Brasile

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Brasile
(portoghese Brasil)

Repubblica federale (República Federativa do Brasil) dell'America del Sud.
Superficie: 8.511.996 km2.
Popolazione: 146.917.000 ab.
Capitale: Brasília.
Lingua: portoghese.
Religione: cattolica (quasi il 90%) e protestante, con minoranze animiste.
Unità monetaria: il cruzeiro.
Confini: confina a nord con Venezuela, Guyana, Suriname e Guayana Francese; a ovest con Colombia, Perú e Bolivia; a sud con Paraguay, Argentina, Uruguay; è bagnato a est dall'Oceano Atlantico.
Ordinamento: Repubblica federale di tipo presidenziale, composta da 26 Stati, ciascuno dotato di propri Governatore e assemblea elettivi e dal Distretto Federale della capitale. Il potere esecutivo è esercitato dal presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale per 5 anni e coadiuvato dal Consiglio dei ministri. Il potere legislativo spetta al Congresso Nazionale, formato dal Senato e dalla Camera dei deputati.

GEOGRAFIA
G Morfologia. Il Brasile consiste essenzialmente di un vasto altopiano che digrada lentamente verso le pianure alluvionali del Paraná e del Paraguay a ovest e dell'Amazzonia a nord. Il tavolato orientale (Altopiano del Brasile), declinante dalla costa verso l'interno, è inciso da profonde valli che isolano al margine est orli rialzati (serre): qui si raggiungono le sommità più elevate (Pico da Bandeira, 2890 m, Agulhas Negras, 2787 m). L'altopiano centrale (Mato Grosso) digrada invece da sud a nord, verso il bassopiano amazzonico, vasto quasi 5 milioni di km2.
. Clima. A nord il bassopiano amazzonico ha clima equatoriale caldo-umido, con piovosità elevata e distribuita nel corso dell'anno. Gli altipiani hanno clima sub-tropicale con una stagione secca ed escursioni termiche. Nella parte meridionale del Paese si registra un clima temperato, con precipitazioni abbondanti, concentrate nel semestre estivo.
r Idrografia. Il maggiore fiume del Brasile è il Rio delle Amazzoni che scorre da ovest a est e sfocia nell'Oceano Atlantico con un vastissimo estuario. Fiume d'altopiano è invece il São Francisco, che ha costituito la principale via di penetrazione verso l'interno. Al Brasile appartengono anche gli alti bacini dei fiumi Paraná, Paraguay e Uruguay.
t Vegetazione. Il bacino amazzonico è coperto dalla foresta pluviale, fitta e impenetrabile: vi è frequente l'albero della gomma. La fascia costiera e i bassi corsi dei fiumi sono caratterizzati da formazioni di mangrovie. Negli altipiani interni si ha una tipica associazione vegetale, il campo cerrado, simile alla savana. Nelle regioni aride del nord-est prevale la caatinga, macchia di arbusti spinosi e piante xerofile.
, Popolazione. La popolazione è formata da bianchi per il 54% (in maggior parte di origine portoghese); i mulatti raggiungono il 39% e i negri il 6%. Gli Amerindi sono circa 330.000, confinati nelle foreste dell'Amazzonia e del Mato Grosso e minacciati nella sopravvivenza dall'opera di diboscamento. L'immigrazione in massa dai Paesi europei ebbe inizio verso la fine del XVIII sec., con una notevole percentuale di Italiani. Negli ultimi cinquant'anni la popolazione è più che triplicata. Gli abitanti sono quasi interamente concentrati nella fascia costiera: molto accentuato è il processo d'inurbamento. Le città principali sono San Paolo, Rio de Janeiro (che, rispettivamente, con ca. 10 milioni e 6 milioni di abitanti sono tra le maggiori metropoli del mondo), Belo Horizonte, Fortaleza, Recife, Salvador e Brasília, la capitale.
B Economia. Paese dotato di notevolissime risorse naturali, di grandi estensioni di terre vergini e di una popolazione relativamente densa, è caratterizzato da uno sviluppo economico tumultuoso, ciclico e territorialmente squilibrato. Alle ardite realizzazioni della moderna economia, tanto nel settore agricolo quanto in quello industriale, che conferiscono ad alcune limitate zone il volto tipico delle grandi regioni industriali, si affiancano vaste aree dove predominano tuttora condizioni di profonda arretratezza e miseria. L'agricoltura brasiliana presenta dunque due volti ben distinti. Il primo è dato dalle grandi aziende monocolturali, modernamente attrezzate. Si tratta appunto delle grandi fazendas, dove si praticano le colture specializzate di caffè, cacao, tabacco, cotone, banane e canna da zucchero. Il caffè pone il Brasile, con circa un terzo della produzione mondiale, alla testa dei Paesi esportatori. Soia e agrumi (in particolare arance) sono pure in testa alla produzione agricola e incidono notevolmente sul valore totale dell'export. Il cacao, pianta tipicamente equatoriale, ha una larga diffusione e alimenta una buona esportazione, anche dei suoi sottoprodotti. Altre colture sono destinate al consumo interno: mais, arachidi, riso, agrumi, frutta tropicale, uva, legumi, manioca. La zootecnia ha grandissima importanza: l'allevamento dei bovini (oltre 153 milioni di capi) è gestito da grandi aziende specializzate. Larga parte dei prodotti dell'allevamento (carni fresche e congelate) è esportata. Rilevante è pure il settore suinicolo (33 milioni di capi). Il patrimonio forestale (oltre 500 milioni di ha) offre grandi quantità di legname pregiato, soprattutto cedro e palissandro, oltre a legname da opera, ma è oggi messo in pericolo dalla deforestazione indiscriminata della regione amazzonica; l'Hevea (caucciù), che costituì per un certo periodo il nerbo dell'economia brasiliana, va declinando. Rilevante la pesca, sia marittima sia interna. Le basi della moderna industria brasiliana (sostenuta da capitali inglesi in origine, quindi statunitensi) poggiano sulle risorse del sottosuolo. Gli ingenti giacimenti di minerali di ferro del Minas Gerais hanno consentito il nascere dell'industria siderurgica. Ciò ha reso possibile una certa diversificazione dell'industria meccanica, con fabbriche di autoveicoli, macchine agricole, aerei ecc. In varie regioni del Paese si trovano inoltre giacimenti di berillio, rame, nichel, zinco e magnesite, oltre ai fosfati. Notevoli i giacimenti di minerali preziosi (oro, diamanti). Tra le industrie tradizionali vanno segnalate quelle alimentari (lavorazione delle carni), tessili e del tabacco. Un limite allo sviluppo industriale è posto dalla scarsità di fonti energetiche. Le vie di comunicazione stradali e ferroviarie, sviluppate nelle regioni costiere, si fanno rade e rudimentali all'interno. I maggiori porti marittimi sono quelli di Rio de Janeiro, Recife, Santos, Salvador, Belém, Macapá, Pórto Alegre.

STORIA
Abitato in epoca precolombiana da indios Tupi-Guaraní, il Brasile fu scoperto nell'aprile 1500 e occupato in nome del re del Portogallo dal navigatore Pedro Cabral. Fu quindi vicereame portoghese fino al 1822, quando l'imperatore Don Pedro, figlio di Giovanni VI Braganza, proclamò l'indipendenza. La forma monarchica resistette fino alla rivoluzione istituzionale del 1889, originata dall'opposizione dei grandi proprietari terrieri all'abolizione della schiavitù decretata da Pedro II nel 1885; il maresciallo Manuel Deodoro de Fonseca assunse la presidenza provvisoria della nuova Repubblica istituendo un regime oligarchico basato sull'appoggio dei militari. Al tempo della grande crisi economica mondiale, il capo dei liberali brasiliani Getulio Vargas riuscì a impadronirsi del potere (1930-1954), modificando in seguito la Costituzione in senso autoritario. Durante la seconda guerra mondiale fu a fianco delle potenze democratiche. Nel dopoguerra si succedettero i governi democratici di Café Filho (1954-1955), Kubitscek (1955-1960), Quadros (1960-1961) e João Gulart (1961-1964), rovesciato dal generale Castelo Branco che nell'ottobre 1965 instaurò un rigido regime dittatoriale, proseguito dal generale Arthur da Costa e Silva (1966-1969) e dal generale Emilio Garrastazu Medici (1969-1974). Successivamente il Paese si avviò verso una cauta svolta democratica con Ernesto Geisel, poi con João Baptista de Oliveira Figueiredo in carica dal 1979. Tancredi Neves, eletto nel 1985, morì un mese dopo; gli succedette José Sarney, rimasto in carica fino al dicembre 1989, quando nelle prime elezioni democratiche dopo 25 anni fu eletto - per la prima volta a suffragio universale - Fernando Collor de Mello, che nel 1992 venne costretto a dimettersi dalle accuse di corruzione. La presidenza è stata assunta da J. Franco. Un referendum dell'aprile 1993 ha confermato il regime presidenziale e le elezioni del 1994 hanno portato alla presidenza F.H. Cordoso, capo di una coalizione comprendente anche l'estrema destra.

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