Oscar 2000

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Categoria:Generale

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Testo

È assodato che la premiazione degli Oscar risponde a consolidate regole commerciali. Ma se a trionfare nel 2000 è stato American Beauty, l'appassionante film di Sam Mendes, c’è sicuramente da rallegrarsi. In ogni caso gli Oscar di fine millennio verranno ricordati con un solo aggettivo: prevedibili. I sondaggi del Wall Street Journal hanno abbattuto un tabù di oltre 70 anni, azzeccando quasi tutti i risultati e sbagliando solo quello per la migliore attrice. Liberato già in sede di nomination da avversari agguerriti come Magnolia di Paul Thomas Anderson o Una storia vera di David Lynch, American Beauty doveva fronteggiare Insider - Dietro la verità, unico vero antagonista. Altro naturale candidato alla vittoria è stato il commovente Tutto su mia madre, che ha portato in Spagna la statuetta come miglior film straniero. E anche la premiazione di Hilary Swank come migliore attrice, in fondo, era una inevitabile alternativa nel ballottaggio dell’ultima ora con Annette Bening. Un segno del cinema che cambia, oltre che un meritato riconoscimento, l'assegnazione di quattro Oscar tecnici (su quattro nomination) a Matrix. Premi in genere considerati minori, ma che in questo caso assumono un rilievo diverso. Matrix è un film fondamentale per il rinnovamento tecnologico del linguaggio cinematografico, un trampolino di lancio verso il cinema del futuro. Averlo considerato è sicuramente un passo avanti da parte dei membri dell’Academy, che hanno proseguito l'opera di "svecchiamento" della cerimonia - basti pensare che in Usa i giovanissimi seguono ormai con maggiore trasporto gli MTV Awards - candidando tre registi esordienti e premiando Hilary Swank e Angelina Jolie alla prima nomination.
A cambiare dovrebbe essere anche la celeberrima notte degli Oscar, ormai appesantita eccessivamente dalle continue interruzioni degli inserzionisti pubblicitari. Il risultato di questa edizione del 2000 è stato un flop, con un calo dello share televisivo pari al 48%, nonostante la consueta verve comica di Billy Crystal. I tempi e l'etichetta della cerimonia hanno intrappolato anche lo scatenato Benigni che, a parte una fugace gag con Crystal, quando ha premiato Hilary Swank si è limitato a un affettuoso abbraccio. A sorprendere veramente sono stati gli Oscar al femminile: eroina della serata Angelina Jolie che ha dato un colpo di spugna a tutte le buone maniere "preraffaellite" della sua collega “in love” Gwyneth Paltrow: capelli corvini alla Crudelia Demon e look minaccioso da regina della notte. Più conservatrice la scelta dei migliori attori: Kevin Spacey ha vinto come miglior protagonista per American Beauty (dopo l'exploit come non protagonista nel 1995, per il Keyser Soze di I soliti sospetti), sconfiggendo il veterano Richard Farnsworth di Una storia vera e il Russell Crowe di Insider; Michael Caine (Le regole della casa del sidro) ha vinto il secondo Oscar come non protagonista (il primo nel 1986 per Hannah e le sue sorelle), lasciando l'amaro in bocca soprattutto a Tom Cruise (Magnolia), al suo terzo appuntamento mancato con la statuetta (Nato il quattro luglio, 1989, Jerry Maguire, 1996).
Film: American Beauty
Regia: Sam Mendes (American Beauty)
Attore protagonista: Kevin Spacey (American Beauty)
Attrice protagonista: Hilary Swank (Boys don’t cry)
Attore non protagonista: Michael Caine (Le regole della casa del sidro)
Attrice non protagonista: Angelina Jolie (Ragazze interrotte)
Film straniero: Tutto su mia madre (Pedro Almodovar, Spagna)
Sceneggiatura originale: Alan Ball (American Beauty)
Sceneggiatura non originale: John Irving (Le regole della casa del sidro)
Scenografia: Rick Heinrichs, Peter Young (Il mistero di Sleepy Hollow)
Fotografia: Conrad L. Hall (American Beauty)
Costumi: Lindy Hemming (Topsy-Turvy)
Montaggio: Zach Staenberg (Matrix)
Trucco: Christine Blundell, Trefor Proud (Topsy-Turvy)
Sonoro: J. Reitz, G. Rudloff, D. Campbell, D. Lee (Matrix)
Colonna sonora: John Corigliano (Il violino rosso)
Canzone: You’ll Be In My Heart (Phil Collins - Tarzan)
Effetti sonori: Dane A. Davis (Matrix)
Effetti visivi: J. Gaeta, J. Sirrs, S. Courtley, J. Thum (Matrix)
Cortometraggio: My Mother Dreams the Satan’s Disciples In New York (di Barbara Schock, Tammy Tiehel)
Cortometraggio animato: The Old Man and the Sea (di Alexandre Petrov)
Documentario: One Day in September (di Arthur Cohn, Kevin Macdonald)
Cortometraggio documentario: King Gimp (di Susan Hannah Hadary, William A. Whiteford)
Alla carriera: Andrzej Wajda
Premio Irving Thalberg: Warren Beatty


È assodato che la premiazione degli Oscar risponde a consolidate regole commerciali. Ma se a trionfare nel 2000 è stato American Beauty, l'appassionante film di Sam Mendes, c’è sicuramente da rallegrarsi. In ogni caso gli Oscar di fine millennio verranno ricordati con un solo aggettivo: prevedibili. I sondaggi del Wall Street Journal hanno abbattuto un tabù di oltre 70 anni, azzeccando quasi tutti i risultati e sbagliando solo quello per la migliore attrice. Liberato già in sede di nomination da avversari agguerriti come Magnolia di Paul Thomas Anderson o Una storia vera di David Lynch, American Beauty doveva fronteggiare Insider - Dietro la verità, unico vero antagonista. Altro naturale candidato alla vittoria è stato il commovente Tutto su mia madre, che ha portato in Spagna la statuetta come miglior film straniero. E anche la premiazione di Hilary Swank come migliore attrice, in fondo, era una inevitabile alternativa nel ballottaggio dell’ultima ora con Annette Bening. Un segno del cinema che cambia, oltre che un meritato riconoscimento, l'assegnazione di quattro Oscar tecnici (su quattro nomination) a Matrix. Premi in genere considerati minori, ma che in questo caso assumono un rilievo diverso. Matrix è un film fondamentale per il rinnovamento tecnologico del linguaggio cinematografico, un trampolino di lancio verso il cinema del futuro. Averlo considerato è sicuramente un passo avanti da parte dei membri dell’Academy, che hanno proseguito l'opera di "svecchiamento" della cerimonia - basti pensare che in Usa i giovanissimi seguono ormai con maggiore trasporto gli MTV Awards - candidando tre registi esordienti e premiando Hilary Swank e Angelina Jolie alla prima nomination.
A cambiare dovrebbe essere anche la celeberrima notte degli Oscar, ormai appesantita eccessivamente dalle continue interruzioni degli inserzionisti pubblicitari. Il risultato di questa edizione del 2000 è stato un flop, con un calo dello share televisivo pari al 48%, nonostante la consueta verve comica di Billy Crystal. I tempi e l'etichetta della cerimonia hanno intrappolato anche lo scatenato Benigni che, a parte una fugace gag con Crystal, quando ha premiato Hilary Swank si è limitato a un affettuoso abbraccio. A sorprendere veramente sono stati gli Oscar al femminile: eroina della serata Angelina Jolie che ha dato un colpo di spugna a tutte le buone maniere "preraffaellite" della sua collega “in love” Gwyneth Paltrow: capelli corvini alla Crudelia Demon e look minaccioso da regina della notte. Più conservatrice la scelta dei migliori attori: Kevin Spacey ha vinto come miglior protagonista per American Beauty (dopo l'exploit come non protagonista nel 1995, per il Keyser Soze di I soliti sospetti), sconfiggendo il veterano Richard Farnsworth di Una storia vera e il Russell Crowe di Insider; Michael Caine (Le regole della casa del sidro) ha vinto il secondo Oscar come non protagonista (il primo nel 1986 per Hannah e le sue sorelle), lasciando l'amaro in bocca soprattutto a Tom Cruise (Magnolia), al suo terzo appuntamento mancato con la statuetta (Nato il quattro luglio, 1989, Jerry Maguire, 1996).
Film: American Beauty
Regia: Sam Mendes (American Beauty)
Attore protagonista: Kevin Spacey (American Beauty)
Attrice protagonista: Hilary Swank (Boys don’t cry)
Attore non protagonista: Michael Caine (Le regole della casa del sidro)
Attrice non protagonista: Angelina Jolie (Ragazze interrotte)
Film straniero: Tutto su mia madre (Pedro Almodovar, Spagna)
Sceneggiatura originale: Alan Ball (American Beauty)
Sceneggiatura non originale: John Irving (Le regole della casa del sidro)
Scenografia: Rick Heinrichs, Peter Young (Il mistero di Sleepy Hollow)
Fotografia: Conrad L. Hall (American Beauty)
Costumi: Lindy Hemming (Topsy-Turvy)
Montaggio: Zach Staenberg (Matrix)
Trucco: Christine Blundell, Trefor Proud (Topsy-Turvy)
Sonoro: J. Reitz, G. Rudloff, D. Campbell, D. Lee (Matrix)
Colonna sonora: John Corigliano (Il violino rosso)
Canzone: You’ll Be In My Heart (Phil Collins - Tarzan)
Effetti sonori: Dane A. Davis (Matrix)
Effetti visivi: J. Gaeta, J. Sirrs, S. Courtley, J. Thum (Matrix)
Cortometraggio: My Mother Dreams the Satan’s Disciples In New York (di Barbara Schock, Tammy Tiehel)
Cortometraggio animato: The Old Man and the Sea (di Alexandre Petrov)
Documentario: One Day in September (di Arthur Cohn, Kevin Macdonald)
Cortometraggio documentario: King Gimp (di Susan Hannah Hadary, William A. Whiteford)
Alla carriera: Andrzej Wajda
Premio Irving Thalberg: Warren Beatty

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