Rousseau

Materie:Appunti
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Testo

JEAN JACQUES ROUSSEAU

• Non più fede nel progresso e nella scienza, ma accusa alle arti e alle conoscenze scientifiche di aver provocato la corruzione dell’uomo che, invece, nel suo Stato di natura, viveva in una sorta di “età dell’oro”, in cui, essendo isolato, non poteva essere né buono, né cattivo, ma soltanto innocente critica ai giusnaturalisti e a Hobbes.
• Ricerca dell’uguaglianza e della comunanza dei diritti: l’uomo non può alienare alcun diritto: la società è un corpo sociale che rappresenta tutti i suoi componenti i quali hanno riposto tutti i loro diritti nella stessa comunità di cui sono partecipi. Il CONTRATTO SOCIALE è il momento in cui gli individui giungono consapevolmente e liberamente a costruire la società attraverso un patto di associazione e non di sottomissione. Concetto di VOLONTÀ GENERALE, che non è la semplice somma delle volontà particolari, ma è la volontà dei cittadini visti come corpo comune; seguendo la “volontà generale” si riesce a governare la politica attraverso la “sovranità”, che trova espressione nella “legge”.
Il compito dello Stato, per Rousseau, è quello di preservare le intrinseche libertà dell’uomo naturale, e garantirne la sicurezza e l'incolumità. Ma come si può giungere a ciò dopo che l’uomo ha abbandonato lo Stato di natura, e stipulato il contratto sociale? Il “governo” è un organismo che si trova in una posizione intermedia tra i cittadini e il corpo politico; esso decade ogni volta che il popolo si riunisce in assemblea, perché, in tale occasione, il popolo rievoca a sé tutti i poteri per la conservazione del patto sociale. Il “sovrano” è il depositario del principio di sovranità che possiede due diversi attributi: inalienabilità e indivisibilità: la sovranità non può essere alienata poiché essa è in stretta relazione con la volontà generale. Il sovrano può essere rappresentato solamente da sé stesso, poiché è un essere collettivo. Per i medesimi motivi, neppure la volontà generale e la sovranità possono essere divise.
Solo in casi eccezionali si può ricorrere a forme di particolare rigidità e fermezza creando realtà politico – istituzionali definibili con il termine di “dittatura”; in tal caso, la volontà generale non è affatto intaccata, poiché, come ha scritto lo stesso Rousseau, “E’ evidente che il popolo vuole innanzi tutto che lo Stato non perisca”.
• La ricerca della migliore forma di governo deve essere compiuta tenendo ben presente due principi fondamentali:
1) La libertà viene meglio preservata e difesa nelle comunità composte da un basso numero di individui;
2) Il numero dei governanti deve essere inversamente proporzionale al numero dei governanti, poiché quanto è maggiore il numero dei governanti, tanto è minore e più debole l'incisività risultante dall’azione del governo.

Tutte le 3 forme principali di governo, cioè quello monarchico, quello aristocratico, e quello democratico, sono legittime, poiché guidate dalla volontà generale e dalla legge, che è espressione della già citata volontà generale.
* La democrazia viene vista come una forma di governo insufficiente, in quanto non è mai esistita realmente in nessun luogo, poiché si tratta di un governo adatto agli dei, in quanto in esso è venuta meno la distinzione fra sovrano e popolo, e i 2 poteri devono restare, necessariamente, divisi.
* L’aristocrazia viene apprezzata nella sua accezione elettiva, e condannata, invece, nell’accezione ereditaria.
* La monarchia, infine, viene apprezzata per la forte vigoria che è in grado di esprimere, ma viene condannata in quanto può divenire illegittima, ossia espressione della volontà particolare, cioè dell’ambizione del potere di un singolo (pensiero assolutistico).

Ma come può uno Stato scegliere il tipo di potere esecutivo da adottare? Per gli Stati piccoli, vanno bene governi democratici, per gli Stati medi, quelli aristocratici, e per gli Stati di grandi dimensioni, quelli monarchici.
E quale criterio può essere utilizzato per verificare la bontà di un regime politico? Si avrà un buon governo in quelle realtà nelle quali il popolo aumenta di numero, senza bisogno di innesti ed interventi esterni.
• EDUCAZIONE NEGATIVA: secondo Rousseau, l’educazione dell’uomo è fondamentale, e va divisa in 3 fasi:
1) I° FASE (da 0 a 12 anni): poiché la conoscenza deriva dalle sensazioni, il bambino dovrà educarsi tramite la sua sensibilità nel gioco, nel disegno, nella musica, e nel canto. Nessun precetto deve essere insegnato.
2) II° FASE (da 12 a 15 anni): si inizia ad educare lo spirito. Si impara a leggere (primo libro: “Robinson Crusoe”), e a disciplinare la manualità con mestieri tipo la falegnameria.
3) III° FASE (da 15 a 20 anni):
a) Grazie all’esempio diretto del precettore, spirito sociale e sentimento morale del ragazzo maturano. Nasce naturalmente l’interesse per la Storia;
b) Si sveglia il sentimento religioso. La religione insegnata sarà quella naturale (Dio esiste – la sua casualità e provvidenza verso il mondo – l’esistenza, l'immaterialità, e l'immortalità dell’anima).

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