Talete e Aristotele

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Talète

E’ stato indicato dalla tradizione come uno dei mitici Sette Sapienti della Grecia(cioè: Talete Pittaco, Biante, Solone, Cleobulo, Misone, Chilone) e come il più antico dei filosofi greci, fu il caposcuola dei pensatori ionici, cioè dei filosofi appartenenti alla scuola di Mileto, patria di T.. Scarse e incerte sono le notizie intorno alla sua vita, anche se numerosi sono gli aneddoti fioriti intorno ad essa e raccontati da Platone (T. che, proteso in una ricerca ideale guarda le stelle e cade in una pozza d'acqua, suscitando l'ilarità di una giovane serva tracia) e Aristotele, secondo cui il filosofo - scienziato, avendo previsto, sulla base delle sue ricerche, un ottimo raccolto di olive, realizzò cospicui guadagni accapparrandosi per tempo tutti i frantoi di Mileto. Anche il suo pensiero ci è giunto attraverso quanto viene riferito da Aristotele, secondo cui egli sosteneva che "l'acqua è il principio degli esseri". Secondo altre fonti, egli sosteneva anche che tutte le cose scorrono in un flusso continuo, come vuole la natura del loro elemento originario. Egli considerava l'acqua e l'umidità come qualcosa di vivente e di animato, nel senso che vivo è tutto quanto è principio di movimento, e credeva che tutto l'universo fosse animato. Pertanto egli enunciò già, sia pure embrionalmente, la dottrina evoluzionistica, secondo cui tutte le cose dell'universo tendono a passare dall'omogeneo all'eterogeneo, dal semplice al complesso, secondo un incessante processo. Oltre che alla ricerca filosofica, egli si dedicò anche all'astronomia e alla matematica, e molti sono i teoremi a lui attribuiti (624-546 circa a.C.).

Aristòtele

Fu figlio di Nicomano, medico di corte presso Aminta II re di Macedonia, nato a Stagira (detto per antonomasia Lo Stagirita). Sovrasta, per vastità e potenza di pensiero, l'intera storia del sapere ellenico. Le sue opere raccolgono in sintesi speculativa i problemi e le soluzioni di tutti i filosofi greci, abbracciando lo scibile ed esercitando sulla scienza delle età che seguirono un influsso potente. Fu discepolo di Platone in Atene (dove rimase vent'anni) e suo collaboratore; indi, precettore di Alessandro alla corte del re di Macedonia. Fondò la sua scuola in Atene, presso gli ombrosi viali del Liceo che servivano di pubblico passeggio; da cui il soprannome di peripatetici (passeggianti) dato ai suoi allievi, che insegnavano ed elaboravano a un tempo le sue opere. Morto Alessandro Magno, Atene insorse contro i Macedoni, e A. dovette ritirarsi nell'Eubea sotto accusa di empietà. Morì dopo un anno di una malattia di stomaco. Discepolo di Platone ne continuò la filosofia concettuale, giudicando però secondo le proprie osservazioni; perfezionando la teoria platonica degli esseri ne dedusse le regole del sillogismo e della definizione; lo spirito di metodo, operando la distinzione tra le sostanze e le varie categorie, lo portò a fondare una classificazione delle scienze. Riconobbe l'esistenza della realtà non nell'eterna e immutabile idea platonica, ma nell'individuo e nell'atto, facendosi in tal guisa intermediario fra l'idealismo e il materialismo. Innumerevoli sono le sue opere : la Fisica, la Storia degli animali, la Metafisica, la Politica, la Poetica, la Retorica, i Libri economici, i Libri etici, l'Organon, ecc. Il predominio delle dottrine aristoteliche fu enorme nel medioevo, ed ebbe il suo massimo sviluppo dopo le Crociate, allorché cominciarono a conoscersi i suoi testi. La filosofia moderna si inizia con la reazione all'aristotelismo, che culmina nel secolo degli enciclopedisti.
|| Il sistema filosofico di A., nella sua concezione filosofica, aveva separato il mondo delle idee dalla realtà sensibile. Ne risultava una netta separazione della ragione dai sensi, del corpo dall'anima, cosicché la loro coesione nella realtà empirica era necessariamente dovuta ad un intervento esterno che trovava riscontro in Dio. A., pur ammettendo la superiorità dell'Ente razionale, avvertì la necessità di legare in modo inscindibile l'elemento astratto (le idee) alla materia. Affermò, quindi, che le idee sono intrinseche alla sostanza, eliminando, di conseguenza, ogni necessità di interventi trascendentali perché esse potessero manifestarsi e rendersi specifiche. Da questo punto di vista lo Stagirita può considerarsi rappresentante del realismo in antitesi all'idealismo platonico. Il sistema cosmico di A., che informa e compenetra tutta la sua filosofia, è un sistema chiuso dai due estremi insuperabili della pura materia e della pura forma; l'intervallo è coperto da un ascendere per gradi secondo lo schema che segue: 1) materia indifferenziata, cioè amorfa; 2) materia dei corpi fisici (in essa la forma si identifica col movimento); 3) materia organica (la forma assume caratteri specifici di vita); 4) materia animata (la forma è data dal predominio dell'anima razionale sulla materia sottoposta); 5) pura forma (la forma sussiste sola, fuori ed oltre la materia). Quest'ultima, nei gradi intermedi, si identifica nell'attività animatrice. L'indirizzo logico della ricerca scientifica, ereditato da Socrate e da Platone, è posto a base del sistema aristotelico, ma da A. compiuto e codificato nella sua logica. Elemento fondamentale è il sillogismo: se due giudizi hanno un termine comune, i due giudizi estremi si identificano e danno luogo ad un giudizio nuovo. Con notazione matematica il concetto può così ridursi: se A = B e B =C, ne consegue che A = C. Di qui il metodo della dimostrazione scientifica che trova conforto nella realtà dove sussiste un ordine gerarchico (reversibile quale percorso mentale) di precedenze: dai generi agli individui attraverso le specie. La reversibilità induce due metodi: il deduttivo, che ricalca il pensiero divino; l'induttivo, che è il cammino inverso con cui l'uomo procede nell'appercezione della conoscenza. Ma per A. il primo metodo è l'unico e l'ideale. Partendo dalla concezione (sinteticamente esposta al n. 2) del movimento dei corpi fisici inteso quale elemento intrinseco alla loro natura, A. concepì così la sua fisica; ogni corpo è mosso da un altro corpo in movimento in una concatenazione di sollecitazioni il cui principio si identifica nel primo motore immobile, cioè Dio. Ma esistono due tipi di moto: uno dall'alto in basso (la gravità) cui partecipano i quattro elementi classici stratificati in ordine decrescente di peso: terra, acqua, aria, fuoco a cui A. aggiunge un quinto elemento, l'etere. Questo, che è sottratto alla gravità, fornisce l'altro tipo di moto, quello circolare dei corpi celesti. Nasce quindi una contrapposizione terra-cielo, che produrrà in seguito la concezione tolemaica dell'universo e le conseguenze politiche e religiose che raggiunsero il loro acme nel medioevo. Il pensiero filosofico di A. acquista particolare importanza in riferimento alla concezione platonica dell'immortalità dell'anima, di cui rovescia le conclusioni. Infatti, se la forma non può sussistere senza la materia cui dà specificazione - modo di essere e di manifestarsi della forma stessa - risulta evidente che la morte del corpo comporta anche quella dell'anima (e viceversa, essendo i due termini interdipendenti, elementi di una funzione reversibile). A completamento del sistema, A. tratta dell'etica, della politica e della poetica. La prima è intesa come attività del pensiero mirante alla conoscenza del bene; la seconda, in cui le virtù dell'uomo si determinano in vista del fine comune che è il benessere sociale, attuato con tre forme perfette di governo: monarchia, aristocrazia, democrazia; la terza, definita come imitazione dell'universale, è la presentazione ideale delle cose. A. ne riscontra il tipo nella tragedia il cui coronamento è la catarsi. All'immortale filosofo greco si tributa anche il titolo di precursore dell'anatomia comparata. Tentò per primo una classificazione sistematica di animali e piante. Scrisse anche opere biologiche e di storia naturale. Secondo Darwin tutti i biologi moderni possono essere considerati come allievi di Aristotele (Stagine 384 - Calcide 322 a.C.).

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