Tommaso d'Aquino

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

TOMMASO

Tommaso è il massimo esponente tra Scolastici e Metafisici paragonabile solo ad Agostino nella storia della Chiesa; è colui che dà risposta definitiva ai problemi della Chiesa, dà inizio alla corrente del Tomismo (corrente che a partire da papa Leone XIII si trsforma in Neotomismo con massimo esponente in Jean Maritan nel 1900, si inserisce il concetto di persona e non di individuo).
Alcune tesi di Tommaso furono accusate di eresia come accadde nel 1277 con Tempiè poi, cinquanta anni dopo la sua morte comincia la beatificazione. Nacque nel 1221 a Roccasecca in Campania, la famiglia era nobile, il padre era italiano e la madre normanna, contrariamente ad altri personaggi del tempo, conosciamo molto di lui grazie a molte biografie scritte sul suo conto, la più attendibile è quella di Reginaldo da Piperno. Fin da giovane viene indirizzato ad una carriera ecclesiastica, fu mandato a studiare presso l’abbazia di Montecassino da cui si sposterà per andare a Napoli dove studia le arti liberali ed entra in contatto con i Domenicani. Prende i voti presso i Predicatori e comincia a girare l’Europa, lo troviamo a Colonia dove insegna Alberto Magno che ha grande stima di lui, è da Alberto che parte il soprannome di Tommaso più usato da tutti i suoi biografi: “Bue muto” con accezione sicuramente positiva, lo raccomanda all’università di Parigi la futura Sorbona specializzata in teologia. A Parigi fu prima assistente e poi magister di teologia, era apprezzato da molti il suo metodo di insegnare, comincia anche a scrivere manuali per chiarire il suo pensiero. Ai tempi all’università parigina c’era una dura lotta tra Secolari (laici) e Religiosi (frati domenicani), era un periodo, quello di Tommaso,in cui dominavano i Secolari tanto che Tommaso fu definito un Anticristo.
Da Parigi, seguito da una schiera di discepoli fidati, si sposta poi a Napoli, siamo nel 1270; la Chiesa ne fa una specie di “ambasciatore”. Muore in un monastero cistercense di Fossanova mentre era in viaggio per Lione (città da sempre teatro di eresie, ricordiamo su tutte quella valdese). La morte lo coglie nel momento in cui stava scrivendo la sua opera più importante, il suo capolavoro, la Summa Teologiae; Reginaldo racconta di avergli chiesto prima di lasciarsi morire di finire il capitolo dell’opera e Tommaso rispose “La mia opera non è altro che una pagliuzza nell’infinita sapienza divina”.
L’idea fondamentale di Tommaso, per tutta la sua vita, è stata quella di conciliare l’Aristotelismo e il Cristianesimo tra i quali, a differenza dei contemporanei, vedeva una continuità; la fede aiuta la ragione e viceversa. A questo puto c’è da fare una piccola precisazione, i Medioevali conoscevano solo gli scritti di Logica di Aristotele, ignoravano la Metafisica che fu portata ai loro occhi con l’opera di Avicenna e Averroè. Tommaso va in contrasto con Averroè, polemizza anche con Agostiniani e Secolari vediamo perché:

• Averroè sostiene la teoria della doppia verità: c’erano due verità una umana e in parallelo una data dalla rivelazione divina, secondo l’arabo erano inconciliabili; Tommaso lotterà tutta la vita per dimostrare il contrario.
• Gli Agostiniani seguono il Neoplatonismo e danno poca importanza al creato in quanto credono nella teoria delle idee, Tommaso invece afferma che il creato è molto importante perché partecipa per analogia al Dio creatore.
• La lotta con i Secolari, più che ideologica è quasi “politica”, era un contrasto di potere sulla comunità universitaria, dai Secolari, come detto in precedenza, Tommaso sarà definito “Apostolo Anticristo”. Sappiamo qanto fosse spietato questo contraso, Sigieri di Bramante, per aver contrastato le idee dei Secolari, pagò con il carcere.

Ecco alcuni passi fondamentali del pensiero di Tommaso:

• La ragione naturale si subordina alla fede ma può aiutare la fede a dimostrare le verità divine.
• Vi sono verità divine che superano i poteri dell’umana ragione: Dio è uno e trino, il mistero della creazione, il mistero dell’incarnazione. Altre sono tali da poter essere raggiunte dalla ragione naturale: Dio esiste, è uno e consimili.
• L’uomo è un animale notturno di fronte alla luminosità di Dio.

La ragione può aiutare la fede dimostrandone i preamboli che sono tre:

1. ci sono cinque modi per dimostrare l’esistenza di Dio, sono tutte dimostrazioni a posteriori;
2. la ragione può chiarire per similitudine e analogia la verità della fede poiché l’analogia, anche se incompleta, è pur sempre conoscenza.
3. difendere la fede combattendo contro le obiezioni dei gentili (pagani) e degli atei.

Ampliamo ora il primo punto dei preamboli parlando della Summa Teologica; come detto ci sono cinque vie per dimostrare l’esistenza di Dio (tutte a posteriori, quia, perché Tommaso riteneva errato il modo di procedere di Anselmo basato sul propter quid, dimostrazione a priori).

Prima via:

Dio come: motore immobile;

Via: ex motu;

Autori: Aristotele;

Argumento: si tratta di una dimostrazione che ricalca quella del motore immobile di Aristotele. Secondo lo stesso processo di regressus ad infinitum dimostra che Dio è primo, immobile e immutabile. Tutto ciò che è nel mondo si muove, ha dietro di sé un agente, non si può però indietreggiare all’infinito, bisogna trovare un agente primo.

Seconda via:

Dio come: causa prima;

Via: ex causa;

Autori: Aristotele;

Argumento: dimostrazione di Dio come causa efficiente, prima, la dimostrazione è pressochè analoga alla precedente. Da notare è la paura di confrontarsi con l’infinito, già presente in Aristotele e persistente in Tommaso.

Terza via:

Dio come: essere necessario;

Via: ex contingentia;

Autori: Aristotelismo arabo, nello specifico Avicenna;

Argumento: Tommaso definisce la natura che ci circonda come contingentia (cose che ci sono ma possono non esserci, non si spiegano da sole ma hanno bisogno di essere spiegate). Per Tomaso, il contrario di contingentia è necessario. L’unica cosa non contingente ma necessaria è Dio.

Quarta via:

Dio come: perfezione somma;

Via: ex gradu;

Autori: corrente Platonica e Agostiniana;

Argumento: parte sempre dall’osservazione della natura. Siccome tutto in natura può essere messo in ordine gerarchico, deve esserci qualcosa di sommo, di perfetto che faccia al resto da termine di paragone, questo essere è Dio.

Quinta via:

Dio come: intelligenza ordinatrice;

Via: ex fine;

Autori: corrente Stoica e Anselmiana;

Argumento: tutte le cose, anche quelle banali, hanno un fine anche se spesso non apparente, qualcuno deve dare loro un fine, un fiore non sboccia perché lo vuole, non è intelligente. Dio è quindi identificato come un essere intelligente che ordina tutta la natura verso un fine.

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