Vecchio Aristotele, Stoici, Epicuro

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Testo

FILOSOFIA
DOMANDE
ARISTOTELE
1. Qual è l’oggetto della fisica?
2. Quali sono i quattro tipi di movimento?
3. Teoria dei luoghi naturali?
4. Caratteristiche dell’universo?
5. Che cos’è il tempo?
6. Che cos’è l’anima?
7. Come avviene la conoscenza?
8. Che cos’è l’immaginazione?
9. E l’intelletto?
10. Quale è il bene sommo?
11. Cos’è la felicità?
12. Quale è la relazione tra le felicità le cose?
13. Cos’è la virtù etica?
14. Le virtù dianoetiche?
15. Cos’è l’amicizia?
16. Confronto amicizia e amore?
17. Che cos’è la politica?
18. Differenze politiche tra Aristotele e Platone?
19. Quali sono le costituzioni e le degenerazioni?
20. Quali sono le condizioni per il buon governo?
21. Parlami della poetica.
STOICI
22. Caratteri generali dello Stoicismo.
23. Cos’è il bene?
24. tripartizione della virtù.
25. I ragionamenti anapodittici?
26. Differenze tra logica Aristotelica e Stoica.
27. Cos’è la somiglianza?
28. La dimostrazione?
29. Cosa sono i paradossi?
30. Il dilemma?
31. Parlami della fisica.
32. Parlami del destino e della provvidenza.
33. L’anima per Epicuro?
34. L’etica?
35. Parlami del dovere.
36. Parlami dell’istinto.
37. Parlami del suicidio.
38. Che rapporto c’è tra saggio e sapiente?
39. Cosa sono i preferibili?
40. La libertà?
41. Emozioni degli stoici?
42. Come deve essere il sapiente stoico?
43. Confronto etica Stoica con etica Aristotelica.
44. Soluzione alla complessità dell’etica.
EPICUREI
45. la felicità.
46. La filosofia come quadrifarmaco.
47. La canonica epicurea.
48. Dove nasce dunque l’errore?
49. Similitudini tra epicurei e Aristotele.
50. Fisica di Epicuro.
51. Parlami degli dei.
52. Parlami dell’anima.
53. Etica epicurea?
54. Confronto fisica epicurea con fisica stoica.
RISPOSTE
1. L’oggetto della fisica è la fysis, ovvero la natura, dunque le cose sensibili che sono animate e sono in costante mutamento, cioè il divenire. Secondo la teoria del movimento le sostanze fisiche sono tra di loro distinguibili secondo la natura del loro movimento.
2. I quattro tipi di movimento sono:
a. Movimento Sostanziale: che consiste nella generazione e nella corruzione della sostanza;
b. Movimento Qualitativo: consiste nell’alterazione o nel mutamento delle qualità di una sostanza;
c. Movimento Quantitativo: che consiste nell’aumento o nella diminuzione del numero di materia;
d. Movimento Locale: che corrisponde ai cambiamenti di luogo. Esso è composto da due tipi di movimento:
i. Rettilineo: che può essere dal centro verso l’alto oppure dall’alto verso il centro, ed è quindi percorribile dalla stessa sostanza in direzioni opposte, per cui è soggetta a composizione e scomposizione, a nascita e morte. Questo tipo di movimento locale appartiene al mondo sublunare. Le sostanze che compiono questo tipo di movimento sono tutte quelle che derivano dalle 4 essenze, ovvero:
• Acqua
• Aria che tendono ai loro luoghi naturali, dai quali sono allontanabili solo
• Terra per mezzo di un moto violento.
• Fuoco
ii. Circolare: è intorno al centro della terra ed è unidirezionale, tipico delle sostanze immutabili e incorruttibili, ovvero della 5° essenza: l’etere. Questo tipo di movimento locale appartiene al mondo oltre la luna.
3. La teoria dei luoghi naturali afferma che le quattro essenze si dispongono naturalmente in 4 strati ben ordinati secondo la loro natura, dal più pesante al più leggero, quindi avremo in ordine terra, acqua, aria e fuoco.
4. L’universo aristotelico è:
a. Perfetto: sulla base di considerazioni pitagoriche sulla perfezione del 3, ma soprattutto perché funziona così com’è e perché tende a Dio, quindi causa perfetta, effetto perfetto.
b. Finito: non si può aggiungere altro, ha dei limiti che lo chiudono nella perfezione e quindi è unico perché finito, anche perché l’infinito è pericoloso.
c. Eterno: perché non può cambiare.
5. Il tempo è la misura del divenire secondo il prima e il poi, è un qualcosa che ci costituisce, però per esistere occorre che ci sia il misurato e il misuratore, ovvero l’anima e non può esistere senza il mutamenti e il divenire. Infine il tempo è oggettivo, perché non possiamo rallentarlo e nemmeno cambiare la successione del prima e del poi, ma è anche soggettivo, in quanto è connesso con la mente.
6. L’anima da un punto di vista
a. Gnoseologico: è l’entità che ha la capacità della conoscenza;
b. Ontologico: è principio di vita, quindi del movimento e quindi oggetto della fisica.
È inoltre atto primo, forma incorporata della materia (oppure atto primo di un corpo che ha la vita in potenza). È mortale perché connessa al corpo, e risulta dunque essere inseparabile da esso, quindi più tempo vive nel corpo meglio è. L’anima aristotelica è tripartita a seconda delle funzioni:
a. Vegetativa: consente al corpo di nutrirsi e di riprodursi;
b. Sensitiva: presiede alle sensazioni;
c. Intellettiva: parte razionale, è posseduta solo dagli uomini.
7. La prima tappa della conoscenza consiste in:
a. Ognuno dei 5 sensi fornisce particolari sensazioni, e poi c’è un 6° senso che è la coscienza della sensazione e che percepisce le determinazioni comuni a più sensi. La sensazione in atto coincide con l’oggetto sensibile.
8. L’immaginazione, che è la seconda tappa della conoscenza, evoca immagini dall’unificazione delle varie sensazioni, produce un’immagine generale, ma non è un concetto, ma la creazione di un modello generale.
9. L’intelletto potenziale lavora sui dati percepiti con i sensi e dall’immaginazione, e attraverso un processo di astrazione, la forma o la sostanza intelligibile delle cose, costruendo quindi i concetti universali su cui si basa la conoscenza. È praticamente la capacità di cogliere le forme intelligibili che sono in potenza nelle cose.
Mentre l’intelletto attivo agisce su quello potenziale rendendolo in atto, è separato, impassibile, non mescolabile ed eterno. È praticamente la capacità di far passare in atto le verità o i concetti universali che sono in potenza nelle cose e nell’intelletto passivo.
10. Il fine sommo che coincide con il bene sommo è la felicità. Quando noi compiamo un’azione lo facciamo lo facciamo con un fine buono.
11. La felicità è avere un buon demone, e inoltre il modo buono di essere buoni, è l’agire secondo un modo proprio dell’uomo, dove la parte razionale prevale su tutto, e un buon esercizio della parte razionala è virtù. La felicità è il fine ultimo, ed è fare metafisica, per arrivare ad assomigliare al dio, anche se per un breve periodo di tempo.
12. Varie relazioni che riguardano la felicità:
a. Felicità non è piacere e nemmeno virtù, ma sono collegate perché il piacere accompagna e alimenta la vita;
b. I beni esteriori non danno la felicità, ma la mancanza la ostacola fortemente;
c. Non posso scegliere il mio fine, ma solo i mezzi appropriati o meno per raggiungerlo. Uomo libero;
d. L’uomo non è solo ragione, ma anche desiderio.
13. L’etica è quella parte della virtù che riguarda il rapporto tra razionalità e desiderio. Per diventare virtuosi nel campo etico, bisogna compiere atti virtuosi in continuazione, per abitudine. La virtù etica è quindi la disposizione a scegliere il giusto mezzo tra due eccessi riguardo alla situazione, riguardo al piacere è la temperanza, alle ricchezze la liberalità. La virtù sprema è quindi la giustizia, anche se le leggi non sono sempre giuste, la quale può essere:
a. Relativa alla distribuzione di beni relativa ai meriti (proporzione geometrica);
b. Relativa ai contratti, volontari o involontari (proporzione aritmetica).
14. Le virtù dianoetiche sono quelle generate dall’esercizio della ragione. Esse sono:
a. Arte o Tecne: produrre oggetti al di fuori di sé;
b. Saggezza: dirige il comportamento;
c. Intelligenza: coglie i principi primi;
d. Scienza: che deduce dai principi e effettua le dimostrazioni;
e. Sapienza: conosce i principi e le dimostrazioni, e studia le realtà più alte (Intelligenza + Scienza).
15. L’amicizia viene trattata sotto un aspetto generale, dicendo che è indispensabile per la vita ed è bella e rende la vita migliore. Ci sono tre tipi di amicizia:
a. Per utilità: che è tipica degli anziani;
b. Per piacere. È tipica dei giovani, ma destinata a durare poco perché:
i. A seconda delle età si cambiano le cose che piacciono;
ii. È fondata sull’attrazione fisica e un giovane cambia anche più volte nell’arco della giornata il desiderio d’amore [ instabilità ].
c. Per virtù: è la migliore, è quella che ho con qualcuno perché lo reputo una buona persona, è destinata a durare, ma sono rare perché:
i. I virtuosi sono pochi;
ii. È raro avere molto tempo da dedicare ad una persona per conoscerla bene in fondo;
iii. Occorre dimostrazione di affidabilità.
Le condizioni per una vera amicizia sono:
a. Frequentazione, esercizio effettivo;
b. Non bisogna essere scontrosi, noiosi o penosi;
c. Uguaglianza sostanziale di aspetti, perché la troppa differenza impedisce l’intesa;
d. Gli amici devono essere pochi per poterli conoscere bene a fondo.
16. L’amore è un tipo di amicizia che delle implicazioni emotive e sessuali, entra dunque in gioco la bellezza. Nell’amore si tende ad amare ciò che è bello, ma se non c’è l’attrazione di carattere, l’amore svanisce con lo sparire della bellezza e si trasforma in una forte amicizia.
17. La politica è la vita in comunità, indispensabile affinché l’uomo raggiunga la felicità. Se un uomo non ha bisogno della vita sociale è una bestia. La politica c’è dove ci sono regole e modalità di distribuzione del potere. Non si può vivere da soli per motivi materiali, di mancanza di materie lavorate, e anche perché la comunità è tale per natura.
18. Analogie con Platone:
a. Entrambi prediligono il governo degli anziani;
b. Società tripartita
c. Lo stato deve provvedere all’educazione
Differenze con Platone:
a. Aristotele non accetta il comunismo platonico e quindi la comunanza delle mogli e delle cose, in quanto queste due sono le molle che spingono gli uomini ad agire;
b. Aristotele, non credendo nelle idee, non accetta l’esistenza di uno stato ideale, ma afferma che ci sono vari tipi di stato che possono andar bene a seconda del luogo.
c. Per Aristotele è impossibile l’unità dello stato, perché lo stato deve essere una pluralità di individui.
19. I tipi di stato sono in totale sei: tre “normali”, che governano nell’interesse di tutti, e tre degenerazioni:
a. Governo di 1 solo: Monarchia Tirannide
b. Governo di pochi ricchi: Aristocrazia Oligarchia
c. Governo della maggioranza povera: Democrazia Demagogia
20. Le condizioni per avere un buon governo sono:
a. Deve adattarsi all’uomo e alle condizioni storiche;
b. Deve realizzare la prosperità materiale e la vita virtuosa;
c. Deve avere un numero di abitanti, un’estensione giusta;
d. La popolazione migliore sono i Greci;
e. Le funzioni devono essere distribuite;
f. Deve provvedere all’istruzione;
21. La poetica tratta di che cosa sia l’arte, che è imitazione. Esiste il teatro, dove vengono rappresentate le commedia, dove partecipavano in molti e si rideva, mentre vengono anche rappresentate le tragedie, dove noi proviamo piacere nel vedere cose terrificanti per un duplice motivo, proviamo un piacere catartico, piacere della purificazione:
a. 1° interpretazione: purificazione in senso etico, l’arte sublima le passioni, nascondendo ciò che c’è di negativo;
b. 2° interpretazione: liberazione psicologica temporanea dalle passioni vedendola rappresentata, infatti smorziamo l’effetto emotivo immediato che suscita nella vita pratica.
22. Vivono in un periodo storico di difficoltà, in quanto non c’è più la repubblica e quindi la filosofia si riduce a semplice teoria. Zenone fonda una scuola presso Prato Fiorito, porto si dice “stoa” e da qui stoicismo. Lo stoicismo si diffonde molto nel mondo romano. Gli stoici hanno l’abitudine di suicidarsi, e lo fanno senza alcun problema, ma per motivi razionali. Riprende e completa la filosofia dei cinici, infatti cercano non la scienza ma la felicità attraverso la virtù, tuttavia contrariamente ai cinici, ritengono che per raggiungere la felicità la virtù sia necessaria la scienza. La filosofia è esercizio di virtù, per mezzo della virtù stessa.
23. Facciamo il bene quando compiamo azioni virtuose in continuazione, e quindi quando facciamo in continuazione il bene.
24. La virtù che porta alla felicità è di 3 tipi:
a. Naturale: corretta conoscenza del mondo
b. Razionale: corretto modo di ragionare
c. Morale: corretto modo di comportarsi
25. I ragionamenti anapodittici sono quel tipo di ragionamento che non è dimostrativo, infatti sia le premesse che le conclusioni sono evidenti. I significati stanno dunque negli enunciati che sono sensati, poi veri o falsi. Ci sono 5 tipi di ragionamento anapodittico:
a. Se A allora B, ma A e quindi B;
b. Se A allora B, ma non B quindi non A;
c. Non si danno A e B insieme. Ma A. Quindi non B;
d. O A o B, ma A quindi non B;
e. O A o B, ma non B quindi A.
La premessa maggiore è un’ipotesi oppure una proposizione disgiuntiva, la premessa minore è una constatazione di fatto come pure la conclusione.
26.
ARISTOTELE
STOICI
Ragionamento
3 termini con il medio che collega
2 termini
Premesse
Affermazioni e vere
Ipotetiche o disgiuntive
Conclusione
Dedotta razionalmente
Evidente
Logica
Unisce concetti
Unisce significati
27. Mentre in Aristotele la conclusione era sempre vera essendo data da 2 premesse vere, per gli stoici la verità della proposizione conclusiva non è così scontata. La concludenza dunque è solamente l’aspetto schematico del ragionamento, mentre la verità la si determina con l’esperienza.
28. Gli Stoici dimostrano le loro teorie andando dall’indizio alla causa, dall’esperienza deduco le teorie e studiando la logica riflettono anche su cose pericolose come i paradossi e i dilemmi
29. I paradossi sono dei ragionamenti senza via d’uscita dove non si riesce a determinare il vero e il falso. I più famosi sono quello del Mentitore [ io mento. Ciò che dico è vero o falso? Se è vero che mento, sto dicendo il falso, ed è quindi vero che mento ma se è vero che mento sto dicendo il falso e quindi è falso che mento ] che verrà “risolto” nel ‘900 da Russel che proibirà le proposizioni autoriferite, al che però gli verranno fatte 3 obiezioni: la prima è che la logica è fatta per semplificare le cose no per complicarle, la seconda è che noi diciamo continuamente io e la terza è che “io mento” ha un suo significato che non può essere nascosto ed eliminato; un altro paradosso è quello del calvo.
30. Nel dilemma ci sono sempre due possibilità di risposte, ma entrambe portano ad una contraddizione [Coccodrillo].
31. Per gli Stoici tutto è natura, tutto è ragione, logos. La fysis è un ordine, regolato come qualcosa di razionale, immutabile e perfetto. Tutto è Dio, quindi sono panteisti. La natura è governata da un principio che attivo è Dio e passivo è la natura, ne consegue che Dio è materia e tutto è corpo perché solo cos’ può compiere o subire delle azioni. Sono monisti perché considerano il fuoco principio di tutte le cose.
32. Ciò che avviene per natura è ragione, logos, e tutto ciò che avviene è tale perché non può essere diverso da come è. Sostanzialmente tutto è destino secondo il movimento del cosmo, secondo un ciclo di palingenesi, anno cosmico e conflagrazione universale. L’universo è pieno di ragioni seminali, che attendono il momento di intervenire, tutto è provvidenziale, perché non può essere interrotta la catena che lega gli oggetti guidati da Dio.
33. L’anima è corporea, immortale, perché dopo la morte del corpo, l’anima ritorna nella ragione seminale per un tempo indefinito, per poi tornare in un corpo. Tutto quello che facciamo lo facciamo per la libertà, che è la possibilità di volere una cosa alla volta.
34. Il dovere non è il bene, ma fare più volte il bene, finché diventa abituale associato alla virtù, è la vita virtuosa raggiungibile dal saggio perché conosce il tutto. Non c’è via di mezzo tra virtù e vizio, saggio o stolto. Ma i saggi sono pochi. Bisogna agire secondo ragione. Tutto quello che accade avviene secondo natura e quindi secondo ragione. I singoli esseri tendono all’autoconservazione e all’attuazione di sé, in armonia con il perfetto ordine del mondo, dunque sulla base di due forze infallibile perché ragionevoli, ovvero l’istinto che giuda gli animali nella sopravvivenza, nella riproduzione e la ragione che guida l’uomo ad essere in sintonia con la natura. Quindi l’etica stoica studia la ragione per stabilire l’accordo con la natura. Il fine dell’uomo è vivere secondo natura, si deve usare la ragione.
35. Il dovere è un’azione che mira a conservare e attuare, conforme alla natura dell’uomo, è autoimposto e corrisponde alla razionalità del tutto, insomma tutto ciò che è razionalmente giustificato. Il dovere può essere ostacolato dall’istinto o dalla situazione.
36. Le azioni che vengono compiute per istinto possono essere doverose, altre non doverose, e alcune indifferenti.
37. Può essere doveroso, anzi lo è in quei casi quando l’istinto o prevalentemente la situazione non portano ad un’azione doverosa, e piuttosto di compiere un’azione non doverosa e irrazionale, è meglio non compiere nessun atto e quindi si suicidano tanto sanno già che ad un certo punto ricominceranno la loro vita.
38. Il sapiente è colui che conosce l’ordine del mondo ed è lo Stoico per eccellenza.
39. Tra molte azioni indifferenti, alcune sono meglio di alte, siamo più predisposti a sceglierle: questi sono i preferibili o chiamati anche valori.
40. Libero è il sapiente perché il suo volere è conforme al destino naturale, mentre schiavo è lo stolto perché è costretto dal mondo a compiere cose che magari non vorrebbe.
41. Per quanto riguarda le emozioni, esse sono viste negativamente dagli stoici, perché sono considerate opinioni dettate da leggerezza. Esistono 4 emozioni principalmente:
a. Beni presunti:
i. Brama dei beni futuri → Volontà
ii. Letizia dei beni presenti → Gioia
b. Mali presunti: 3 stati normali del sapiente
i. Timore dei mali futuri → Precauzione
ii. Afflizione dei mali presenti
42. Il sapiente stoico deve essere apatico e non deve quindi provare alcuna emozione perché non esistono per lui motivi di afflizione visto che conosce già la perfezione del mondo, quindi deve essere apatico.
43. Etica a confronto
ARISTOTELE
STOICA
Felicità
Raggiunta con la virtù, etiche e dianoetiche: fare filosofia
Vivere secondo ragione
Libertà
Ragione + desiderio
Ragione
Fine
Posso scegliere i giusti mezzi
Tutto è destino
44. Dal momento che è letteralmente impossibile che una persona possa sapere proprio tutto riguardo al tutto in modo tale da agire sempre secondo ragione, l’etica stoica era impossibile da mettere in atto. Quindi gli stoici affermarono che esiste una via di mezza tra l’azione doverosa e quella stolta, ovvero un insieme di azioni indifferenti, quali vita, morte salute, dolore povertà… tuttavia all’interno degli indifferenti ci sono dei preferibili che sono i valori.
45. La felicità per gli epicurei consiste nell’assenza di dolori trovando una medicina per ognuno di loro grazie alla filosofia che fornisce un quadrifarmaco.
46. Gli Epicurei individuano 4 mali e di conseguenza 4 cure:
Dolore fisico
Mancanza di piacere
Il piacere si raggiunge con poco
Dolore corporeo
Se è sopportabile lo sopporto, se è acuto o passerà oppure morirò
Dolore mentale
Paura degli dei e dell’aldilà
Esistono ma non si interessano di noi
Paura della morte
Se c’è lei noi non ci siamo, quindi non ci interessa
47. La canonica consiste nella logica. Essa determina una regola per arrivare alla conoscenza vera, quindi alla verità. Esistono 3 criteri per determinare la verità o la falsità di un ragionamento:
a. Sensazioni: sono sempre vere, perché sono il risultato di emanazione di atomi che colpiscono gli organi di senso che producono delle immagini, possono essere confutate solo da un’altra sensazione;
b. Anticipazioni, sono i risultato delle ripetute sensazioni, sono i concetti, che anticipano le sensazioni future;
c. Emozioni, distinguono il piacere e quindi ciò che va perseguito e il dolore, ovvero ciò da evitare.
48. L’errore sta nel ragionamento, nell’opinione.
49.
ARISTOTELE
EPICUREI
Conoscenza
6 sensi + intelletto
Flusso di atomi
Felicità
Agire bene, in modo virtuoso
Assenza di dolore
Movimento
4 tipi
2 tipi
Forma massima di conoscenza
Sapienza
Saggezza
50. Le principali caratteristiche della fisica di Epicuro sono:
a. Atomistica: tutto è atomi, che si distinguono tra loro per
i. Grandezza
ii. Misura
iii. Peso, che genera il loro movimento verticale
b. Meccanicistica: il movimento degli atomi che segue leggi ben precise;
Questo movimento verticale degli atomi non provoca la formazione dei mondi, tuttavia essi ci sono, e sono dovuti a deviazioni casuali del moto degli atomi che innescano così una reazione a catena, scontrandosi e creando i mondi. L’universo è infinito ma i gli atomi sono finiti, perché se fossero infiniti riempirebbero tutto. Non c’è la provvidenza perché il movimento non viene guidato.
51. Gli dei esistono perché ci giungono i loro atomi e quindi sappiamo che ci sono, ma non si interessano e hanno 4 modalità di porsi con il male presente nel mondo:
a. Vogliono ma non possono → Impotenti
b. Non vogliono e possono → Invidiosi Non sono loro caratteristiche
c. Non vogliono e non possono → Invidiosi e impotenti
d. Vogliono e possono → Non si interessano di noi perché il male rimane e quindi non governano il mondo.
52. L’anima per gli epicurei è mortale e quindi esiste. È composta da atomi più sottili e più mobili che sono sparsi per il corpo e alla morte dell’individuo essa si disgrega.
53. Deriva dall’etica dei pirenaici. Il bene è il piacere catastematico, però esso essendo insaziabile è fonte di dolore, quindi affermano che il vero piacere che porta alla felicità è un piacere stabile, che consiste nell’assenza totale del dolore, che non può aumentare né modificarsi, una volta raggiunto rimane tale, senza agitazione e senza turbamento, aponia e atarassia.
Tuttavia gli uomini hanno dei bisogni, dolorosi che si possono soddisfare o reprimere e si suddividono così:
Necessari [ mangiare, bere, dormire ]
Naturali
Bisogni Non necessari
Vani
Ma non è necessario mangiare troppo, perché oltre alla possibilità che il piacere si trasformi in dolore, se una volta mi capita di non mangiare tanto sto male, quindi è importante mangiare quanto basta, e se un giorno mi capita un pasto abbondante tanto meglio.
Secondo la teoria dei bisogni bisogna dunque soddisfare solo i bisogni naturali necessari, poi posso anche soddisfare quelli naturali e non necessari, ma non devo diventarne dipendente, secondo il calcolo dei piacere e dei dolori. Quindi per fare questo calcolo occorre saggezza che l’epicureo deve raggiungere, dunque saggezza + virtù = piacere.
STOICI
EPICURO
Fisica
Tutto è materia
Tutto è atomi
Principio
Fuoco
Atomi
Movimento
Provvidenza
Casualità
Forma di massima conoscenza
Sapienza
Saggezza
Felicità
Virtù naturale, razionale, morale
Assenza di dolore
54.

Esempio