Il barone rampante, di Italo Calvino

Materie:Scheda libro
Categoria:Generale
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Testo

SCHEDA DI LETTURA

Autore: Italo Calvino
Titolo: Il barone rampante
Editore: Einaudi
Anno: 1957
Ambiente: Il romanzo è ambientato nell’Ombrosa, in Liguria, dal 1767 alla restaurazione.
Struttura: È un romanzo nel vero senso del termine, con riferimenti storici, storie d’amore, avventure e tutti i canoni del genere. La narrazione predomina su tutte le altre forme, seguita dal dialogo. Sono frequenti flash-back e anticipazioni. Il narratore è interno, è Biagio, fratello minore del protagonista.
Linguaggio: Il linguaggio è abbastanza semplice, lo stile è divertente e stimolante, le uniche difficoltà sono le sequenze in lingue straniere.
Contenuto: Cosimo Piovasco di Rondò, figlio dodicenne di un barone ligure e della figlia di un generale austriaco, per non mangiare un piatto di lumache si ribella ai genitori, sale su un albero e decide di non scendere mai più. Dopo un po’ tutti accettano questa condizione e Cosimo vive la sua vita da sopra gli alberi, viaggiando di ramo in ramo. Conosce persone di tutti i tipi, studia, sconfigge i pirati, si interessa alle idee del suo tempo diventando seguace di Voltaire, massone e poi giacobino, si innamora, dopo la morte del padre si occupa degli affari di famiglia, salva il bosco dagli incendi, organizza una rivoluzione, aiuta i Francesi a conquistare il territorio, conosce Napoleone, vive insomma una vita piena anche se da un punto di vita diverso da quello degli altri, finché a sessantacinque anni, giunto in fin di vita, si aggrappa a una mongolfiera che un sta attraversando il golfo e sparisce durante questo volo, morendo senza toccare terra.
Livello ideologico: In Cosimo Piovasco di Rondò, Calvino traccia la memorabile figura di un uomo convinto delle sue scelte e deciso a portarle fino in fondo, a qualunque costo: non segue in Spagna l’amata Ursula per non scendere dagli alberi, viene lasciato da Viola per non aver voluto ammettere l’amore come dedizione totale al di sopra di tutto, per non aver voluto accettare di separarsi dalle sue idee. Cosimo non vive la sua condizione come una prigionia, come una menomazione, come invece fanno gli spagnoli in esilio che lui incontra, ma come un privilegio, un punto di vista superiore da cui guardare il mondo e dal quale agire nella propria epoca, perché Cosimo non è un eremita, non ce l’ha col mondo, ma anzi sopra gli alberi studia, pensa corrisponde con i cervelli più brillanti del suo tempo, elabora teorie, aderisce a movimenti fino a progettare una rivoluzione e a partecipare attivamente a una guerra. La figura di Cosimo potrebbe quindi essere avvicinata alla figura di un intellettuale indipendente dell’epoca in cui è stato scritto questo libro, una persona che agisce attivamente nel proprio mondo ma senza compromettersi, senza venire a patti con questo. Ma questa non è l’unica visione possibile di un personaggio così singolare, un personaggio fra i migliori nella galleria di Calvino.

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