Appunti su Voltaire e Rousseau

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Testo

VOLTAIRE
2- Voltaire e la tradizione empiristica inglese
Voltaire, figura chiave dell'illuminismo europeo, interpreta la lotta intrapresa dagli ambienti intellettuali contro l'oppressione politica e religiosa, a favore della libertà individuale e di una ragione non dogmatica (ossia non basata su definizioni immutabili e prese per vere. ndRuffo) come fondamento principale del comportamento dell'uomo.
Voltaire rinnega ogni forma di scolastica e di metafisica contemporanea, specie il cartesianesimo e si fa portavoce della tradizione filosofica di Locke e di Newton.
Pur riconoscendo i meriti di Cartesio, egli rifiuta completamente il sistema cartesiano, opponendo ad esso il pensiero lockiano, che egli vede come il più saggio, metodico e logico e come esso si pone in polemica contro ogni forma di innatismo, sostenendo l'origine sensibile della conoscenza.
Newton è per Voltaire il naturale compimento delle idee di Locke: in esso (in Newton) indica il compimento della rivoluzione scientifica del seicento, con la teoria della luce e della gravitazione universale.
3- Il deismo
Dalla filosofia newtoniana e dal deismo Voltaire trae i presupposti per sostenere l'esistenza di una intelligenza suprema ordinatrice del tutto.
Dio viene identificato come il "primo motore intelligente" eterno, che ha creato un mondo eterno. Il mondo, la cui essenza è agire, ha agito sempre ed è percui eterno come Dio stesso.
Il Dio di Voltaire è quello di una religione pura, ragionevole ed universale, che consiste nell'adorare Dio e nell'essere giusto.
Da questa religione sono nate tutte le altre, che si differenziano per contenuti inutili e spesso superstiziosi. Per questo la polemica di Voltaire è contro le religioni storiche che hanno mutato la religione naturale, attribuito a Dio passioni umane e che si sono rese responsabili di svariate atrocità. La polemica è accesa soprattutto contro il cristianesimo, che sostiene essere una setta sorretta da carnefici e circondata da roghi.
4- "Io sono corpo e penso"
Se a Locke viene attribuita un importanza decisiva nello sviluppo della filosofia moderna, Voltaire è certamente influenzato dal sensismo, soprattutto nel problema della natura della mente e del pensiero.
Particolare rilievo è assunto da un pensiero di Locke che sosteneva che "forse non saremo mai in grado di sapere se qualunque essere pensi o no".
A questo proposito Voltarie si domanda se "noi siamo certi di pensare? Cos'è questa facoltà dataci da Dio?" e l'unica risposta che, secondo lui, può essere data è "Io sono corpo e penso, ecco tutto quello che so".
Secondo Voltaire è impossibile dimostrare che la sostanza pensante è immateriale, cioè che il pensiero non possa essere attribuito alla materia, e sostiene che, se veramente Dio non ha dato facoltà alla materia di pensare, deve comunque essere dimostrato.
Inoltre secondo Voltaire la sopravvivenza è una chimera e l'immortalità non è un presupposto della morale, in quanto filosofi e popolazioni intere non hanno creduto nella immortalità pur essendo regolati dalle leggi della morale.
5- Una morale laica
Quali sono dunque i fondamenti di un sistema morale?
Il problema che Voltaire si pone molto spesso è quello di salvare la legge morale universale, pur negando le idee innate, compresa l'idea della giustizia.
Voltaire sostiene che l'uomo è creato per vivere all'interno di una società, e che ha avuto direttamente da Dio i mezzi per distinguere ciò che è giusto da ciò che è ingiusto. Questa idea non è identica ovunque, ma è legata all'utilità che essa può avere all'interno di una società.
6- I limiti della libertà umana: tutto è necessario
Il problema della libertà è pero quello che più di tutti tocca Voltaire.
Secondo Voltaire, se per libertà si intende solamente potere di agire, l'uomo è dotato di una facoltà limitata, che agisce solamente per realizzare ciò che viene giudicato buono, piacevole. Voltaire infatti sostiene che la libertà di un individuo sia legata alla propria volontà, e, quest'ultima, alla serie di giudizi condizionati dalle idee che entrano nel cervello in modo necessario.
L'uomo ossia agisce solamente in rapporto al piacere che un suo gesto, una sua azione, gli può dare ed è inserito in una macchina immensa, di cui egli è soltanto un minuscolo ingranaggio, nella quale è presente Dio, come entità di azione e principio governatore del mondo.
In questo contesto, Voltaire si trova profondamente in contrasto contro chi ha affermato, come Leibniz e Shaftesbury, che tutto è bene e che tutti gli eventi sono concatenati nel migliore dei modi possibili, anche perchè una recente catastrofe naturale come il terremoto di Lisbona era ben presente.
Attraverso una delle sue opere, Candido o dell'ottimismo, una cruda satira contro l'ottimismo provvidenzialistico, Voltaire sostiene che "il male esiste" e che non è possibile aggiungere agli orrori del mondo l'assurdita della negazione della loro esistenza.
7- La tolleranza
Il messaggio di Voltaire è dunque verso la ragione, e contro l'intolleranza politica e religiosa.
In tutte le sue opere è presente un costante riferimento alla situazione sua contemporanea: la polemica contro il fanatismo, la superstizione ed il dispotismo sono soltanto alcuni argomenti che egli toccava nelle proprie opere.
Uno scritto celebre è il Trattato sulla tolleranza, ispirato ad un processo mosso da fanatismo religioso che si era concluso con la condanna a morte di un protestante di Tolosa.
Fanatismo ed intolleranza sono i responsabili di troppi errori nella religione, talmente tanti che sarebbero riuniti in un libro molto più grosso dei vangeli che condannano questi errori.
Causa del fanatismo è la superstizione, che comprende tutto ciò che si spinge oltre all'adorazione di Dio e al sottomettersi ad esso. In questo contesto è nuovamente dura la critica al cristianesimo, che si era fatto promotore di tanti omicidi, guerre e persecuzioni.
8- Voltaire e la storiografia dell'Illuminismo.
Le opere storiche costituiscono la parte più importanti della produzione di Voltaire. In polemica con la storia erudita ed annalistica (che si pone cioè come una cronaca degli eventi. ndRuffo), Voltaire sostiene che lostorico debba cogliere lo spirito di un'epoca, le relazioni tra storia istituzionale e politica, i costumi e la religione di un popolo.
La storia deve necessariamente uscire dal biografismo legato ai grandi personaggi, come dimostra presentando Il secolo di Luigi XIV, nel quale adderma immediatamente di non descrivere le gesta del monarca, ma lo spirito dell'uomo più illuminato del suo secolo (Luigi XIV).
Altra opera fondamentale è Saggio sui costumi, nel quale Voltaire traccia un percorso storico che va dai popoli selvaggi ai tempi moderni, passando per l'Impero Romano ed il Medioevo.
Voltaire si sforza di costruire un quadro di insieme, nel quale presenta lo spirito delle nazioni, costituito da diversi fattori quali i climi, le arti, i governi, i commerci.
L'opera di Voltaire vuole liberare l'uomo dalle false credenze che da sempre lo accompagnano e, così come Newton per la fisica, egli vuole fare opera di scienziato, analizzando razionalmente la storia; storia che deve riportare l'uomo alla conoscenza di sè, liberandolo da pregiudizi e superstizioni.

JEAN-JACQUES ROUSSEAU
2- Critica del progresso
Rousseau, pur essendo molto pessimistico sulla malignità dell'uomo, non ne esclude una possibilità di riscatto, in quanto, all'origine, l'uomo viene creato "buono" da Dio e la sua crudeltà nasce solo dagli eventi storici, e non dal peccato originale. Il problema del male viene quindi visto dal punto di vista sociale: il male non è imputabile all'uomo o a Dio, ma alla società.
Esclusa la possibilità di un ritorno all'innocenza, Rousseau sente l'esigenza di una riforma politica che fermi il processo costante di degenerazione dell'uomo.
A questo proposito egli, nel Discorso sulle scienze e sulle arti sviluppa un tema che lo pone a contrasto con uno dei fulcri del movimento illuminista: egli sostiene che, frutto i curiosità e di orgoglio, le scienze corrompono le anime dell'uomo, tanto maggiormente quanto più si sviluppa la scienza.
3- L'origine della disuguaglianza
Nel Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomoni, Rousseau dà conferma della sua convinzione dello stato di degenerazione in cui si trova l'uomo, delineando il percorso che, col passare del tempo, ha provocato la corruzione dell'animo degli uomini.
Rousseau sostiene che, nello stato di natura (che probabilmente non è mai esistito), l'uomo viveva felice di quanto offerto dalla natura, senza distinzioni di proprietà.
In seguito alle prime forme di aggregazione sociale, dove ognuno provvedeva a se stesso, gli uomini vivevano nell'epoca più felice dell'umanità, ma lentamente, con l'appropriazione della terra da parte di qualcuno, e soporattutto con lo sviluppo dell'agricoltura e della metallurgia, che portano alla divisione del lavoro, si creava la disuguaglianza delle fortune.
Ma il momento che viene indicato da Rousseau come il più terribile è la creazione del corpo politico, attraverso il contratto tra il popolo ed i capi da esso scelti, con il quali popolo e sovrani si impegnano a rispettare le leggi da loro stabilite.
Gli uomini dunque, nel momento in cui mettevano a frutto le proprie peculiarità che li distinguevano dagli animali, si stavano staccando dalla natura.
Un processo che, ad ogni progresso, era sempre più accentuato.
4- Il "Contratto sociale"
Rousseau non era spinto a proporre un ritorno all'originaria innocenza, ma piuttosto a stabilire i fondamenti di una nuova società, che deve essere organizzata secondo una associazione che protegga e difenda la persona ed i beni degli associati, ma nel tempo stesso ne garantisca la completa libertà.
Rousseau sostiene che il potere politico non possa essere fondato sulla sottomissione del popolo al sovrano, in quanto in questo modo il diritto alla libertà del singolo sarebbe alienato.
Egli è convinto della necessità del contratto sociale, che, pur non riportando l'uomo alla libertà naturale, del selvaggio, lo spinga ad unire le proprie forze attraverso l'associazione, alla quale tutti si devono sottomettere.
La volontà generale, alla quale l'uomo viene sottoposto, è determinata dall'unione dei singoli, i quali in questo modo partecipano al corpo politico dal quale nessuno viene escluso, garantendo così la libertà personale, e l'inesistenza della figura del sovrano.
5- Lo stato
Lo stato dunque, ente collettivo e di ragione, non è il sovrano o la somma delle volontà dei singoli (che tende all'interesse privato), ma è volontà generale, che tende all'utile pubblico.
Le leggi sono frutto della volontà generale, che ristabilisce così l'eguaglianza tra gli uominie la libertà civile, che è legata al rispetto per le leggi.
L'uomo così facendo abbandona la natura, ma non per entrare in uno stato di disuguaglianza sociale, ma in una società di uguali in cui si realizza moralità e ragione. Il patto sociale diventa così mezzo attraverso il quale l'uomo conquista la razionalità e la morale.
Se l'insistenza di Rousseau sull'uguaglianza portata dalla volontà generale, hanno fatto parlare di lui come del teorico della democrazia, la fermezza della sovranità generale, (che, per garantire l'interesse comune, deve esercitare un potere assoluto) l'ha indicato come teorico dell'assolutismo.
Se è vero che l'uomo, per l'assolutismo dello stato, deve limitare la propria libertà (indicata come libertà civile) in rapporto alla volontà generale, bisogna dire che solo in questo modo l'uomo è veramente padrone di sè, in quanto la mancanza di una figura alla quale sottomettersi (il sovrano), lo obbliga ad assolvere l'impegno assunto con la società.
6- L'educazione di Emilio
Se il Contratto sociale parla del rinnovamento della società, l'Emilio vuole tracciare un programma di educazione dell'uomo: quanto più difficile era la riforma dei costumi dello stato, tanto più lo era l'educazione del singolo, che imponeva l'instaurazione di una nuova didattica.
Senza interferire l'armonia naturale, che è buona, l'educazione deve essere sostanzialmente negativa, deve cioè agevolare la maturazione della conoscenza e della morale, senza interferire nello sviluppo naturale, ed isolando lo "scolaro" affinchè venga preservato dai vizi sociali.
L'educazione di Emilio ha successo in quanto egli, maturando, e dopo avere acquistato il concetto di proprietà, le prime conoscenze scientifiche e manuali, ha liberato la ragione e la capacità di giudizio, e, come naturale conseguenza, è nata in lui l'esigenza religiosa, che gli permette di cogliere Dio senza immagini antropomorfiche ma cogliendone la sola spiritualità.
7- La religione
Nella Professione di fede del vicario savoiardo, RSU enuncia i temi della sua religione, che lo avvicinano alla religione naturale illuministica, ma che si differenzia da essa in quanto è concepita come un sentimento, e non come qualcosa di razionale.
Per RSU infatti, la religione deve essere un sentimento intimo, che scopra Dio come essere intelligente, creatore e provvidente, la cui natura non può essere spiegata razionalmente, ma che può solamente essere percepita.
Altro cardine della religione rousseauiana è l'anima, che è un principio immateriale ed immortale, la cui immortalità è tale da permettere di stabilire, in un'altra vita, quell'ordine che in questa vita è turbato dall'oppressione dei giusti.
RSU distingue quattro tipi di religioni: la prima, che è una religione senza dogmi, celebrate nell'intimo della coscienza, è la religione dell'uomo.
Diversa è la religione del cittadino, che è legata ai culti ed ai riti che sono diversi per ogni paese.
Il terzo tipo è la religione del prete, (come il cattolicesimo), che spezza il potere in due parti, rendendo l'uomo soggetto a due poteri (stato e chiesa).
Vi è poi la religione civile, che si differenzia dalle altri in quanto imposta dallo stato che isola e dichiara asociale chiunque non vi aderisca, e che prevede l'esistenza della divinità, potente, intelligenze, benefica, che provvede alla felicità dei giusti ed alla punizione dei malvagi.
Filosofia: Voltaire- Rousseau 1/3

Esempio



  


  1. anastasia

    rousseau montesquieu voltaire la loro vita un piccolo riassunto