Rousseau, Jean-Jacques (Ginevra 1712 - Ermenonville 1778)

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Categoria:Filosofia

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Testo

Rousseau, Jean-Jacques (Ginevra 1712 - Ermenonville 1778),
filosofo svizzero di lingua francese, teorico delle scienze sociali e politiche, uno fra gli scrittori più influenti dell'epoca illuministica. Nacque da una famiglia calvinista di origine francese; morta la madre di parto, Rousseau venne trasferito lontano da Ginevra presso uno zio. Adolescente irrequieto, dopo aver ricevuto i rudimenti di istruzione da un pastore, tornò da uno zio a Ginevra nel 1724, dove divenne praticante presso un incisore e un notaio; fuggito dopo tre anni, incontrò Madame Louise de Warens, che lo convinse a convertirsi e lo fece educare in un collegio cattolico, dal quale Rousseau si allontanò ben presto vivendo ramingo per qualche anno ed esercitando le professioni più disparate. Rifugiatosi nuovamente presso Madame de Warens a Chambéry, divenne suo segretario e compagno e visse con lei alcuni anni. Nel 1742 si trasferì a Parigi, dove si guadagnò da vivere come segretario particolare, tutore e copista di musica. Dopo un'esperienza di lavoro a Venezia, presso la segreteria dell'ambasciata francese, tornò a Parigi, dove entrò in contatto con gli enciclopedisti, divenendo amico in particolare di Denis Diderot, che gli commissionò alcuni articoli di musica per l'Encyclopedie.
Gli scritti filosofici
Nel 1750, Rousseau vinse il concorso bandito dall'accademia di Digione con il Discorso sulle scienze e sulle arti (1749), diventando famoso nonostante la rinuncia a ogni riconoscimento pubblico connesso al premio. Nel primo Discorso e nel Discorso sulle origini della disuguaglianza fra gli uomini (1754) illustrò la tesi della corruzione del genere umano a opera della scienza, dell'arte e delle istituzioni sociali, e della superiorità morale dello stato di natura rispetto a quello civile (vedi Naturalismo). Dopo essere tornato a Ginevra nel 1754 ed essersi nuovamente convertito al calvinismo, Rousseau tornò a Parigi. Protetto dai nobili, dal 1756 al 1762 alloggiò presso il duca di Montmorency e terminò la stesura del romanzo epistolare Giulia o la nuova Eloisa (1761), una sorta di versione letteraria della sua teoria, che esalta i benefici di un ritorno alla vita naturale. Nel celebre trattato politico Il contratto sociale (1762) egli argomentò a favore della libertà civile e, assumendo le difese della volontà popolare contro il diritto divino, contribuì a preparare il terreno ideologico sul quale fiorì la Rivoluzione francese.
Gli scritti successivi
Nel celebre romanzo Emilio (1762) Rousseau illustrò una nuova teoria pedagogica che poneva l'accento sull'importanza della libera espressione piuttosto che della repressione, al fine di formare un individuo equilibrato e indipendente.
Entrò presto in contrasto con gli enciclopedisti, suscitando in particolare gli strali di Voltaire, e si procurò, con le sue opere polemiche e anticonformiste, l'ostilità dei potenti di Francia e poi di Svizzera, dove si era rifugiato. Nel 1762 fuggì prima in Prussia e poi in Inghilterra, dove fu accolto dal filosofo scozzese David Hume. Ben presto, tuttavia, anche questo legame si deteriorò e i due filosofi si accusarono vicendevolmente in lettere pubbliche; nel 1768 Rousseau fece ritorno in Francia e nel 1770 portò a termine il manoscritto della sua opera più introspettiva, le autobiografiche Confessioni (pubblicate postume nel 1782). Si tratta di un acuto esame di coscienza che rivelava gli intensi conflitti emotivi e morali della sua vita; lo scrittore morì presso il marchese di Girardin, due anni dopo.
Critica
Benché Rousseau abbia contribuito in larga misura a quell'indirizzo di pensiero dell'Europa occidentale che si era pronunciato a favore della libertà individuale e contro l'assolutismo della Chiesa e dello Stato, alcuni storici ritengono che la moderna ideologia totalitaria si sia ispirata proprio alla sua concezione dello stato come incarnazione dell'astratta volontà degli individui. La teoria pedagogica di Rousseau favorì invece metodi educativi più permissivi e più attenti all'aspetto psicologico, ed ebbero ripercussioni su riformatori come lo svizzero Pestalozzi e altri pionieri della pedagogia contemporanea. La Nuova Eloisa e le Confessioni inaugurarono un nuovo stile estremamente emozionale, permeato di un'intensa esperienza personale nell'indagare il conflitto tra valori morali e terreni. Con queste opere Rousseau influenzò profondamente la letteratura e la filosofia del romanticismo, e risultò importante anche per lo sviluppo di teorie psicologiche, letterarie e psicoanalitiche contemporanee. Fu anche importante per l'esistenzialismo del XX secolo, grazie soprattutto al rilievo dato al libero arbitrio, al rifiuto della dottrina del peccato originale e alla difesa dell'educazione tramite l'esperienza più che la teoria. Lo spirito e le idee di Rousseau condividono lo spirito dell'illuminismo, con la sua appassionata difesa della ragione e dei diritti degli individui, e quello del romanticismo, che difese la profondità dell'esperienza soggettiva contro l'impero del pensiero razionale.

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