Vita di Hegel

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

G. W. Friedrich Hegel
A Tubinga studiò Kant e lesse le tragedie di Schiller. Dopo essersi laureato (1793), lesse i testi di Wolff, Fichte, Platone e cominciò a formarsi un pensiero proprio. Uno scritto inviato da H. alle autorità accademiche di Jena dal titolo De orbitis planetarum (1801) e ancor più le raccomandazioni di Schelling gli resero possibile l'accesso all'Università, dapprima come Privatdozent, poi come extraordinarius. A Jena H. e Schelling pubblicarono un Kritisches Journal der Philosophie. H. lavorava intanto alla sua prima grande opera, la Fenomenologia dello spirito, pubblicata nel 1807. Dopo la sconfitta dei Prussiani a Jena, H. si rifugiò a Bamberga, dove divenne redattore del giornale locale Bamberger Zeitung. Da Bamberga passò a Norimberga; nel 1812 appariva il primo volume della Scienza della logica. Nel 1816 l'università di Heidelberg invitò H. ad insegnare filosofia. A Heidelberg H. scrisse l'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817). Nel 1818 venne chiamato a Berlino a sostituirvi Fichte. La sua filosofia, tendente alla costruzione di un sistema unitario, determinato dall'alto, sembra via via l'espressione più autentica dello Stato Prussiano e presto le autorità politiche e civili la considerarono parte integrante della cultura ufficiale. A Berlino H. pubblicò i Lineamenti della filosofia del diritto (1821). Dopo la sua morte molte letture universitarie e saggi sulla religione, sulla storia e sull'estetica vennero pubblicati da allievi, amici e ammiratori. La filosofia di H. è considerata la massima e finale espressione dell'idealismo sviluppato da Fichte e da Schelling, in base a certe premesse esistenti in Kant. Ma H. superò il precedente idealismo giungendo ad un sistema totale ben più razionalmente costruito. Organo essenziale della filosofia è per H. una nuova logica, che tenta di coglier non solo la forma ma anche l'essenza delle cose. La realtà può essere compresa dalla ragione (Vernunft) perché è essa stessa razionale: l'essenza del mondo o vera realtà o realtà assoluta è infatti la ragione che si manifesta nel mondo. Tale assunto rivoluzionario, espresso nel famoso principio ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale, servì ad H. per offrire un campo unitario all'indagine del pensiero e risolvere le contraddizioni davanti a cui la precedente filosofia sembrava essersi fermata. Se infatti la realtà è una manifestazione della ragione, noi possiamo comprenderla usando gli stessi concetti elaborati dalla ragione. La logica, cioè la scienza dell'idea, e la metafisica che ricerca l'essenza o una realtà, si identificano strutturalmente. La filosofia comprende tre parti: la logica, scienza dell'idea in sé e per sé, la filosofia della natura, scienza dell'idea che si pone al di fuori di sé, la filosofia dello spirito, scienza dell'idea che ritorna in sé. Ogni concetto ha necessariamente il suo opposto, cioè ad una tesi si oppone una antitesi. La negazione contenuta nel rapporto tesi-antitesi, conduce ad una terza fase (sintesi), che costituisce la conciliazione delle prime due. Ma nella stessa sintesi vi è una negazione che determina l'opposizione di una nuova antitesi, la quale è superata da un'altra sintesi. Tutto il sistema hegeliano procede così in senso dialettico, tra un continuo urto di opposti ed il loro superamento. L'essere si svolge dialetticamente in tre fasi: l'essere (tesi), il non essere (antitesi), il divenire (sintesi). Così l'Idea è all'inizio solo in sé, in una indeterminatezza in cui è contenuta tutta la realtà, poi è altro, fuori di sé, cioè, nella natura, quindi giunge alla terza fase in cui acquista consapevolezza ed è in sé, per sé. Tale fase di consapevolezza è soggetta anch'essa alla legge dialettica, per cui lo Spirito è dapprima soggettivo o individuale, ancora finito e limitato (e dà luogo all'antropologia, alla fenomenologia e alla psicologia), poi oggettivo fuori di sé (e dà luogo al diritto astratto, alla morale, e alla etica), poi assoluto, in sé e per sé e con sé, libero da ogni limite (e dà luogo all'arte, alla religione e alla filosofia). L'Idea si incarna successivamente nei vari popoli, i quali, mentre si illudono, così come gli individui, di attuare i propri fini particolari, attuano invece inconsciamente i fini della propria stirpe. La filosofia della storia fu la base del materialismo storico di Marx, per il quale però la storia è il processo dialettico della lotta di classe (Stoccarda 1770 - Berlino 1831).

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