Il Visconte Dimezzato, Italo Calvino

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale
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Testo

Relazione de: “Il visconte dimezzato”
Breve riassunto della vicenda
Il visconte di Terralba in guerra contro i Turchi, sulla terra di Boemia. Cavalcando pensoso con il suo scudiero, vede ad un tratto il campo di battaglia pieno di soldati morti e uccelli predatori. Medardo va all’assalto, ma viene colpito in pieno petto da una palla di cannone che lo taglia verticalmente in due, dando vita a due nuove personalità, una buona e l’altra cattiva. Gli rimane la parte destra del corpo (quella cattiva) e, tornato in patria tra la paura e la sorpresa di tutti, comanda di far uccidere parecchie persone senza una ragione fondata. D’improvviso una sorta di prodigio: torna l’altra metà. Quest’ultima, al contrario dell’altra, è buona, forse troppo, al punto che la sua bontà risulta fastidiosa. Le due parti si battono in duello, poiché entrambe erano innamorate di una pastorella, Pamela, e si feriscono verticalmente: un dottore riesce così a riattaccare le due parti. Il visconte è di nuovo un uomo, con i suoi vizi e le sue virtù, il suo coraggio e le sue debolezze, come tutti gli uomini.
Dunque, vengono messe in evidenza due personalità completamente opposte che, nonostante si scontrino a vicenda per far prevalere solamente un Medardo, tuttavia, hanno qualcosa in comune, cioè la loro origine.
Narratore e focalizzazione
Il narratore è interno e coincide con il personaggio del nipote del visconte. Egli mostra di conoscere già l’esito dei fatti. Ciò, infatti, è ben evidente nel primo capitolo (cfr. p. 8), in cui anticipa al lettore che la sorte che avrebbe atteso suo zio in battaglia sarebbe stata terribile. Egli, inoltre, sa tutto riguardo ai personaggi (pensieri, emozioni, ecc.). Ne abbiamo la dimostrazione nel secondo capitolo (cfr. p. 9 - Mio zio guardava lontano e pensava: “Ecco, quella nuvola…).
Pertanto, dal momento che il narratore racconta fatti già avvenuti, ne dà un giudizio più consapevole di quanto avrebbe potuto fare da giovane.
Il punto di vista prevalente è interno e coincide con quello del nipote del visconte. Questa scelta di adottare un punto di vista interno, ha delle conseguenze sulla narrazione: infatti, nel momento in cui s’inizia a parlare della parte buona del visconte, si fatica a riconoscerlo.
Spazio e tempo
La vicenda ha luogo, per quanto riguarda i primi due capitoli, nella pianura di Boemia (Europa Centrale) durante la guerra tra l’Austria e l’impero Ottomano.
Il resto del romanzo, (le vicende del visconte dimezzato), è ambientato a Terralba (la città natale del visconte) negli anni immediatamente successivi.
La vicenda è ambientata tra il 1600-1700, in una collocazione spaziale fantastica. Infatti la società è di tipo medievale, dove il visconte ha tutti i poteri.
Struttura del romanzo
La narrazione scorre facilmente, in quanto non vi sono digressioni o pause riflessive, l’intreccio tende ad essere vicino alla fabula e la struttura sintattica utilizzata dall’autore è molto semplice. Le tecniche narrative prevalentemente utilizzate sono il sommario, l’ellissi e il discorso diretto
La struttura principale del romanzo è costituita da tre parti: esordio, “spannung” e scioglimento. L’esordio è costituito dalla cannonata che divide in due parti il visconte, la “spannung” si ha nel momento del duello tra il “Gramo” (la parte cattiva del visconte) e la parte buona mentre il fatto che costituisce lo scioglimento è il ricongiungimento finale delle due parti del visconte.
Leggendo il romanzo, si possono individuare molti elementi che, a livello di contenuti, contribuiscono a dare al romanzo un andamento fiabesco.
La divisione in due parti del visconte, una buona e una cattiva, è l’elemento primario che contribuisce a dare al romanzo questo andamento. In seguito, compaiono anche altri elementi tipicamente fiabeschi come il nobile che s’innamora di una pastorella, i genitori egoisti, il bosco amico, gli animali che aiutano la pastorella e la piccola casa di questa che si oppone alla grandezza del castello del visconte.
Nonostante questo, vi sono alcuni passi che danno un risvolto drammatico al romanzo, cioè quelli riguardanti la guerra (primi due capitoli). All’inizio del romanzo, infatti, si assiste a fatti decisamente negativi: l’incendio della casa di Pamela, le condanne ingiuste del Gramo anche nei confronti di innocenti, con le conseguenti condanne a morte, la morte del padre di Medardo nella gabbia degli uccelli e, infine, l’episodio in cui la balia Sebastiana viene mandata, per crudeltà, nel villaggio dei lebbrosi.
Altri elementi che conferiscono un aspetto fiabesco al romanzo sono le due metà del visconte, il “Gramo” (quella cattiva) e il “Buono” (quella buona). Il “Gramo”, in quanto tale, è inverosimilmente crudele verso tutti, anche verso i suoi familiari, mentre il Buono è fin troppo generoso, benevolo e quindi anche ingenuo. Il primo genera nel lettore un sentimento di ribrezzo, mentre il secondo provoca un sentimento di compassione verso tanta ingenuità. Sono due personaggi incompleti e, quindi, anche inverosimili.
I personaggi
Tra i tanti personaggi presenti all’interno del romanzo, penso sia opportuno citarne alcuni, i più significativi o, per come presentati, i più “bizzarri”:
- Il dott. Trelawney, che svolge attività che hanno poco o, addirittura, nulla a che fare con la medicina;
- Mastro PietroChiodo che, nonostante sia d’animo buono, non sa opporsi alle prepotenze del Gramo e utilizza le sue capacità per creare macchine di tortura;
- Ezechiele, che molto sgarbatamente rimprovera sovente il figlio Esaù e incita al lavoro tutta la famiglia;
- Esaù, figlio di Ezechiele, che fuma, beve e ruba;
- I lebbrosi abitanti di Pratofungo, che chiedono l’elemosina ma passano il loro tempo tra baldorie e concerti;
- Aiolfo, il padre di Medardo, che vive in mezzo agli uccelli; egli si ammala e muore, poiché il figlio aveva ucciso l’averna (l’uccello prediletto).

Il significato del romanzo
Calvino, nel romanzo, vuole parlare della compresenza di una parte buona e di una cattiva in ognuno di noi, e lo fa narrando l’inverosimile divisione fisica del visconte, frutto della sua tendenza al fantastico.
Infatti Medardo, inizialmente, ancora intero, come ogni uomo ha l’illusione di essere integro; quando viene scisso nelle due parti, una buona e una cattiva, ciascuna di queste due parti si accorge che prima non era integro, e solo ora può cercare realmente un’immagine più completa, riconciliando le due parti. Quindi, secondo Calvino, gli uomini di questo secolo non sanno più chi sono, dove vanno, cosa vogliono; hanno perso l’unità, l’armonia e, tale perdita, provoca spesso uno stato di conflitto con il mondo esteriore.

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