Scheda su Feuerbach

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Testo

11. L'alienazione e i compiti dell'antropologia

Ma la critica filosofica del fatto religioso rivela, accanto al suo aspetto
positivo, anche un aspetto negativo. Nell'esperienza religiosa sussiste una
contraddizione dell'uomo con se stesso, il quale, da una parte, con la
proiezione della sua essenza in Dio, pone il contrasto tra sй e Dio, e
dall'altra, riconoscendosi dipendente da Dio, pone un'unione tra sй e Dio.
Nella religione l'uomo opera una frattura nel proprio essere, scinde sй da
se stesso ponendo di fronte a sй Dio come un essere antitetico. Nulla и Dio
di ciт che и l'uomo, nulla и l'uomo di ciт che и Dio. Dio и l'essere
infinito, l'uomo l'essere finito; Dio perfetto, l'uomo imperfetto; Dio
eterno, l'uomo perituro; Dio onnipotente, l'uomo impotente; Dio santo,
l'uomo peccatore. Dio e l'uomo sono due estremi: Dio il polo positivo
assomma in sй tutto ciт che и reale, l'uomo il polo negativo, tutto ciт che
и nullo.
(L'essenza del cristianesimo)
Detto in termini di critica filosofica:
L'uomo - questo и il mistero della religione - proietta il proprio essere
fuor di sй e poi si fa oggetto di questo essere metamorfosato in soggetto,
in persona; egli si pensa, ma come oggetto del pensiero di un altro essere,
e questo essere и Dio.
(L'essenza del cristianesimo)
Questo contrasto ha implicazioni anche sul piano del comportamento; ma tali
implicazioni, invece che sancire la «coerenza» dell'uomo con se stesso, rivelano
una profonda contraddizione nella sua esistenza. Ad esempio: al confronto con la
bontа divina, l'uomo si giudica «irrimediabilmente» malvagio; ma poichй egli
pensa che Dio lo vuole buono, egli regola allora la sua vita in modo da attuare
la bontа. Sicchй, nota Feuerbach, egli smentisce la nullitа dell'attivitа umana,
per il fatto che fa dei suoi sentimenti, delle sue azioni, l'oggetto del
pensiero di Dio.
Ma si tratta di una contraddizione salutare. Essa nasconde in sй un fatto
notevole.
Sotto le apparenze di abbassare l'uomo al grado piъ infimo, in realtа lo si
innalza al sommo grado. Cosн l'uomo, in Dio e attraverso Dio, ha di mira
solo se stesso; indubbiamente l'uomo ha di mira Dio, ma Dio non mira a
null'altro che alla salvezza morale ed eterna dell'uomo, dunque l'uomo non
ha di mira che se stesso, e l'attivitа divina non differisce per nulla da
quella umana.
(L'essenza del cristianesimo)
Ma perchй l'uomo pone il suo contrasto con Dio? Da che cosa nasce il bisogno di
affermare l'opposizione tra realtа umana e realtа divina, se poi, proprio nella
vita religiosa, egli la smentisce?
La «discordanza fra Dio e uomo» nasce, dice Feuerbach, dalla oggettiva
«discordanza fra l'uomo e il suo proprio essere». Cioи l'uomo vive, sul piano
mondano, in uno stato di alienazione da se stesso; il che fonda l'alienazione di
sй in Dio, con la quale egli immagina realmente esistente e separato da sй ciт
che egli и ma non riesce ad essere. L'uomo soffre, avverte bisogni, и spinto da
desideri, и debole, finito, impotente; e sa di esserlo. Ma sa pure che egli и
intelletto, ragione, e che queste sue facoltа sono «indifferenti» alle sue
sofferenze, ai suoi bisogni, hanno leggi autonome, indipendenti. Tuttavia sa
pure che non puт separare in sй l'intelIetto, la ragione, dalle sofferenze e dai
bisogni. Dunque rappresenta in Dio il se stesso libero dai condizionamenti, la
sua realtа razionale scissa da quella fisica, l'elemento di perfezione della sua
umanitа separato dalle condizioni della sua imperfezione.
Dio concepito quale antitesi dell'uomo, quale essere non umano, ossia non
come persona umana, и l'essenza stessa della ragione posta come oggetto,
come un essere esterno all'uomo. Il puro, perfetto, completo essere divino и
l'autocoscienza della ragione, la coscienza che la ragione ha della propria
perfezione. La ragione ignora le sofferenze del cuore, non ha cupidigie, non
ha passioni, non ha bisogni, e per ciт non ha neppure le deficienze, le
debolezze del cuore. Gli uomini puramente razionali... sono liberi dai
tormenti, dalle passioni, dagli eccessi in cui prevale il sentimento.
(L'essenza del cristianesimo)
Sicchй l'uomo, essere intelligente e razionale, e quindi per natura onnipotente
e infinito, disconosce i suoi limiti, e proietta se stesso oltre la sua concreta
individualitа, lasciando a questa tutto il fardello connesso alla sua umanitа.
Ma inconsapevolmente.
Quando la critica filosofica della religione avrа compiuto il suo lavoro, l'uomo
attribuirа solo a sй l'onnipotenza e l'infinitа della bontа, dell'intelligenza e
dell'amore, perchй s'accorgerа che
Dio, in quanto dio, ossia concepito come un essere non limitato, non umano,
non materialmente determinato, non sensibile, и unicamente un oggetto del
pensiero. И l'essere metafisico, inafferrabile, senza forma, senza figura;
l'essere astratto, negativo, che vien riconosciuto, ossia oggettivato,
soltanto attraverso astrazione e negazione.
(L'essenza del cristianesimo)
Dopo aver «smascherato» la religione, e con essa il presunto valore
«scientifico» di ogni sorta di teologia, il compito della «filosofia
dell'avvenire», dunque, и quello di fondare un'antropologia, in cui l'uomo sia
considerato appunto nella sua infinitа e nella sua onnipotenza, senza perт
essere sradicato dalle sue condizioni naturali; in cui, cioи, esso sia
considerato spirito senza che se ne neghi la dimensione fisica, materiale.
L'uomo non и, come voleva Hegel, pura essenza spirituale, incarnazione
dell'Idea, astratta razionalitа; и anzitutto un essere che vive, che soffre e
gioisce, che avverte bisogni e soddisfazioni. La sua vita и forza naturale che
attraversa la realtа materiale del suo corpo. Che cosa sarebbe infatti la sua
coscienza senza il suo corpo? Pura astrazione. E che cosa la sua razionalitа
senza la carne e il sangue? Astrazione assoluta. Egli vive ed agisce «per» il
corpo, e non solo nel senso «per mezzo del corpo», ma soprattutto nel senso che
senza il corpo non potrebbe in alcun modo pensare nй agire.
Quindi bisogna discrostare la filosofia della natura da tutte le astrazioni
idealistiche. La natura non и la presunta oggettivazione-negazione dell'Idea;
essa и l'unica vera realtа, il primum senza cui nessuna idea avrebbe luogo. И
materia organizzata che preesiste allo sguardo del filosofo, cioи preesiste ad
ogni pensiero che questo formuli su di essa. Pertanto anche ogni conoscenza
razionale non puт fondarsi se non sulla sensazione. Ogni atto dell'esistenza
dell'uomo, sia esso conoscitivo o pratico, implica un suo rapporto con la
natura.
Il reale nella sua realtа - o in quanto reale - и il reale come oggetto del
senso: и il sensibile. veritа, realtа, sensibilitа sono identici. Solo un
ente sensibile и un ente vero, reale. Solo attraverso i sensi un oggetto
viene dato in senso autentico, non attraverso il pensare per se stesso.
L'oggetto dato col pensiero - o identico al pensare - и soltanto pensiero.
(Principi della filosofia dell'avvenire)
Tutto il reale и sensibile; tutti gli enti - siano essi cose o uomini - sono
conoscibili o amabili perchй percepibili coi sensi, definiti da un corpo,
costituiti di materia. Dunque, solo «l'essere del senso» и l'essere
dell'intuizione e anche dell'amore. Solo l'essere «naturale» fonda la validitа
della conoscenza e della norma etica. Gli uomini si rapportano tra loro, e
stabiliscono i modi di questo rapporto, solo attraverso il vincolo della
necessitа naturale. L'individuo singolo, isolato, non puт sussistere, nй incarna
per sй la vera essenza umana; egli и sempre in rapporto con gli altri; l'io non
puт sussistere senza un rapporto con un tu. E non solo nel senso del bisogno
fisico degli altri, ma anche e soprattutto in quello che la sua stessa vita
spirituale non ha sviluppo fuor della relazione con gli altri.
Le idee scaturiscono soltanto dalla comunicazione, dalla conversazione
dell'uomo con l'uomo. Ai concetti, ed in generale alla ragione, non si
giunge da solo, ma in due. Due esseri umani sono necessari per generarne uno
- in senso spirituale ed in senso fisico -: la comunitа dell'uomo con l'uomo
и il primo principio, и il criterio di veritа e di universalitа. Persino la
certezza dell'esistere di cose diverse da me e che giacciono fuori di me и
mediata, ai miei occhi, soltanto dalla certezza dell'esistere di un altro
uomo oltre me. Io dubito di ciт che vedo da solo, ed и certo solo ciт che
anche l'altro vede.
(Principi della filosofia dell'avvenire)
E anche quando si parla dell'amore come modo del rapporto perfetto tra gli
uomini, bisogna parlarne a partire dal suo fondamento sensibile. Esso и solo un
aspetto dell'amore che lega l'uomo alla realtа in generale.
Solo nella sensazione, solo nell'amore, il «questo» - questa persona, questa
cosa - cioи il particolare assume un valore assoluto ed il finito diventa
infinito ... L'amore и passione, e soltanto la passione и il marchio
dell'esistenza. Esiste solo ciт che - sia esso reale o possibile - и oggetto
della passione ... Per chi non ama niente - e l'oggetto dell'amore qui non
ci interessa - и assolutamente indifferente che qualcosa sia o no ...
L'amore и la vera prova ontologica dell'esistenza di un oggetto fuori della
nostra testa, nй l'essere puт esser provato in altro modo che attraverso
l'amore, e in generale attraverso la sensazione. Esiste soltanto ciт la cui
esistenza ti allieta e la non esistenza ti addolora.
(Principi della filosofia dell'avvenire)
Se tutta la vita dell'uomo trova fondamento nella sua sensibilitа, ossia nella
sua naturalitа, nella sua corporeitа, allora assume una grande dignitа etica e
politica la teoria degli alimenti. L'uomo non puт produrre nй sentimenti nй
cultura se non mangia. Pertanto se si vuole migliorare le condizioni spirituali
di un popolo, bisogna migliorarne quelle materiali. Al posto di noiose
declamazioni contro il peccato, gli si dia un'alimentazione adeguata: «L'uomo и
ciт che mangia».

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