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Categoria: | Filosofia |
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Testo
NIETZSCHE
LA CONCEZIONE TRAGICA DEL MONDO
FILOLOGIA E FILOSOFIA
“La nascita della tragedia” > opera frutto degli studi filologici compiuti come docente di filologia classica all’università di Basilea. Presenta tuttavia un contenuto filosofico influenzato dal pensiero di Schopenhauer. Già nella sua precedente produzione N. aveva rifiutato la filologia accademica per la filosofia. La filologia infatti, incapace di guardare al passato in modo vivo e creativo, lo riduce a semplice oggetto di studio. In particolare egli critica la visione filologica del mondo greco, secondo la quale le opere armoniose, misurate, serene dei greci erano tali perché riflettevano il loro stesso spirito.
Questa visione è sbagliata per due motivi:
- si guarda solo ad un certo tipo di arte
- si ferma l’antichità nel momento della sua decadenza quando lo spirito greco ha ormai smarrito le sue radici vitali che ne contraddistinguevano le sue origini > queste, per N., sono ancora presenti nella musica e nella religione.
INFLUENZA DI SCHOPENHAUER
La riflessione sulla vita, centrale nel pensiero di N., vede molto forte l’influsso della filosofia di Schopenhauer che vediamo chiaramente nella Nascita della tragedia.
Da Schopenhauer prende la visione di un mondo governato dal principio del dolore in cui la vita umana, priva di un senso trascendente in grado di darle una spiegazione, si rivela un semplice istante destinato alla morte. Unico modo per liberarsi dal dolore è quello di cessare di voler vivere al quale tuttavia N oppone un principio diverso, la coraggiosa accettazione del dolore ben espressa dai valorosi eroi della tragedia greca.
Nel tragico egli vede il lato terrificante dell’esistenza che non si risolve però in disperazione e rassegnazione ma in un’inevitabile accettazione dell’irrazionalità dell’esistenza, l’amore per ciò che è problematico e terribile, l’amore cioè per la vita.
La lettura della tragedia di N ingloba così temi del vitalismo romantico.
LA LETTURA DI GOETHE E LA MUSICA DI WAGNER
Questa impostazione trova conferma nell’opera di Goethe > da questo riprende gli atteggiamenti paganeggianti e anticristiani, il motivo della celebrazione positiva della vita e la concezione dell’uomo come misura di tutte le cose.
Vita = volontà = forza espansiva infinita.
La vita distrugge ciò che crea e porta doloro ma non per questo bisogna rinunciare alla vita ma biosogna rispondere con più crudeltà, con più vita.
Sul tema della vita influisce inoltre al concezione musicale di Wagner > musica = arte dell’interiorità, esprime l’inesprimibile, l’immediato. È specchio della vita dei sensi e quindi la forma d’arte più lontana dal concetto. > questo blocca la vita mentre la musica spezza i vincoli della ragione e riporta la vita alla sua condizione originaria di creatività e produttività.
Solo nell’arte della musica e della vita vissuta in modo artistico l’uomo può cercare una via di salvezza.
SPIRITO APOLLINEO E SPIRITO DIONISIACO
Filosofia di N formulata attraverso categorie estetiche.
Secondo una visione romantica > arte = in grado di spiegare l’essenza della vita, del mondo.
Categoria del tragico = dimensione caratteristica della realtà > in questa concezione artistica, filosofia della vita e interpretazione dello spirito greco vengono a coincidere.
Essenza del mondo = tragicità > tragedia greca = opera d’arte in grado di aprire alla comprensione dell’essere stesso.
Per esprimere la propria concezione estetica N ricorre alle figure del mito greco.
Tragedia = massima espressione culturale del mondo greco perché in essa vi sono 2 grandi forze che animano lo spirito greco:
1) APOLLINEO
2) DIONISIACO
Sviluppo dell’arte greca è legato al dualismo di questi elementi > esimono il contrasto tra gli opposti che rappresenta il fondamento della vita.
- APOLLO = dio di luce e chiarezza, di misura e forma > simboleggia inclinazione plastica, forma perfetta che si esprime nella scultura e nell’architettura.
- DIONISO = dio della notte, dell’ebbrezza, del caotica, dello smisurato > simbolo dell’energia degli istinti è liberazione e abbandono. Si esprime nella musica che genera passione.
Nella tragedia questi due elementi si fondo nella perfetta armonia costituita dal canto e dalla danza del coro e dall’azione drammatica.
ORIGINE DIONISIACA DELLA TRAGEDIA
Ala visione classicista del mondo greco, N contrappone una visione in cui il dionisiaco assume un ruolo prevalente. Egli sostiene che origine della tragedia sia proprio la componente dionisiaca.
La sensibilità greca per N avverte con profondità la tragicità della condizione umana: la finitezza della vita, l’essere un semplice momento del ciclo vita / morte sul quale l’uomo non ha nessun potere.
Il contrasto tra apollineo e dionisiaco esprime il sistema di impulsi che agiscono all’interno del singolo individuo > apollineo = illusioni, sogni che rendono sopportabile la vita racchiudendola in forme stabili e armoniche; dionisiaco = uomo nella tragicità della sua condizione, la vita come gioco crudele di vita e di morte. È esperienza del caos, esprime dolore ma nello stesso tempo gioia perché Dionisio è forza generatrice.
Nel dionisiaco l’uomo si libera dalle illusioni e si accorda con la sua natura che è vitalità. Nell’esperienza artistica della tragedia l’uomo dunque trova una via di salvezza, un modo per riscattarsi trasfigurando la vita in un opera d’arte.
SOCRATE E LA MORTE DELLA TRAGEDIA
Intera storia occidentale = decadenza > comincia con Socrate. La tragedia muore quando il pensiero greco, con Socrate, pretende di racchiudere i concetti dell’esistenza imponendo alla vita il primato della ragione. N interpreta l’età di Socrate come un’età di decadenza che perde il suo nesso vitale con il mondo del mito e in cui si chiude l’epoca di Dioniso. All’uomo tragico si sostituisce quello teoretico che con la forza della ragione e della scienza si dedica a costruire un mondo fatto di apparenze per affermare il suo dominio sulla vita. Spinto dal bisogno di sicurezza, dall’esigenza di rendere tollerante il disordine della vita aderisce alla mentalità socratica secondo la quale al giusto non può accadere nulla di male.
CONCEZIOINE TRAGICA DEL MONDO
La tragedia muore con Euripide e Socrate tuttavia la tragicità rimane dimensione ineliminabile della vita.
La tragicità sopravvive al tentativo di Socrate e del cristianesimo di costruire filosofie antitragiche finalizzate a nascondere ciò che di tragico c’è nelle cose imponendo una visione ottimistica che impone al mondo un ordine razionale.
N vede un possibile fallimento di questa pretesa nella cultura del suo tempo. Vede un possibile ritorno della tragedia nel dramma musicale di Wagner. > questa riassume gesto, parola e musica ed è opera d’arte completa all’altezza della tragedia antica.
Nell’arte e nella musica l’esistenza trova un’espressione adeguata e può venir trasformata in esperienza vitale, in riappropriazione della gioia e del dolore della vita.
LA CONCEZIONE DELLA STORIA
CRITICA DELLA DECADENZA OCCIDENTALE
Temi della Nascita della tragedia si arricchiscono nell’opera Considerazioni inattuali.
Il progetto di una rinascita della cultura tragica spinge N alla critica della civiltà occidentale.
Il suo obbiettivo non è tuttavia una cultura diversa e nuova, un progetto di civiltà alternativa, ma è quello richiamarsi alle forze sane e creative della cultura che sappiano interpretare un momento critico.
Nascita della tragedia > rappresentazione del mondo attraverso la grecità dell’età tragica nel suo fondamento mitico, nella sua energia creativa, nella totalità del suo stile artistico. > questa concezione diventa ora misura di giudizio della cultura del suo tempo.
N vede nell’artista wagneriano e nel filosofo schopenaueriano i protagonisti della rinascita della cultura tragica nel mondo contemporaneo.
Progetto di rinascita che ha per protagonista la figura ascetico eroica del genio. Ricercando la verità possiede una saggezza che è una grande illuminazione dell’esistenza. Si sforza di conoscere tutto per il suo doloroso amore per il vero. Consacrato a questa verità, l’intuizione della tragicità della vita, diviene strumento di una finalità sovraumana, è manifestazione del destino.
MALATTIA STORICA DELLA CULTURA EUROPEA
Più importante tra le Inattuali è Sull’utilità e il danno della storia per la vita.
L’inattualità è per N un pregio e non un aspetto negativo perché gli permette di osservare dall’esterno il proprio tempo e giudicarlo.
Egli intende come colpa e difetto della sua epoca qualcosa di cui questa va invece fiera: la formazione storica. La storia è da coltivare solo quando è utile alla vita. C’è un lato di questa che invece intristisce e degenera la vita.
N critica uno dei tratti fondamentali dell’800 = lo storicismo = malattia dell’800. Sintomi = eccessivo legame con il passato e atrofizzazione di ogni elemento creativo e attivo.
> gli uomini si riducono a vivere solo nel passato non avendo più stimoli a creare una nuova storia. > un popolo, una civiltà dominati dalla mentalità storiografica sono destinati a decadere > convinti che niente potrà più accadere perché tutto è già deciso perdono l’impegno per il futuro > costituito interamente dalla sua relazione con il passato l’individuo perde il suo ruolo di protagonista nel presente.
IL DANNO DELLA STORIA DELLA VITA
Con lo storicismo la personalità dell’uomo viene indebolita.
Lo sviluppo delle conoscenze storica hanno dato all’uomo una cultura immensa che egli non riesce più a digerire. Uomini = enciclopedie ambulanti. L’uomo moderno perde il contatto con la propria interiorità. = decadenza dell’uomo occidentale ridotto a passivo osservatore degli eventi.
Per N invece bisogna vivere e agire in modo non storico. È necessario l’OBLIO, l’arte di dimenticare così da poter agire secondo una sorta di incoscienza senza la quale non c’è felicità ma solo paura. Bisogna vivere il presente dimenticando il passato per raggiungere la felicità.
La storia e la conoscenza tuttavia non sono del tutto inutili, ma risultano anche necessarie alla salute dell’individuo quando siano al servizio della vita e non fini a sé stesse.
LA STORIA MONUMENTALE, ANTIQUARIA E CRITICA
3 modi fondamentali di porsi in un rapporto non dannoso con la storia. > 3 forme di storiografia, ognuna delle quali presenta tuttavia dei rischi che vengono compensati dalle due forme rimanenti.
1. STORIOGRAFIA MONUMENTALE > atteggiamento di chi è attivo, ha aspirazioni, fa progetti. > celebra i grandi momenti della storia passata. Serve all’individuo che aspira alla felicità e che cerca dei grandi maestri. La grandezza una volta possibile è possibile anche nel presente. Porta alla celebrazione, all’emulazione, al superamento.
Questa è soggetta tuttavia a dei rischi > quello di falsare il passato, di mitizzarlo per renderlo degno di imitazione. In questo caso inganna e porta a un danno, una limitazione, un freno.
2. STORIA ANTIQUARIA > propria di una specie umana conservatrice ha come scopo la tutela della tradizione. Gli uomini si ritrovano nella propria città e nella propria stirpe reagendo così alla caducità dell’esistenza. > questa diventa negativa quando diviene puro collezionismo, quando mummifica la vita inaridendo il presente e rivelandosi incapace di creare il nuovo.
3. STORIA CRITICA > assume il presente come unità di misura per giudicare il passato. Bisogna rifiutare ciò che è irrecuperabile, negarlo in funzione della vita. La vita però deve porsi grandi compiti per il futuro per poter guardare al passato > è necessaria una volontà di futuro. Altrimenti il sapere storico diventerebbe un peso morto e un pericolo per la vita > l’uomo imparerebbe dalla storia solo la rassegnazione.
LA FASE ILLUMINISTICA
DALLA DISSERTAZIONE ALLO STILE DELL’AFORISMA
A causa della follia N è obbligato ad abbandonare l’insegnamento universitario. In questo periodo nuovo opera > Umano troppo umano, Un libro per spiriti liberi.
A partire da questa muta il corso della propria riflessione. Insieme si trasforma anche il linguaggio che esprime le sue riflessioni. > dalle forme tradizionali della filosofia, saggio e dissertazione, passa ad una scrittura frammentata, provocatoria e tormentata = AFORISMA.
Lo stile diviene più aggressivo e polemico, il tono quello dell’ironia e dell’invettiva.
La scrittura aforistica si caratterizza per l’ambiguità che spinge il lettore alla libertà di pensiero ed elimina le facili certezze.
DISTACCO DA WAGNER E SCHOPENHAUER
Periodo segnato dalla rottura con gli eroi della giovinezza. Si libera dalla metafisica ( schopenhauer) e dall’arte ( Wagner) e cerca una nuova e più propria espressione. N infatti si era già precedentemente staccato dalla visione pessimistica di Schopenhauer e, in seguito all’incontro con il cristianesimo di Wagner, che gli appare come un tradimento, si distacca anche da questo.
Questa rottura assume a sua volta un significato filosofico > il rinnovamento della cultura non può più essere cercato sul piano estetico, con l’arte.
Decisive a determinare i nuovi orientamenti sono le letture scientifiche di fisica, psicologia, antropologia.
LA SCIENZA COME MODELLO DI ANALISI CRITICA
All’arte subentra dunque la SCIENZA. Arte si presenta ora come un’illusione che la scienza deve smascherare. Non è più vista come forza in grado di portare la civiltà fuori dalla decadenza ma appare come educazione di un’umanità superata. Quella che l’artista esprime è una moralità debole che si richiama al mondo passato ed è dunque concezione puramente mitica di fronte alla quale si pone una spiritualità più matura incarnata dalla cultura scientifica.
Scienza è tuttavia per N l’analisi critica, l’esercizio del dubbio, la diffidenza metodica. > ciò che rende la scienza diversa dall’arte non è una maggiore oggettività.
V manca un pezzetto…
CARATTERE ILLUSORIO DELLA METAFISICA
N attacca violentemente la metafisica > filosofia che duplica il mondo, immaginando una realtà a sé dentro i fenomeni. Tutto invece è apparire e nulla può portarci alla cosa n sé. Il sovraumano, il metafisico è un’illusione, è un errore della ragione che non può avere pretese di verità. Le ipotesi metafisiche e religiose sono frutto di un inganno che l’uomo si è creato volontariamente e a cui si appella per sopportare la caducità della propria esistenza.
VITA COME LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA
N condanna anche la morale in quanto sottomette la vita ai valori presenti, che hanno radice invece nella vita stessa.
Vita = esplosione di forme. > valori morali = bloccano l’esistenza e negano la vita.
Occorre dunque riportare la filosofia a quei filosofi greci che si interrogavano su come poteva nascere una cosa dal suo opposto e cercavano gli elementi semplici delle cose.
La metafisica invece ha negato che le cose potessero nascere dal loro opposto e ha affermato idee e valori che avevano un’origine superiore.
N al contrario smaschera queste false illusioni e riafferma la radice umana dei sentimenti. > dietro a ogni ideale si scopre così il suo opposto: l’altruismo maschera egoismo, la verità la falsificazione. L’uomo agisce perché spinto dall’istinto di conservazione per procurarsi piacere e fuggire il dolore.
LO SPIRITO LIBERO E L’AMORE PER LA VERITA’
È possibile tuttavia un’umanità libera dalle illusioni e protagonista di questa riforma morale è lo spirito libero. > non crede ciecamente nella ragione, diffida e pone interrogativi; è il grande scettico: non è assoggettato ai valori imposti dalla civiltà, non indietreggia di fronte a nulla, è audace e gioioso, va a caccia della verità ma senza illusioni.
Il suo mondo è organizzato sul principio della grande scienza; la sua etica è il coraggio e la responsabilità.
Attraverso questa figura N focalizza la grandezza dell’esistenza: la vita dell’uomo ha valore per i grandi progetti che è capace di esprimere.
È tuttavia una figura di passaggio poichè N è ancora alla ricerca di un pensiero definitivo.
LA GAIA SCIENZA
Nelle opere della fase illuministica materiali e spunti sono accumulati in maniera disordinata e non hanno contenuto sistematico.
La Gaia scienza > opera in cui N trova un’ultima serenità interiore.
Sottratto al dominio della religione , della morale, della metafisica lo spirito libero può intendere la vita come esperimento.
Uomo occidentale > si è perduto perché ha posto la sua vita al servizio della morale, di Dio
Spirito libero > conquista la propria esistenza, inventa la propria condotta. Non più sottomessa la sua vita diventa libera.
La sua scienza è gaia perché non ha la serietà del concetto > il suo stato d’animo si abbandona all’ebbrezza, alla danza dionisiaca.
Egli tuttavia non smarrisce tuttavia il senso storico > nella sua spiritualità esprime l’intera storia dell’umonità assunta come propria.
Felicità dell’uomo = forza di portare con sé il passato.
IL SUPERUOMO
LA MORTE DI DIO E LA CRISI DEI VALORI
Aforisma 125 della Gaia scienza > l’uomo folle annuncia la morte di Dio.
Concetto non ha per N alcun significato psicologico > non significa che gli uomini non credono più in Dio.
Ha valore di una constatazione > non c’è più nessun dio che ci può salvare, oltre gli uomini c’è il nulla.
Dio muore perché il mondo moderno è investito da una crisi che ha portato l’umanità nell’angoscia.
Proclamando la morte di Dio N riassume il fatto che il mondo moderno è dominato dal nichilismo. Il fatto che gli ideali e i valori su cui, con il cristianesimo, la civiltà europea ha costruito la propria regola di comportamento hanno rivelato il nulla che è ha fondamento del mondo.
La morte di Dio è segno della tragicità del tempo. Con essa la terra si snatura,, l’umanità, priva di fondamento, va verso la decadenza. Se dio è morto non ha più senso parlare di morale, chiedersi da dove venga l’uomo e dove stia andando.
NICHILISMO
Il termine svolge prima di tutto una funzione diagnostica > designa la condizione pessimistica e passiva di un umanità che non trova più il senso delle cose. L’uomo riconosce l’insensatezza del mondo e sviluppa un sentimento di perdita e di dolore nei confronti della vita.
N > nuova posizione > nel corso della civiltà metafisica e morale hanno perso la loro necessità > l’essere si avvicina al nulla.
All’uomo resta solo da diventare esso stesso dio > nichilismo attivo, di cui è protagonista un uomo superiore che non si accontenta di assistere alla crisi degli ideali tradizionali ma se ne fa personalmente il promotore preparando l’avvento di una nuova umanità, di una nuova storia.
Fine della fase illuminista.
LA FILOSOFIA DI ZARATUSTRA
Nuova opera > Così parlò Zaratustra. > pensiero di N trova un compimento.
Tre insegnamenti fondamentali che Zaratustra intende donare agli uomini:
1 SUPERUOMO
2 ENTERNO RITORNO DELL’UGUALE
3 VOLONTA’ DI POTENZA
spirito libero = uomo di vita libera e coraggiosa > superuomo = realizzazione estrema dello spirito libero.
SUPERUOMO > sta al di là dell’uomo presente come questo sta al di là della scimmia. L’uomo superiore è la tappa successiva che l’umanità deve compiere.
Concetto che ha dato vita a interpretazioni fuorvianti > lettura avviata dalla sorella e poi ripresa dal nazismo che fa di N un precursore della dottrina della razza.
Filosofia N > no cardine di una concezione scientifica di tipo evoluzionistico.
CRTICHE ALL’EVOLUZIONSMO, AL CRISTIANESIMO, ALL’IDEALISMO
Passaggio da uomo a superuomo = no evoluzione che designa una razza di individui superiori.
Obiezioni all’evoluzionismo:
- spesso sono i deboli e non i forti a prevalere nella lotta per la vita
- nella società umana non si è formata un’elite che costituisce progresso nei confronti della massa > anzi in realtà c’è una regressione rispetto al passato,.
Responsabile di questa fede nel progresso = cristianesimo > concezione di provvidenza e idealismo, specie quello hegeliano > idolatria della storia che conduce erroneamente a concepire il processo storico come sviluppo vittorioso di valori considerati come migliori.
DIONISO CONTRO CROCEFISSO
SUPERUOMO = figura luminosa, uomo che dona virtù, eroe affermatore per eccellenza > ha una disposizione dionisiaca verso la vita, animato da un fatalismo gioioso e fiduciose, temperata però da una sorta di coraggioso pessimismo.
➢ pecca di ubris perché ha l’indifferenza di chi è al di là del bene e del male.
Uomo del grande amore e del grande disprezzo, spirito creatore che salverà l’umanità dal nichilismo.
H del barbaro vigore e intensità di istinti che integra in un ordine superiore risultato dell’educazione greca alla libertà.
Superuomo = senza morale in quanto precristiano > Dioniso contro crocefisso.
Il superuomo si caratterizza per la sua fedeltà alla terra. Dio è morto > unica realtà è ora la vita terrena. occorre fare ritorno alla terra ed esser fedeli rifiutando l’illusione di un esistenza ultraterrena. Consapevole della perdita dell’aldilà il superuomo si volge alla terra con lo stesso senso di appartenenza che l’uomo prima dedicava al mondo divino.
Il legame con la terra è occasione di guarigione > nella terra l’uomo ritrova la sua natura originaria.
Terra al posto di Dio.
Superuomo = uomo di questo mondo, sa dire di sì alla vita , la sua grandezza sta nel saper accettare la vita come transizione e tramonto.
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