Scettisicmo ed Eclettismo

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia
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Data:08.11.2006
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Testo

Lo Scetticismo e l’Eclettismo

La posizione di Pirrone di Elide
Pirrone nacque nel 365-360 a.C. ad Elide.Partecipò alla spedizione militare di Alessandro Magno.
Pirrone non fondò una vera e propria scuola,ma i suoi seguaci lo consideravano:”il paradigma esistenziale a cui fare continuamente riferimento”.Pirrone non lasciò testi scritti,ma testimonianze orali.
Riguardo il raggiungimento della felicità,Timone dice che secondo Pirrone colui che vuole essere felice:
-deve conoscere la natura delle cose
-deve assumere un preciso atteggiamento
-da tutto ciò deriverà la conseguenza:
-Pirrone afferma che le cose sono:instabili ,indifferenti,indiscriminate.
-L’uomo deve assumere un atteggiamento d’indifferenza,deve astenersi da ogni giudizio
-Ne deriverà un senso di apatia e di imperturbabilità.
Dato che tutte queste cose sono in sé stesse instabili,indiscriminate ed indifferenti,ne deriva che sono apparenti,ma l’apparenza viene presa in considerazione quando si confrontano la natura delle cose e la natura divina(sempre stabile) .
Dunque,l’unica cosa da fare di fronte a tutto ciò è astenersi dal giudizio,mostrarsi indifferenti (epoche)
L’afasia (atteggiamento indifferente),comporta l’atarassia (assenza di dolore per l’anima) e l’imperturbabilità (assenza di turbamento).
Lo Scetticismo e l’Eclettismo nell’Accademia Platonica
Lo Scetticismo entra nell’Accademia ad opera di Arcesilao.Egli confutava la rappresentazione catalettica stoica,poiché questa affermava di possedere gli elementi del criterio di verità assoluto.
Carneade (successore di Arcesilao) condivideva le critiche del suo predecessore,ma rappresentò una svolta nell’Accademia

Filone di Larissa,fu l’inauguratore dell’Eclettismo,perché secondo lui c’era un principio di verità assoluto,ma il nostro ragionamento non riesce a percepirlo e quindi dobbiamo accontentarci di un sapere probabile.
Infine Antioco discepolo di Filone affermò addirittura non solo la presenza di un principio di verità assoluto,ma anche la capacità di riconoscerlo.
Antioco credeva infatti che la filosofia aristotelica,platonica e stoica condividessero gli stessi concetti espressi diversamente.

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