Spagna

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Testo

ASPETTO FISICO
Posizione geografica
La Spagna, in spagnolo Espana, si trova nella Penisola Iberica e ne occupa l'85%; confina a nord-est con la Francia e Andorra, ad ovest con il Portogallo; è bagnata a nord dal Mar Cantabrigo, a sud ovest con l'Oceano Atlantico, a sud ed ad est dal Mar Mediterraneo.
Nel suo territorio c'è il possedimento inglese di Gibilterra, che è posizionata all'estremità meridionale della penisola.
Sono territori spagnoli le isole Baleari nel Mediterraneo, le Canarie nell'Oceano Atlantico, alcune città in Marocco ed alcune isole al largo delle coste africane.
Morfologia
La Spagna occupa 505.954 km2 circa della Penisola Iberica e l'88% del suo perimetro è bagnato dall'acqua. La lunga e ininterrotta catena montuosa dei Pirenei, che si estende per 435 km circa dal Golfo di Biscaglia al Mar Mediterraneo, a nord segna il confine con la Francia.
Il tratto morfologico caratteristico della Spagna è il grande altopiano centrale, quasi privo di alberi, chiamato Meseta Central: declina da nord a sud e da est a ovest con un'altitudine media di 610 m circa. Il tavolato è interrotto da numerose catene montuose irregolari chiamate sierre, le più importanti delle quali sono la Sierra de Guadarrama, la Sierra de Gredos e i Monti de Toledo.
La pianura costiera è stretta e raggiunge di rado i 32 km di larghezza, interrotta in molte zone da montagne che digradano verso il mare formando promontori rocciosi, soprattutto lungo la costa mediterranea. Le principali catene montuose hanno altezze che oltrepassano i 3353 m. Le cime più alte sono l'Aneto nei Pirenei e il Pico de Mulhacén nella Sierra Nevada (Spagna meridionale). Nei possedimenti insulari della Spagna la vetta più alta è il Pico de Teide sull'isola di Tenerife, nelle Canarie.
Idrografia
I principali fiumi della Spagna scorrono generalmente lungo corsi profondi e rocciosi, attraverso valli di montagna, a ovest e a sud dell'Oceano Atlantico. I fiumi Duero, Rio Minho, Tajo e Río Guadiana nascono al centro della Spagna e scorrono attraverso il Portogallo fino all'Oceano Atlantico. Il fiume più profondo della Spagna, nonché l'unico interamente navigabile, è il Guadalquivir, che scorre attraverso le fertili pianure meridionali. Il fiume Ebro, nella parte nordorientale del Paese, sfocia nel Mar Mediterraneo ed è parzialmente navigabile da piccole imbarcazioni
Il clima
La Spagna presenta notevoli differenze climatiche, dovute a vari fattori: l'altitudine media, la disposizione dei rilievi, la forma stessa della penisola iberica, che condizionano l'influsso oceanico, atlantico, molto forte nella parte nordoccidentale del paese, che altrove è soggetto piuttosto agli influssi subtropicali aridi. L'area atlantica è caratterizzata da un clima umido, dovuto ai venti occidentali che scaricano sulle coste l'umidità accumulata sulle superfici oceaniche. L'influsso oceanico assicura stagioni temperate, con medie invernali fra i 5 e i 10 °C ed estive fra i 18 e i 20 °C. Un clima mediterraneo caratterizza invece la sezione orientale del paese, con inverni miti ed estati calde e asciutte; una forte aridità si riscontra nella zona centromeridionale, l'Andalusia, che comprende il bacino del Guadalquivir, area di confluenza dei venti continentali e africani. La costa mediterranea meridionale ha un clima nettamente subtropicale. L'intera Meseta ha un clima continentale con piovosità molto scarsa (200-500 mm annui) e forti variazioni di temperatura; si può passare dai 40 °C in estate e scendere d'inverno a -25 °C. Le estati della Meseta sono così aride che quasi tutti i corsi d'acqua si prosciugano per alcuni mesi.
Flora e fauna
Solo una parte limitata della Spagna è boscosa; le foreste crescono soprattutto sui versanti dei rilievi esposti alle correnti umide, particolarmente a nord-ovest. L'umidità della costa occidentale favorisce la crescita di latifoglie (querce e faggi) e, ad altitudini maggiori, pini e abeti. La macchia mediterranea, con querce da sughero, lecci e altre specie sempreverdi, ammanta i versanti dei rilievi che dominano la costa orientale e meridionale, dove si succedono pianure e vere e proprie oasi (huertas) coltivate, con agrumeti, colture irrigue diverse, oltre a molti tipi di frutteti.
L'interno è steppico o semidesertico, con oasi di pioppi e vegetazione riparia. Arbusti ed erbe costituiscono la formazione naturale propria dell'altopiano centrale denominata. Lo sparto, usato per produrre carta e vari tipi di fibre, cresce in abbondanza.
Le specie animali presenti nel paese comprendono il lupo, la lince, il gatto selvatico, la volpe, la capra selvatica, il cervo e la lepre; nei laghi e nei torrenti di montagna vivono molte specie ittiche tra cui tinche, trote e barbi.
ASPETTO STORICO-ATTUALE
Le prime testimonianze di una presenza umana nella penisola iberica sono le pitture rupestri risalenti al Paleolitico superiore. Nel neolitico nelle regioni meridionali si stabilirono gli iberi, originari dell'Africa settentrionale. I celti si stabilirono nel nord. Dall'unione fra le popolazioni celtiche e iberiche si formò successivamente il gruppo etnico dei celtiberi.
L’ETÀ ANTICA
La penisola iberica fu esplorata dai fenici, che attorno all'XI secolo a.C. vi stabilirono più colonie. Commercianti greci colonizzarono la costa del Mediterraneo, mentre i cartaginesi iniziarono la conquista della penisola dopo la prima guerra punica, ma vennero fermati sull'Ebro dai romani; che la divisero in due province.
Nel 409 d.C. alcune popolazioni germaniche passarono i Pirenei e si stanziarono nella penisola formando il regno visigoto di Tolosa, vassallo di Roma.
L’ETÀ MEDIOEVALE
La Spagna mussulmana
Nel 711 gli arabi attraversarono lo stretto di Gibilterra e sconfissero l'ultimo re visigoto di Spagna, giungendo a controllare tutti i territori compresi tra la costa occidentale e i Pirenei. L'avanzata musulmana verso nord venne tuttavia arrestata nel 732 da Carlo Martello nella battaglia di Poitiers.
Nel 900 la Spagna musulmana raggiunse il suo magior sviluppo. Mentre la sua flotta dominava sul Mediterraneo, Cordova divenne un importante centro culturale e artistico. Nell'XI secolo, il califfato di Cordova si frammentò in una ventina di regni indipendenti.
L’espansione degli stati cristiani del nord e la “reconquista”
Nel X secolo la regione di Navarra divenne un regno indipendente, che sotto Sancio I si estese e prese in seguito il nome di Castiglia. Il conte Fernán González la rese indipendente dal León nel 932. Nell'XI secolo una parte considerevole dell'Aragona fu presa ai musulmani dal re di Navarra, che occupò anche il León e la Castiglia, a capo della quale pose il figlio Ferdinando. Alla morte del padre, questi acquisì la corona del León (1037) e conquistò molte altre terre.
Ferdinando si proclamò sovrano di Spagna e avviò l'opera di riconquista dei possedimenti musulmani nella penisola.
La presenza araba si limitò al regno di Granada. Grandi beneficiari della riconquista cristiana furono i regni del Portogallo, di Castiglia e d'Aragona. Il regno di Navarra passò sotto il dominio francese nel 1200, mentre l'Aragona creò un impero mediterraneo che comprendeva la Sardegna, la Sicilia e la Corsica.
L’ETÀ MODERNA
L’inizio
Nel 1469, il matrimonio di Isabella I di Castiglia con Ferdinando II d'Aragona diede avvio al processo di unificazione della Spagna cattolica. Durante il loro regno, fu istituita la Santa Inquisizione e, con la presa di Granada, fu portata a termine la "reconquista". Le esplorazioni di Cristoforo Colombo aprirono le porte del Nuovo Mondo: alla metà del XVI secolo la Spagna controllava l'intero continente sudamericano, l'America centrale, la Florida, Cuba e, in Asia, le isole Filippine.
L'affermazione spagnola in Europa fu agevolata dall'applicazione delle strategie e delle tecniche militari sperimentate con successo nelle guerre contro i musulmani. Il principale avversario della Spagna fu in questa fase iniziale la Francia: la lotta, iniziata con la campagna di Carlo VIII di Francia in Italia, proseguì per tutto il regno di Ferdinando II d’Aragona.
Gli asburgo
Dopo la morte di Isabella e Ferdinando, Carlo I divenne il primo sovrano della Spagna unita. Durante il regno del figlio Filippo II l'impero americano era ormai consolidato e le guerre con la Francia erano terminate, così iniziò il secolo d'oro della cultura e dell'arte ispaniche. Alla sua morte, Filippo II lasciò, tutta via, il paese oppresso da una grave crisi, e il suo successore, Filippo III, spopolò ulteriormente la Spagna e creò nuovi problemi all’economia.
Filippo IV, cedette la guida del regno a Gaspar de Guzmán, conte di Olivares, che coinvolse la Spagna nella guerra dei Trent'anni. La situazione peggiorò ulteriormente durante il regno di Carlo II.
I borbone
Alla morte di Carlo II, che non aveva eredi, il ramo spagnolo degli Asburgo si estinse. La corona passò al suo pronipote, Filippo V di Borbone, inaugurando la dinastia dei Borbone di Spagna e suscitando le preoccupazioni dell'intera Europa; alcuni stati di quest’ultima formarono una coalizione per sostenere l'altro pretendente al trono dando inizio alla guerra di successione spagnola.
L'arciduca asburgico divenne imperatore col nome di Carlo VI. Con un trattato la Spagna perse molti possedimenti, ma in compenso Filippo fu riconosciuto re di Spagna con il nome di Filippo V; Le sue riforme amministrative resero il governo più efficace e ridussero i privilegi della Chiesa e della nobiltà. La Spagna si alleò con la Francia in varie guerre, grazie alle quali riguadagnò molti dei territori italiani perduti nel 1713.
Il re Carlo III offrì alla Spagna un periodo di governo illuminato e varò importanti riforme, ma al contrario il successore Carlo IV fu un sovrano debole.
La Rivoluzione francese determinò un rinnovato autoritarismo della politica spagnola che temeva il diffondersi di ideologie rivoluzionarie. Il nuovo signore di Francia, approfittando di una rivolta del popolo, per estromettere i Borbone e porre sul trono suo fratello, Giuseppe Bonaparte. Il popolo spagnolo rifiutò di riconoscere la sovranità di Giuseppe e diede vita a una tenace resistenza contro l'occupazione francese. Sei anni di guerra minarono gravemente l'economia spagnola e diedero forza ai movimenti indipendentisti nelle colonie: nel 1826, l'impero coloniale americano si era dissolto, e alla Spagna rimanevano solo Cuba e Puerto Rico.
L’ETÀ CONTEMPORANEA
Le guerre carliste
Ferdinando VII tornò in Spagna dopo la sconfitta di Napoleone, agli inizi dell’800, e, abrogata la Costituzione, instaurò un regime reazionario. Alla morte di Ferdinando, i conservatori volevano invece sul trono il fratello del sovrano, Carlos, e scatenarono un'aspra guerra civile. Il conflitto tra carlisti e liberali si concluse solo nel 1843, con la sconfitta dei primi e l'ascesa al trono di Isabella II il cui regno fu segnato da una forte instabilità politica e dalla lotta tra i due gruppi di liberali. Isabella venne spodestata, con un colpo di stato, e il Parlamento approvò una nuova Costituzione democratica, in base alla quale la Spagna diventava una monarchia parlamentare.
Una nuova insurrezione carlista e un'altra rivolta cubana verso la fine dell’800 furono presto represse, ma nel 1898 scoppiò la guerra ispano-americana, che costrinse la Spagna, a ritirarsi da Cuba e cedere Puerto Rico e le Filippine agli Stati Uniti.
Dalla dittatura alla seconda repubblica
Nonostante le numerose pressioni cui fu sottoposta, la Spagna rimase neutrale nel corso della prima guerra mondiale. Le esportazioni diedero vita a un autentico boom economico, ma nel contempo aumentò anche l'inflazione, e i lavoratori invocarono aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro.
Nel settembre del 1923 il generale Miguel Primo de Rivera sciolse il parlamento e instaurò un regime dittatoriale; l’introduzione di misure fiscali indebolì la posizione di De Rivera, che nel gennaio del 1930 si dimise. il 14 aprile fu proclamata la repubblica, il cui governo fu guidato da Manuel Azaña, che avviò un ambizioso programma di riforme.
Le sinistre ristabilirono una legislazione riformatrice, ma i disordini si diffusero in tutto il paese. In questo drammatico contesto, il generale Francisco Franco si fece promotore di un progetto di rovesciamento delle istituzioni repubblicane che ottenne il sostegno della gran parte dell'esercito.
La guerra civile
L'insurrezione militare ebbe inizio il 17 luglio del 1936, cominciò così la lunga guerra civile, dove entrambe le parti ricevettero aiuti dall'estero: Hitler e Mussolini sostennero le truppe di Franco, mentre l'URSS appoggiò i repubblicani, che ricevettero anche il sostegno delle Brigate Internazionali costituite da volontari europei e americani. I ribelli mostrarono grande unità d'azione; il generale Francisco Franco si proclamò capo della Falange nazionalista, un movimento politico di ispirazione fascista.
Le forze nazionaliste, appoggiate dalle truppe fasciste italiane e dall'aviazione nazista, il 26 aprile rase al suolo la città di Guernica. La guerra civile terminò il 1° aprile; la Spagna era letteralmente distrutta, i morti erano intorno al milione.
La dittatura di Franco
Quando prese il potere Franco le uniche istituzioni riconosciute come legittime e dotate di poteri effettivi furono l'esercito, la Chiesa cattolica e la Falange.
La Spagna franchista rimase neutrale durante la seconda guerra mondiale. Nel 1947 Franco ristabilì la monarchia, dichiarandosi reggente a vita. Nel corso degli anni Cinquanta, in piena Guerra Fredda, gli Stati Uniti considerarono il dittatore un importante alleato contro il comunismo e, nel settembre del 1953, concessero a Franco cospicui aiuti economici e militari in cambio del diritto di impiantare basi navali e aeree in territorio spagnolo. Nel 1955 la Spagna fu ammessa nell'ONU. Nonostante la ripresa economica e culturale del paese non mutò l’essenza del regime.
Nel 1962 Franco istituì la legge marziale, in risposta a un'eccezionale ondata di scioperi operai. Tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta anche la Spagna, come gli altri paesi occidentali, fu percorsa da una stagione di lotte operaie e riprese con forza l'attività dell'ETA. Molti tentarono di opporsi all’apertura politica, ma ormai la sorte del regime fascista spagnolo, simbolizzata dalla lunga agonia del dittatore, era segnata; alla morte di Franco nel novembre 1975, la Spagna si avviò verso la democrazia.
La restaurazione della democrazia
Al trono di Spagna salì Juan Carlos che favorì il processo verso la democrazia. Nell'aprile 1977 il governo legalizzò il partito comunista; nel giugno successivo, le prime elezioni democratiche in quarant'anni premiarono la sua politica centrista assicurando al suo nuovo partito. Nel 1978 la Spagna si diede una nuova Costituzione.
L'opposizione alla democrazia dei settori più retrivi della società spagnola si manifestò ancora nel 1981 con un tentativo di colpo di stato, fallito per la ferma opposizione di Juan Carlos e della società spagnola. Le elezioni dell'ottobre 1982 furono vinte dal Partito socialista di Felipe González, che nel 1986 guidò l'entrata della Spagna nella CEE (oggi Unione Europea). Dal 1990 una serie di scandali minò la credibilità del governo socialista, che nelle elezioni del marzo 1996 fu sconfitto dal Partito popolare di José Maria Aznár.
Attualità
Dal 1996 Aznár governa con l'appoggio di partiti minori, tra i quali il catalano Convergencia i Unió (Convergenza e unione). Per ottenere il sostegno di questo partito, Aznár ha dovuto prendere l'impegno di favorire una maggiore autonomia della Catalogna dal governo centrale. La questione delle autonomie, parte importante dell'agenda governativa, assume un aspetto urgente e drammatico nel conflitto che oppone dal 1968 il movimento separatista basco al governo centrale e che ha causato già più di 800 morti. Dall'insediamento di Aznár alla guida del governo spagnolo, l'ETA ha moltiplicato le sue azioni, colpendo direttamente i militanti del maggior partito di governo. Nel luglio del 1997 il sequestro e l'assassinio di un consigliere comunale basco, militante del Partito popolare di Aznár, ha suscitato un'ondata di emozione nel paese e una forte manifestazione di protesta contro il terrorismo dell'ETA. La questione basca resta tuttavia aperta e non può ammettere solo una soluzione militare, che potrebbe inoltre innescare una reazione a catena nel composito panorama dei nazionalismi iberici.
L’ambiente di vita
Il territorio della Spagna, in gran parte montuoso e semiarido, ospita oltre 5000 specie di piante. Le foreste coprono il 16,8% (1995) della nazione, sebbene tale cifra comprenda anche piantagioni di pini ed eucalipti coltivati per la stabilizzazione dei suoli e la produzione della carta. La superficie del Paese è coltivata per il 53% circa. Le aree protette, fra cui nove parchi nazionali, riserve di caccia e molti siti più piccoli a regime speciale di conservazione, assommano all'8,4% (1996) circa del territorio.
L'ambiente subisce numerose minacce. La deforestazione, assieme all'erosione e all'inquinamento dei fiumi sono fonte di preoccupazione, come pure la coltivazione abusiva di terre protette, la desertificazione in zone agricole mal gestite e la salinizzazione del suolo nelle aree irrigate. La produttività agricola è migliorata negli ultimi anni, ma questo si deve in parte all'accresciuto impiego di fertilizzanti azotati, che hanno per contro peggiorato il problema dei composti azotati nei fiumi. Il turismo, importante fonte di entrate per il Paese, ha anch'esso effetti indesiderati sull'ambiente. Le aree protette sono minacciate dallo sviluppo mal pianificato e la scarsa efficienza degli impianti di scarico e di trattamento delle acque è causa di inquinamento grave, specialmente nei mesi estivi sulle coste mediterranee.
Nell'aprile 1998 si verificò una grave perdita di sostanze tossiche provenienti dal bacino artificiale di una miniera aurifera nel Sud del Paese. Nonostante i tentativi fatti per deviare la perdita dal Parque Nacional Doñana, un’importante zona umida protetta, verso il Guadalquivir e quindi nell'Oceano Atlantico, i danni ambientali furono ingenti. Si stima che le acque inquinate provenienti dalla perdita abbiano minato la sopravvivenza di milioni di uccelli e altri animali selvatici. I fanghi tossici hanno ricoperto fattorie, campi e orti, causando gravi perdite economiche ai contadini locali.
In Spagna l'elettricità è prodotta utilizzando centrali idroelettriche, nucleari e a carbone. Più di un terzo dell'energia viene prodotta da centrali nucleari, il Governo intende comunque ridurne l'uso e ha avviato ricerche sulle fonti di energia alternative.
La Spagna partecipa alla Convenzione di Ramsar sulla salvaguardia delle zone umide, con 17 siti protetti, e alla World Heritage Convention (Convenzione per il patrimonio culturale mondiale), con due parchi nazionali riconosciuti come WHS (luogo patrimonio dell'umanità). Sono state istituite 14 riserve della biosfera nel quadro del programma MBA (Man and the Biosphere, l'uomo e la biosfera) dell' UNESCO. La Spagna ha ratificato il Protocollo Ambientale Antartico, il Trattato Antartico e il Trattato per il Legname Tropicale del 1983 oltre a numerosi accordi internazionali sull'ambiente. A livello locale, la Spagna ha istituito numerose aree protette per gli uccelli selvatici ai sensi della relativa direttiva europea e sei siti marini protetti nel quadro del Piano di Azione per il Mediterraneo.
ASPETTO DEMOGRAFICO
La popolazione
La popolazione spagnola presenta una forte mescolanza etnica dovuta a invasioni, migrazioni e dominazioni che si sono succedute nei secoli e che hanno lasciato nelle diverse regioni le tracce della loro presenza. Ad esempio di grande rilievo è stata, in tutta la parte meridionale del paese, l'occupazione araba, che ha lasciato un'impronta non più cancellata nell'arte, nella cultura e nella stessa organizzazione territoriale. Nonostante i processi di omologazione nazionale, avviati dallo stato unitario sin dal XV secolo, alcuni gruppi hanno mantenuto sino a oggi le loro peculiarità etnico-linguistiche.
La popolazione della Spagna è di 38.748.001 abitanti, con una densità di circa 76 abitanti per km2, relativamente bassa rispetto alle medie europee. La popolazione urbana è pari al 76,2%. La crescita annua si aggira intorno allo 0,2%, e la speranza di vita è di 78 anni circa. Le zone meno popolate sono quelle interne, mentre un'alta densità abitativa si riscontra lungo i litorali.
Lingua e religione
La maggior parte degli spagnoli parla il castigliano, ma alcune regioni conservano con orgoglio le proprie peculiarità linguistiche: il basco è parlato nelle regioni settentrionali; il catalano è parlato nel nord-est, e il galiziano (simile al portoghese) è la lingua diffusa nel nord-ovest. Il cattolicesimo, fino al 1978 religione di stato, è professato dal 97% degli spagnoli. Esistono nel paese piccole comunità di protestanti, ebrei e islamici.
Cultura ed istruzione
Il grande periodo della cultura spagnola ebbe inizio nel Medioevo, quando mori, cristiani ed ebrei fondarono scuole di istruzione superiore a Cordova, Granada e Toledo.
Il sistema educativo spagnolo comprende oggi istituti pubblici laici e scuole private, generalmente cattoliche. L'insegnamento pubblico è obbligatorio e gratuito per i ragazzi dai sei ai sedici anni. Successivamente gli studenti possono seguire corsi di preparazione professionale o corsi di preparazione per l’università; questa prevede tre cicli di studi.
Biblioteche, musei e gallerie d'arte testimoniano la ricchezza delle tradizioni culturali del paese. Nella capitale hanno sede inoltre la Biblioteca del Palazzo Reale (1760) e la Biblioteca dell'Università di Madrid (1341).
Una delle maggiori collezioni d'arte di tutto il mondo è quella del Museo del Prado, a Madrid, che raccoglie opere di grandi pittori spagnoli ed europei, mentre il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía ospita, oltre che ad altre opere, alcune tele di Salvador Dalí e Pablo Picasso. Oltre a grandi artisti e scrittori, la Spagna ha avuto importanti musicisti, fra cui Antonio Soler (XVIII secolo).
ASPETTO ECONOMICO
La Spagna è stato un paese tradizionalmente agricolo, ma a partire dagli anni Cinquanta è stato avviato un processo di sviluppo industriale che ha rapidamente trasformato la vita del paese e la stessa struttura dell'economia.
Oggi, benchè la Spagna abbia ancora forti basi agricole, si può definire come un paese industriale, di livello europeo. Le trasformazioni sono state guidate sin dal 1964 da una serie di piani di sviluppo che hanno incontrato un certo ostacolo alla fine degli anni Settanta, con il rallentamento nella crescita industriale dovuto all'aumento del costo del petrolio e di altre materie prime d'importazione. L'economia industriale poggia su un settore di base di rilievo, comprendente alcuni impianti siderurgici, metallurgici e petrolchimici di notevole capacità produttiva, oltre che su un'industria manifatturiera che ha aggiunto al ramo tessile (di antica origine in Catalogna) anche una serie di altre industrie (come quella meccanica, dell'automobile), sia pure come emanazione di grandi gruppi europei. A ciò si aggiunge oggi il turismo, ormai una delle risorse maggiori dell'economia nazionale. Il primo gennaio del 1986 la Spagna è divenuta un membro dell'Unione Europea. 10,7 40
L’agricoltura
L'agricoltura è il settore principale dell'economia spagnola, e occupa circa l'11% della forza lavoro. Si coltivano soprattutto cereali (frumento, orzo, mais, segale, avena), riso (lungo litorali mediterranei), ortaggi, tabacco, barbabietola e canna da zucchero, cotone, arachidi, girasole, luppolo, soia, colza, olivo, vite, alberi da frutto. Le province mediterranee si avvalgono di validi sistemi di irrigazione grazie ai quali l'arida cintura costiera è divenuta una delle aree più produttive del paese.
Silvicoltura e pesca
La quercia da sughero è la risorsa forestale principale della Spagna e la produzione annuale di sughero, seconda per importanza solo a quella del Portogallo, alimenta un'industria fiorente. Anche gli introiti derivati dalla pesca sono determinanti per l'economia nazionale: tonni, piovre, seppie, naselli, sardine, acciughe, sgombri e molluschi si trovano in abbondanza nei mari spagnoli.
Industria
I principali impianti siderurgici sorgono nella zona di Bilbao, nelle Asturie, presso Santander, nel Levante e in Catalogna. L'industria meccanica ha centri nelle aree di Barcellona, Toledo e Siviglia. I maggiori cantieri navali sono quelli di El Ferrol, Cartagena, Cadice, Barcellona e Bilbao. L'industria tessile (cotone) è fiorente soprattutto in Catalogna, dove hanno sede anche impianti chimici di grande rilievo. Fra i comparti più produttivi dell'industria spagnola si ricordano inoltre: il settore meccanico; la produzione di fibre sintetiche; la lavorazione del petrolio, della gomma e delle materie plastiche; la produzione di birra, zucchero, tabacco e, infine, la lavorazione del cemento, del vetro, della carta e dei pellami. La Spagna è inoltre uno dei maggiori produttori mondiali di vino e di olio d'oliva.
La ricchezza del sottosuolo spagnolo è considerevole. Fra le principali risorse minerarie vi sono carbone, lignite, ferro, pirite, zolfo, piombo, zinco, mercurio, fluorite, tungsteno, antimonio, oro, argento, magnesite, sale e sali potassici, uranio, petrolio, gas naturale. Le principali miniere di carbone si trovano nelle Asturie e nel León.
Il settore terziario
Il settore terziario è dominato dal turismo, che ha dato impulso allo sviluppo dei trasporti, ma ha provocato seri problemi di degrado ambientale con l'eccessiva espansione delle infrastrutture alberghiere, specialmente sulle coste mediterranee.
Flussi monetari e commercio
L'unità monetaria è la peseta, emessa dalla Banca di Spagna. Le Borse principali sono quelle di Madrid, Barcellona e Bilbao. Le importazioni superano le esportazioni, che comprendono soprattutto veicoli e macchinari, prodotti minerari e chimici, metalli lavorati, prodotti tessili, pellami, pesce e prodotti ortofrutticoli. Fra i maggiori partner commerciali si annoverano la Francia, la Germania, l'Italia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Portogallo e i Paesi Bassi. Le ingenti entrate che derivano dal turismo aiutano a compensare il deficit cronico del paese.
Trasporti
Alla metà degli anni Novanta, la rete stradale spagnola si estendeva su 341.200 km, e quella autostradale su circa 7736 km. La rete ferroviaria è gestita da compagnie private e statali. Dal 1992 è attiva una linea ferroviaria ad alta velocità da Madrid a Siviglia, che verrà prolungata fino a Barcellona. La linea aerea nazionale è l'Iberia.
ASPETTO POLITICO
Ordinamento dello stato
La Spagna è una monarchia costituzionale di tipo ereditario, governata da re Juan Carlos I di Borbone. La democratizzazione delle istituzioni, iniziata nel 1975 dopo la morte di Francisco Franco, ha avuto come esito la Costituzione del 1978. La funzione legislativa è svolta dalle Cortes, che comprendono il Congresso dei deputati e il Senato, eletti a suffragio universale e diretto. La funzione esecutiva è affidata invece al Governo, guidato da un presidente che viene eletto dai deputati e designato dal re. Il sovrano spagnolo è anche il comandante in capo delle forze armate.
Il sistema giudiziario è governato da un Consiglio generale retto dal presidente della Corte Suprema. Il più alto tribunale del paese è la Corte Suprema di Giustizia, con sede a Madrid. Vi sono altre diciassette corti territoriali, per ciascuna delle regioni autonome, 52 corti provinciali e alcuni tribunali minori che si occupano di questioni penali e civili. Un'apposita corte vigila sul rispetto della Costituzione.
I maggiori schieramenti politici nazionali sono: il Partito socialista operaio spagnolo (PSOE); il Partito popolare, di destra; la Sinistra unita; Convergenza e unione della Catalogna; il Partito nazionale basco e Herri Batasuna, l'organo politico dell'ETA.
Suddivisioni amministrative e città principale
La Spagna comprende cinquanta province suddivise in diciassette regioni autonome: Andalusia, Aragona, Asturie, Baleari, Province Basche, Canarie, Cantabria, Castiglia-La Mancha (vedi Mancia), Castiglia-León (vedi Castiglia), Catalogna, Estremadura, Galizia, La Rioja, Madrid, Murcia, Navarra e Comunidad Valenciana. La capitale spagnola è Madrid (3.041.101 abitanti nel 1994), capoluogo della regione omonima. In posizione gerarchicamente secondaria, ma con funzioni regionali di grande rilievo, e talora con un dinamismo e una capacità di governo tali da gareggiare con la stessa capitale, si pongono altre città, tra cui emerge sopra tutte Barcellona, seconda città della Spagna, porto e centro commerciale di grande rilievo, con 1.623.542 abitanti nel 1991, capoluogo della Catalogna. Altre città di rango elevato sono Valencia (752.909 abitanti nel 1991), capoluogo della Comunidad Valenciana, grande centro ferroviario e industriale; Siviglia (678.902 abitanti nel 1991), capoluogo dell'Andalusia, centro portuale, commerciale e turistico; Saragozza (607.899 abitanti nel 1995), capoluogo dell'Aragona, città di grande rilevanza economica, e Bilbao (383.798 abitanti nel 1991), capoluogo della Vizcaya (Biscaglia), centro industriale e finanziario d'importanza nazionale.
CURIOSITÀ
Maiorca
Maiorca (Mallorca in spagnolo) è un isola dell’arcipelago delle isole balearrisola della Spagna, la maggiore delle Baleari, Maiorca si trova nel Mar Mediterraneo al largo della costa orientale della Spagna. Ha forma irregolare e nella zona nordoccidentale è montuosa. La città di Palma de Mallorca, situata a sud-ovest dell'isola, è il capoluogo delle Baleari. Le principali attività economiche sono il turismo, la pesca, l'estrazione di rame, piombo e marmo, la coltivazione di lino, cereali, viti e ulivi e l'allevamento di suini e ovini.

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