Nicola Cusano

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

Nicola Cusano (1401-1464)
Nasce nel 1401 a Cusa : piccolo borgo nella vicinanze di Treviri (Germania).
Studia a Heidelberg e poi a Padova, dove ha come amico Paolo Toscanelli: un importante fisico, astronomo che gli ha trasmesso grande interesse per la matematica.
Studia legge ma, finiti gli studi, perde la sua prima causa, di fronte a questa grande delusione decide di farsi sacerdote.
Il cardinale Giuliano Cesarini (suo maestro nel periodo di Padova) lo invita al concilio di Basilea, dove si decide che avrebbe trascorso un periodo in Grecia. Nel periodo di permanenza in Grecia acquisisce grande familiarità col greco per cui inizia a leggere le opere di Platone.
Tornato in Italia diventa cardinale nel 1448 e poi vescovo di Bressanone (Tirolo) nel 1450.
Muore a Todi nel 1464.
Opera principale: La dotta ignoranza (è volutamente una contraddizione).
Tema fondamentale: GNOSEOLOGIA, tema classico della filosofia (vedi Menone). Per Cusano conoscere qualcosa significa fare una relazione tra ciò che è noto e ciò che è ignoto.
Tutti noi abbiamo un bagaglio di conoscenza e dobbiamo apprendere nuove cose. Il processo di acquisizione di una conoscenza è quello di cercare una relazione tra una nuova cosa ed una cosa che conosciamo bene (esempio della città), ma questo non è sempre possibile: se ritroviamo in una situazione molto lontana dalle nostre conoscenze non riusciamo a stabilire alcuna relazione o comunque questa relazione è difficilmente istituibile, se invece una nuova cosa è vicina al nostro sistema di conoscenze la relazione è facilmente istituibile.
La dotta ignoranza
È un grande esempio del neoplatonismo umanistico rinascimentale.
Parla di :
➢ Conoscenza
➢ Dio
➢ Infinito
Cusano aveva avuto una certa competenza di minimo e massimo:
• Massimo dico ciò di cui non ci può essere niente di più grande (La dotta ignoranza, libro I, cap. II)
• Parla di massimo pensando alla matematica
• Distingue tra:
• Massimo ASSOLUTO: è il massimo rivolto alla totalità
• Massimo RELATIVO: è il massimo in una categoria, all’interno di un determinato ambito
Cusano dice che nella sua opera vuole occuparsi di MASSIMO ASSOLUTO.
Mi affaticherò a lungo in questo libro a cercare un tale massimo che è Dio, in cui credono fermamente tutti i popoli al di là dei mezzi della ragione umana (La dotta ignoranza, libro I).
Quando gli esseri umani parlano di Dio, parlano di massimo assoluto.
È chiaro che dove è dato da trovare un eccedente e un eccesso non si è giunti al massimo puro e semplice, perché sono finite sia le grandezze eccedenti che quelle eccedute. Un massimo di tal fatta è di necessità infinito (La dotta ignoranza, libro I).
Se un massimo è incrementabile (ci sono delle eccedenze) non è il massimo.
Ogni grandezza è finita, è rappresentabile con un numero → è concettualmente incrementabile e dunque non è il massimo, il massimo assoluto è INFINITO.
Dio, essendo il massimo assoluto, è infinito e dunque La dotta ignoranza è un trattato su Dio e sull’ Infinito.
È possibile conoscere l’ infinito?
Egli usa alcune metafore matematiche per esprimere il suo pensiero (libro I, cap. XIII e seguenti).

Questo poligono può essere inscritto in una circonferenza. La superficie del cerchio è maggiore di quella del poligono. Se noi aumentiamo il numero di lati del poligono inscritto la sua superficie aumenta ma non sarà mai uguale a quella del cerchio → ci sarà sempre un’eccedenza (metafisica gnoseologica).
→ Il finito tende all’ infinito, l’ essere umano tende a cogliere l’ Infinito, ma nonostante i suoi sforzi non riuscirà mai a coglierlo totalmente, ci sarà sempre un’ eccedenza. C’ è uno scarto, una sorta di lacuna, dell’ignoranza sul tema dell’ Infinito. La consapevolezza di questa ignoranza è la dotta ignoranza: Dio è un ente infinito, trascendente che va al di là della conoscenza umana. (ritorna Platone)
LA COINCIDENZA DEGLI OPPOSTI:
Dio è coincidenza degli opposti; infatti egli è al di là delle ragioni → al di là del principio di non contraddizione ┐(A˄ ┐A) = è impossibile che una cosa sia e non sia allo stesso tempo e sotto il medesimo rispetto. → coincidenza degli opposti.
Nell’infinito c’è coincidenza degli opposto.
Prendiamo il diametro e l’arco di una circonferenza di un cerchio. La circonferenza è > del diametro. Sono due cose distinte, non si può parlare di coincidenza. Se però pensiamo ad un cerchio infinito la circonferenza può essere uguale al diametro. Infatti se aumentiamo il diametro aumenta la circonferenza e vediamo che l’arco di circonferenza tende ad avvicinarsi ad una retta. Quindi se lo aumentiamo all’infinito diventerà una retta → tra arco di circonferenza e diametro non c’è differenza. Ragionando all’infinito le differenze che percepiamo nel finito scompaiono.
Il secolo successivo sarà quello della rivoluzione astronomica. Da Aristotele con il De caelo fino al 1400 si è creduto al geocentrismo → universo finito. Cusano però ci dice che Dio è infinito e la totalità delle cose è infinita, ma così l’universo non ha più un centro → il geocentrismo cade. Possiamo quindi dire che Cusano ha preparato il terreno alla rivoluzione astronomica.

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