Tommaso d'Aquino

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia

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Testo

Tommaso D’Aquino
Tommaso d’Aquino nasce a Roccasecca (presso Cassino) nel 1225 o 1226; fu educato nel chiostro di Montecassino. Nel 1324 entrò a Napoli nell’ordine dei Domenicani; mandato a Parigi, divenne scolaro di Alberto. Nel 1248, quando Alberto passò ad insegnare a Colonia, Tommaso lo seguì e torno a Parigi solo nel 1252; commentò allora la Bibbia e le sentenze; nel frattempo i maestri dell’università parigina aveva aperto una lotta contro i frati mendicanti e pretendevano che fosse tolta loro la facoltà di insegnare;allora Tommaso scrisse l’opuscolo contro coloro che contrastano il culto e la religione di Dio. Il Papa dapprima diede ragione ai maestri secolari, ma un anno dopo passo dalla parte di Tommaso.
Tommaso allora fu nominato, insieme al suo amico Bonaventura, maestro dell’università parigina.
Nel 1259 Tommaso lasciò Parigi ritornando in Italia dove scrisse Somma contro i Gentili, il secondo commentario alle sentenze, la 1 e la 2 parte della somma teologica;egli compose contro i professori secolari Sulla Perfezione della Vita spirituale e contro gli averroisti sull’ unità dell’intelletto . Nel 1272 tornò in Italia per insegnare all’università di Napoli; nel Gennaio del 1274, designato da Gregorio x, partì per recarsi al Concilio di Lione; ammalatosi durante il viaggio, si fece trasportare nel chiostro cistercense di Fossanova(presso Terracina) e qui morì il 7 marzo 1274.
Tommaso era grande, bruno, un po’ calvo, pacifico e mite; lo chiamavano il bue muto; Alberto Magno disse un giorno avrebbe muggito così forte da farsi sentire in tutto il mondo.
Tommaso dedicò all’attività intellettuale l’intera sua vita. Alla sua morte aveva 48 o 49 anni; probabilmente scrisse 36 opere e 25 opuscoli;al Periodo di permanenza a Parigi appartengono: Dell’ente e dell’essenza, il Commentario alle sentenze. In Italia e nella seconda permanenza a Parigi scrisse: il commentario ad Aristotele, il commentario al libro sulle cause, il commentario a Boezio; infine scrisse la somma della verità della fede cattolica contro i Gentili, il secondo commentario alle sentenze e la somma teologica(suo capolavoro). A queste opere vanno aggiunte le questioni.

Fede e Ragione
La ragione è la fede hanno molto in comune più di quello che sembra; certo la ragione non può dimostrare tutto ciò che dice la fede, ma può essere utile alla fede in 3 modi diversi; in primo luogo dimostrando i preamboli della fede( ad esempio l’esistenza di Dio); in secondo luogo chiarisce grazie ad analogie e similitudini i misteri della rivelazione, (ad esempio la Trinità); in terzo luogo combatte le argomentazioni contrarie alla fede; Dall’altro lato però la ragione ha la sua verità propria, cioè è autonoma, e quando entra in contrasto con la fede significa che , in qualche punto delle sue dimostrazioni, sta sbagliando, poiché la fede è la regola del corretto procedere della ragione, cioè la norma della ragione.

La Metafisica
Tommaso scrisse un opuscolo intitolato l’ente e l’essenza;egli dice che Dio è essenza ed esistenza, e l’ente e l’essenza contemporaneamente sono potenza e atto; l’ente è ciò che è, e ciò che può essere e a sua volta è reale(ciò che è presente nella realtà), o logico(ciò che viene espresso in una proposizione affermativa).
L’ente reale si divide nell’essenza e nell’esistenza; l’essenza si divide in quiddità, forma e natura, ed è ciò che viene espresso dalla definizione(comprende sia la forma che la materia); l’esistenza si divide in essere e atto d’essere( è l’atto per cui qualcosa esiste di fatto).
Inoltre egli distingue 2 tipi di essere: 1) è Dio, cioè l’essere per essenza in cui essenza ed esistenza coincidono; 2) le creature, cioè gli enti che ricevono l’essere da Dio; quindi possiamo dire che Dio sta alle creature come il necessario(ciò che è e non può non essere) sta al contingente( ciò che può essere e non essere).
La creazione consiste nell’aggiunta dell’esistenza all’essenza, cioè nell’atto grazie a cui le essenze, passando dalla potenza all’atto, esistono realmente(subsistunt in rerum natura).
Inoltre egli afferma che esistono 2 tipi di sostanze: composte(sinoli di forma e materie); semplici( forme pure senza materia) che a loro volta si dividono in sostanze create(le anime, gli angeli), e sostanze incerate( Dio).
Tommaso desume da Aristotele il principio dell’analogicità dell’essere, cioè essere riferito alle creature, non ha lo stesso significato, ma solo simile all’ essere di Dio. Quindi vi è un’analogia, infatti l’essere di Dio e l’essere delle creature non sono ne univoci(totalmente simili), ne equivoci(totalmente diversi), ma sono in parte identici e in parte differenti, cioè simili, ma di proporzioni diverse; fra Dio( l’infinito) e le creature(il finito) vi è somiglianza e dissomiglianza al tempo stesso. Partecipazione e Analogia salvaguardano la trascendenza di Dio ed escludono ogni forma di Panteismo.
Tommaso definisce l’essere come una perfezione massima, ed egli cerca di evidenziare questa concezione dell’essere tramite l’uso di superlativi ottenuti tramite dei sostantivi, secondo lo stile ebraico, costituisce la dottrina dei trascendentali. Mentre le categorie sono gli aspetti che distinguono l’essere in diversi generi(qualità, quantità), i trascendentali sono quei caratteri, che trascendendo le stesse categorie, qualificano l’essere in quanto tale e competono, per ciò stesso, a ogni ente. Sono 5 le proprietà dei trascendentali: res, unum, aliquid, verum, bonum.
Res significa l’essere preso assolutamente e aliquid implica l’unum, i trascendentali sono 3: l’uno, il vero, il buono.
Dire che ogni ente è uno significa che è indiviso in se e distinto da qualsiasi altro( un mucchio di sassi ad esempio può considerarsi una realtà, perché è un ente, in quanto indiviso in se.
Dire che ogni ente è vero, significa che corrisponde all’intelletto divino che lo ha creato e risulta intelligibile e razionale(verità ontologica) e di configurarsi come fondamento dell’adeguatezza del pensiero(verità logica o gnoseologica); ogni ente è buono significa che corrisponde a una volontà precisa ed è una perfezione desiderabile dall’uomo.

Esempio