Argentina

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Argentina

Repubblica (República Argentina) dell'America Meridionale.
Superficie: 2.780.092 km2.
Popolazione: ca. 32.423.000 ab.
Capitale: Buenos Aires; approvato il trasferimento della capitale a Viedma.
Lingua: spagnolo.
Religione: cattolica.
Unità monetaria: peso argentino.
Confini: confina a ovest con il Cile, a nord con la Bolivia e il Paraguay, a nord-est con il Paraguay e il Brasile, a est con l'Uruguay, a sud-est si affaccia sull'Oceano Atlantico. Ordinamento: Repubblica federale composta da 23 province, più la Capitale Federale. Il potere esecutivo spetta al presidente della Repubblica, eletto ogni 6 anni a suffragio universale; il potere legislativo è esercitato dal Congresso Nazionale, composto dal Senato e dalla Camera dei Deputati.

GEOGRAFIA
A Morfologia. Il carattere essenziale del rilievo è dato dalla netta contrapposizione fra le pianure orientali e la cordigliera andina, che segna il confine col Cile. Nella parte settentrionale i rilievi hanno aspetto massiccio e tabulare. Nelle Ande centrali la catena si restringe, ma si fa più impervia, raggiungendo le massime elevazioni (Aconcagua 6959 m, Mercedario 6770 m). Le Ande patagoniche (culminanti a 3554 m nel Cerro Tronador) sono ricoperte di nevi e di ghiacciai malgrado l'altezza relativamente modesta. A est della regione andina s'incontrano regioni molto varie, sia dal punto di vista climatico sia da quello morfologico. Da nord a sud si distinguono il Chaco, vasto bassopiano attraversato da fiumi dal corso lento e coperto da una prateria sparsa di arbusti; la Pampa, sterminata distesa pianeggiante, con clima temperato, ricoperta da una steppa di graminacee che l'uomo ha sostituito in parte con colture di cereali; la Mesopotamia argentina, compresa tra i fiumi Paraná e Uruguay, bassa e paludosa; la regione patagonica, a sud del Río Colorado, steppica e poco popolata.
, Clima. L'Argentina è quasi tutta compresa nella zona temperata australe, ma, a causa della grande estensione in latitudine (dal 22° al 55° parallelo sud), presenta una notevole varietà di tipi climatici, dal clima subtropicale del Chaco al clima steppico e poco piovoso della Pampa, al clima desertico della Patagonia, con inverni rigidi e precipitazioni scarse (300 mm).
Idrografia. Il maggior fiume è il Paraná, che con il suo principale affluente, il Paraguay, forma una grande arteria per la navigazione fluviale. Notevoli anche il Pilcomayo e l'Uruguay che forma con il Paraná il grande estuario del Río de la Plata. I fiumi della regione patagonica (Colorado, Negro, Chubut ecc.) hanno corsi lunghi e ricchi di acque, ma non si prestano alla navigazione.
f Vegetazione. La foresta tropicale si estende nella regione dell'Entre Ríos e sui versanti orientali della cordigliera andina, mentre la cordigliera patagonica si ammanta di foreste temperate (faggi australi e conifere). Le regioni pianeggianti sono il dominio delle praterie e delle steppe con vegetazione xerofila piuttosto rada.
i Popolazione. La popolazione è formata per il 65% da bianchi, in gran parte di origine italiana e spagnola; gli amerindi sono soltanto 20-30.000 individui; la minoranza è composta da meticci e mulatti. La densità complessiva è di ca. 11 ab./km2 e raggiunge punte massime nella regione del Río de la Plata e nella Pampa retrostante, per scendere a valori minimi nella Patagonia e nelle regioni dell'interno. L'86% della popolazione vive nei centri urbani. Buenos Aires, principale centro industriale, commerciale e finanziario dell'Argentina, conta con i sobborghi ca. 11,5 milioni di ab. Tra le altre città si segnalano Córdoba, Rosario e Tucumán.
Economia. La principale coltura è il frumento; fra gli altri cereali notevoli l'orzo, l'avena, la segale e il riso. Grande importanza rivestono le colture industriali: semi di lino e di girasole, cotone e canna da zucchero. La viticoltura è specialmente estesa nelle province di Mendoza e di San Juan. I prodotti dell'allevamento (bovini e ovini) alimentano fiorenti industrie casearie e delle carni refrigerate e congelate. Difettano le risorse minerarie: si estraggono modesti quantitativi di ferro e carbone, mentre è in aumento la produzione di petrolio (giacimenti nelle province di Chubut e Santa Cruz). L'industria siderurgica ha permesso un certo progresso dell'industria meccanica (macchine agricole, autoveicoli). Notevoli anche le industrie tessili e le industrie alimentari. Il forte debito estero e l'altissimo tasso interno di inflazione condizionano pesantemente lo sviluppo dell'economia argentina.
n Comunicazioni. Le ferrovie (36.000 km) si addensano nelle province centrali e tutte le principali linee fanno capo a Buenos Aires. La rete stradale è di 221.000 km; vi sono ca. 6 milioni di autoveicoli.

STORIA
Occupata dagli Spagnoli nel 1516, l'Argentina fu parte della provincia di Asunción (Paraguay) e del vicereame di Lima, quindi venne eretta a provincia a sé stante di Buenos Aires (fondata nel 1580 da Juan de Garay) nel 1617, per divenire infine viceregno del Río de la Plata (1776), unita a Bolivia, Uruguay e Paraguay. Nel 1810, approfittando dell'occupazione napoleonica della madrepatria, una giunta rivoluzionaria rovesciò il viceré Cisneros e giunse alla proclamazione dell'indipendenza nel 1816. Nel 1819 si sviluppò una guerra civile tra le province federaliste e i rappresentanti di Buenos Aires liberali e unitari, che con alterne vicende proseguì fino al 1829. Dal 1829 al 1852, con un intervallo dal 1832 al 1835, rimase al potere J. M. de Rosas, che instaurò una dittatura sanguinaria e feroce. Nel 1852 il generale Urquiza riuscì a liberare Buenos Aires e a dare all'Argentina una costituzione repubblicana federale. La guerra contro il Paraguay (1865-1870) stabilì i confini definitivi della nazione. La crisi economica del 1929 interruppe la crescita economica dell'Argentina, basata essenzialmente sull'esportazione di prodotti agro-pastorali. Un primo colpo di Stato (1930) portò al governo il generale Uriburu, cui seguirono altri militari sino al prevalere nel 1946 del generale Juan Perón, coadiuvato dalla futura consorte Eva Duarte e dai suoi descamisados. La dittatura populistica di Perón resistette fino al 1955, anno in cui un ennesimo colpo di Stato aprì un periodo di forte instabilità che vide succedersi governi civili e militari. Perón tornò al potere nel 1973 e alla sua morte (1974) la presidenza venne assunta dalla terza moglie María Estela Martínez, detta Isabelita. Nel 1976 per un nuovo golpe la presidenza passò al generale Rafael Videla, tutte le libertà costituzionali vennero soppresse e fu instaurato un regime reazionario e fortemente repressivo guidato successivamente dai generali Viola, Galtieri e Bignone. Lo sfaldamento del regime militare di fronte alla crisi economica precipitò con la sconfitta subita dall'Argentina a opera del Regno Unito nella guerra per il controllo delle Falkland. Il paese ritornò alla democrazia nel 1983 sotto la presidenza del radicale Raúl Alfonsín, al quale è succeduto nel 1989 il peronista Carlos Saúl Menem, rieletto nel 1995.

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