linguaggio
dovuta a sordità per questo è
fondamentale che nel bambino
con sordità parziale si intervenga
precocemente con l’uso di
apparecchi acustici, questo per
evitare che si atrofizzi l’area del
linguaggio presente nel cervello
- Disfasia (o Afasia), dis difficoltà
a assenza; è la
difficoltà o incapacità nel
denominare gli oggetti e
nell’esprimere il proprio pensiero
(disfasia motoria) oppure è la
difficoltà o l’incapacità nel capire
nomi e frasi (disfasia percettiva)
- Balbuzie, ripetizione di sillabe dovuta a
spasmo (contrazioni ripetute) dei
muscoli della fonazione
- Blesità, soppressione, deformazione o
sostituzione di una consonante
con un’altra (R moscia/blesa)
- Disartria, linguaggio a scatti con pause nei
punti sbagliati
- Dislessia, difficoltà nella lettura
- Disgrafia, difficoltà nella scrittura

Handicap motori
Paralisi: incapacità di muovere una o più parti del corpo.
Si possono distinguere: Paralisi spastica (muscoli rigidi) e Paralisi flacida (muscoli flacidi). Se la paralisi interessa due arti viene detta Paraplegia (spesso conseguente della lesione del midollo spinale) invece in caso di paralisi di quattro arti si parla di Tetraplegia. Quando invece si ha la paralisi di metà del corpo, che spesso colpisce gli anziani, si parla di Aniplegia, in seguito ad un ictus (necrosi del tessuto nervoso, se muore la parte destra l’emiplegia colpisce quella opposta).
Tic: movimenti ripetuti di una parte del corpo, dovuti a lesioni di fibre nervose che discendono dall’encefalo al midollo spinale.

RITARDO MENTALE (insufficienza mentale o Oligofrenia)
Ritardo mentale: deficit dell’intelligenza dovuto ad un incompleto sviluppo delle funzioni cerebrali. Non sempre sono evidenti lesioni organiche del cervello. Una valutazione della gravità del ritardo mentale si basa sul calcolo del quoziente intellettivo:
Q.I.= età mentale 100
età cronologica
L’età mentale viene valutata sottoponendo il soggetto ad una serie di test; dapprima si somministrano i test per soggetti della sua età, se non passa questi si passa ai test per l’età inferiore. Il Q.I. medio è tra 90 e 110. Gli iperdotati sono superiori a 110; mentre gli ipodotati sono sotto i 90

L’O.M.S. ha proposto la classificazione:
Q.I. = 80-90 RITARDO TRANSITORIO DELLO SVILUPPO INTELLETTIVO, soggetti recuperabili, spesso con deficit sensoriali (ciechi o ipovedenti, sordi….) o allevati in ambienti poco stimolanti
Sintomi: ritardo nello sviluppo motorio e del linguaggio e difficoltà di apprendimento.
Q.I. = 70-80 BORDERLINE (SOGGETTO SULLA LINEA DI CONFINE) i soggetti manifestano grosse difficoltà nell’età scolare; sono affiancati da insegnanti di sostegno.
Q.I. = 50-70 RITARDO MENTALE LIEVE età mentale di 8-12 anni, anche nell’età adulta (moltissimi down)
Q.I. = 35-50 RITARDO MENTALE MODERATO età mentale 5-8anni, devono essere sempre seguiti
Q.I.= 20-35 RITARDO MENTALE GRAVE età mentale di 2-5 anni devono essere seguiti e aiutati in tutte le attività quotidiane
Q.I.= 0-20 RITARDO MENTALE GRAVISSIMO (IDIOZIA) età mentale 0-2anni, tali soggetti non parlano e spesso non si muovono
Il termine demenza viene utilizzato per gli anziani, è un deficit dell’inteligenza dovuto alla regressione di facoltà cerebrali originariamente nella norma. Spesso la demenza è la conseguenza di ictus cerebrali oppure accompagna malattie degenerative del cervello come Alzheimer e il morbo di Parkinson.

Handicap sensoriali
CECITA’ E IPOVISIONE
La formazione e l’interpretazione delle immagini avvengono a livello dei lobi occipitali del cervello. L’occhio, attraverso il nervo ottico, invia alla corteccia occipitale i segnali luminosi sottoforma di impulsi nervosi. Una lesione dell’occhio o delle strutture nervose che servono per la visione porta a una riduzione della vista o alla cecità. Possibili cause di queste lesioni possono essere: tumori, ictus, traumi, infezioni, radiazioni o carenze nutrizionali (la carenza di vitamina A porta alla cecità). Il bambino cieco o ipovedente deve essere seguito da personale qualificato che lo aiuti a sviluppare gli altri sensi, ad usare il bastone, e che gli insegni il metodo Braille di lettura con le dita di caratteri in rilievo

IPOACUSIA E SORDITA’
Possono dipendere da lesioni dell’orecchio o delle strutture nervose deputate alla ricezione e alla decodificazione dei suoni. Se la sordità è parziale si deve intervenire precocemente con apparecchi acustici, in modo tale da impedire l’atrofia dell’area cerebrale del linguaggio. Quando la sordità è totale è accompagnata da mutismo e la comunicazione avverrà attraverso il linguaggio dei segni e la labio lettura. Nei primi mesi di vita il pediatra valuta l’udito del bambino sottoponendolo al test di Boel.

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