Pensiero filosofico di Platone

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Testo

Platone: il pensiero filosofico
Platone è uno dei più grandi filosofi dell’antichità. La scoperta di una realtà oltre a quella che percepiamo ha conferito a tutta la filosofia di Platone un’impronta dualistica, basata su due principi opposti.
Un avvenimento politico, la condanna a morte del maestro Socrate, ha causato l’allontanamento di Platone dalla vita politica attiva; ciò non significa però l’abbandono della riflessione politica, che rimarrà uno dei nuclei centrali del pensiero platonico.
Dialogo e mito
Platone si può ritenere l’inventore del genere letterario filosofico del dialogo. I dialoghi platonici sono ideali, non realmente avvenuti, e solitamente presentano due interlocutori, di cui uno è Socrate. Platone ritiene il dialogo l’unico modo di esprimere ad un pubblico il più vasto possibile il senso della filosofia. Oltretutto il dialogo, e quindi l’oralità, è l’unico mezzo per raggiungere la verità. Se i dialoghi vengono messi per iscritto è solo per poterli ricordare meglio.
Ma anche il mito ha grande importanza per Platone. La filosofia in generale richiede una spiegazione razionale, che però risulta insufficiente a cogliere la totalità pertanto il mito può offrire il completamento della ragione, per comprendere ciò che non può essere spiegato razionalmente.
Metafisica
Platone è considerato il fondatore dello studio sulla metafisica (meta-ta-physica), da lui considerata ciò che sta oltre la realtà sensibile. Platone sostiene che il principio del mondo che ci circonda non debba essere ricercato nel mondo stesso, perché esso non è causa di se stesso dunque la causa originaria. Il principio del mondo deve allora essere una realtà opposta a quella che noi percepiamo. Pertanto Platone chiama il mondo in cui viviamo mondo sensibile e il principio che è causa del mondo sensibile ma che non gli appartiene mondo soprasensibile.
Per far comprendere meglio l’importanza della scoperta del mondo soprasensibile, Platone utilizza un esempio tratto dal linguaggio marinaresco: la metafora della seconda navigazione. La navigazione solo con le vele (prima navigazione), non mi permette di intraprendere il viaggio in assenza di vento, mentre la seconda, che utilizza anche i remi, mi lascia andare più lontano. Così la scoperta del mondo soprasensibile permette di accedere a realtà fino allora sconosciute.
Dualismo ontologico
-Dualismo perché ci sono due realtà contrapposte. Ontologico, da ontos (essere) e logos (discorso) significa studio dell’essere.-
Le cause del mondo sensibile si trovano, quindi, nel mondo metafisico. Devono pertanto esistere due tipologie di essere, di realtà: la realtà sensibile, che ha le caratteristiche dell’essere eracliteo (è imperfetta e soggetta a movimento e mutamento), e la realtà soprasensibile (caratteristiche dell’essere parmenideo essendo intelligibile, immutabile, perfetta).
Dal dualismo ontologico derivano il dualismo gnoseologico e il dualismo antropologico.
L’idea
L’idea è essere soprasensibile, e il mondo soprasensibile è un insieme di idee. Idea significa forma, modello, paradigma ed esse sono infatti il paradigma, il modello del mondo sensibile. Le cose del nostro mondo sono una copia imperfetta delle idee; la copia è stata effettuata da una figura mitologica, il Demiurgo, per imprimere ordine al mondo sensibile. La riproduzione è stata però imprecisa, tanto che il mondo sensibile ha caratteristiche diverse da quello delle idee.
Nel rapporto tra le idee e le cose Platone parla di metessi (partecipazione del mondo sensibile a quello ideale), mimesi (il mondo sensibile imita quello ideale) e parusia (nel mondo sensibile è presente quello ideale).
L’idea è assoluta. Nel mondo sensibile ci sono cose che, ad esempio, partecipano al concetto di grandezza o piccolezza, essendo più o meno grandi, ma ciò che si trova nel mondo delle idee è il concetto di grandezza che non muterà mai. L’idea è quindi il modello unico e perfetto delle cose molteplici e imperfette del mondo sensibile.
L’idea è poi invisibile e può esser raggiunta solo con il livello più alto della conoscenza. Ci sono diversi tipi di idee: le idee valori, che corrispondono ai principi etici, estetici e politici; le idee matematiche, le basi del pensiero matematico; le idee riferite a tutte le altre realtà sensibili.
Tutte le idee sono ingenerate, anche se tutte derivano dall’idea di Bene,chiamato anche Uno. L’Uno è un principio determinato e limitato, e la Diade, che è il suo opposto, gli è inferiore perché è illimitata (influsso del pitagorismo dove il finito è perfetto). L’Uno agisce sulla Diade delimitandola e dotandola di unità. Ogni idea è quindi il risultato dell’azione dell’uno sulla Diade. Essi, che sono i due principi originari, sono presenti in ogni idea. Le idee risiedono nell’iperuranio, cioè “luogo al di là del cielo”, da hyper (oltre) e ouranos (volta celeste).
Dualismo gnoseologico
Deriva da gnosco o gignosco (conoscere). Platone afferma che la conoscenza è anamnesi, ricordo di ciò che l’anima ha visto nell’iperuranio quando era disincarnata. Una volta nel mondo sensibile, a contatto con le cose sensibili, l’anima ricorda ciò che ha visto, riportando alla mente l’idea corrispondente alla cosa. Ma la conoscenza è anche una sorta di innatismo, perché non deriva dall’esperienza ma da un metro di giudizio preesistente. Essa si divide in conoscenza del mondo sensibile (doxa), e in conoscenza del mondo ideale (episteme).
Dualismo antropologico
Da antropos (uomo). Per Platone l’anima viene collocata nella dimensione ideale, avendo le caratteristiche del soprasensibile, mentre il corpo è materia. Il dualismo antropologico trova giustificazione nell’orfismo, ovvero la teoria che indica l’anima come principio vitale; essa è imprigionata nel corpo, inteso come prigione dell’anima, perché la stessa è superiore al corpo.
Poste le basi della dottrina delle idee, della metafisica e da ciò che ne deriva, Platone, attraverso l’etica, indica il cammino che gli uomini dovrebbero percorrere per abbandonare la prospettiva sensibile, sia a livello antropologico, vivendo in funzione dell’anima, sia a livello gnoseologico.
Escatologia ed etica
L’escatologia si occupa del destino dell’anima dopo la morte. L’anima è essere soprasensibile e quindi immortale pertanto, dopo la morte del corpo e prima di una successiva reincarnazione, vive disincarnata nell’iperuranio, dove contempla le idee.
L’etica si chiede in cosa consista la virtù. Il fondatore dell’etica è Socrate, ma l’etica platonica è innovativa perché vi è la prospettiva metafisica. Platone dice che l’uomo per essere virtuoso, e quindi saggio, deve condurre una vita perfetta, vivendo in funzione dell’anima e del mondo ideale senza essere legati alla materialità e al mondo sensibile. Elevandosi al mondo metafisico si giunge anche alla conoscenza ideale. L’anima potrà così vivere più tempo disincarnata nell’ iperuranio dove, secondo il mito di Er, contemplando la totalità delle idee per un tempo maggiore, ha più possibilità di compiere una scelta giudiziosa nella decisione delle reincarnazione successive, sperando in un corpo sempre migliore e alla fine nella cessazione delle reincarnazioni stesse.
Politica
Coloro che hanno vissuto in funzione del mondo metafisico sono gli eletti da Platone per governare il suo Stato ideale. La politica platonica contenuta nella Repubblica mira infatti alla costituzione di uno Stato ideale basato sulla giustizia, la condizione fondamentale alla nascita e alla vita di uno stato. Esso deve essere diviso in tre classi: i governanti (i filosofi), i guerrieri e tutti gli altri cittadini. La saggezza deve essere propria della classe dei governanti, il coraggio deve appartenere a quella dei guerrieri, mentre la temperanza, come accordo tra governanti e governati, è propria di tutte le classi. Platone paragona lo Stato all’anima umana. Anch’essa è divisa in tre parti: quella razionale, cioè la ragione (saggezza), quella irascibile (coraggio) e quella concupiscibile che è il principio di tutti gli impulsi del corpo. Anche in questo caso la temperanza è l’accordo delle parti su chi deve comandare.
La giustizia si realizza quando ciascun individuo svolge il proprio compito all’interno dello Stato ma anche quando ogni parte dell’anima si attiene alla propria funzione. Essa è quindi ciò che garantisce l’unità dello Stato e dell’individuo, quindi l’accordo dell’individuo con la comunità. Una persona appartiene ad una certa classe a seconda della parte dell’anima che prevale. Se ad esempio prevale la parte razionale l’individuo sarà portato ad essere un governante.
Le classi dominanti non devono pesare solo al proprio bene ma al bene comune, pertanto si può parlare di “comunismo” platonico. Viene così abolita la proprietà privata, e non devono esistere né la ricchezza né la povertà. Anche la famiglia deve essere abolita in quanto ostacolo all’interesse comune. Il compito di generare figli spetta a donne liberate da qualsiasi legame, perché nessuna donna può più essere presa in moglie. Genereranno figli periodicamente e abbinate casualmente a uomini diversi; i figli stessi, appena nati, saranno tolti ai genitori e cresciuti dall’intera comunità, senza mai venire a sapere da chi sono nati. Uomini e donne parteciperanno parimente alla vita dello Stato senza differenze di sesso.
Lo Stato concepito da Platone può essere considerato una sorta di aristocrazia nella quale comandano i migliori per virtù, saggezza e valore. Ma Platone è anche consapevole che lo Stato che ha ideato non esiste e non esisterà mai in nessun luogo; si può pertanto parlare di un’utopia.
Finalità politica della filosofia di Platone
La filosofia di Platone può essere sintetizzata nel mito della caverna, uno dei più noti della Repubblica. Soprattutto troviamo in esso la finalità politica del platonismo: realizzare una comunità giusta e felice che vede al comando i filosofi, i quali mettono a disposizione dello Stato le loro conoscenze.
Così nel mito della caverna lo schiavo che, dopo aver scoperto il mondo fuori dalla caverna, torna dai suoi compagni per renderli partecipi di ciò che ha visto, è il filosofo che mette le sue conoscenze a disposizione degli uomini, anche a rischio della propria vita, perché spesso, per le sue idee, viene scambiato per pazzo.
La critica al relativismo e la finalità politica della teoria delle idee
Per il relativismo sofistico e di Protagora la realtà era relativa, e l’uomo ne era il metro di giudizio; si negava pertanto ogni valore assoluto e oggettivo. Platone afferma invece l’esistenza di verità assolute e universali, le idee, le quali forniscono agli uomini le regole del pensare e del vivere. Il relativismo conoscitivo e morale che, quindi, produrrebbe inevitabilmente disordine e violenze, si può superare con la dottrina delle idee, che è utilizzata da Platone come strumento capace di consentire agli uomini di allontanarsi dal caos delle opinioni e garantire pace e giustizia. Tutto ciò implica che siano i filosofi a governare lo Stato.
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Esempio



  


  1. GIADA

    DIFFERENZE FRA IL PENSIERO DI SOCRATE E IL PENSIERO DI PLATONE