la scolastica

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LA SCOLASTICA

Con l’avvento del Cristianesimo la filosofia subisce una radicale modifica: se la filosofia antica era una ricerca libera e autonoma, la filosofia cristiana non deve piu` cercare la verita` perche` essa e` gia` data. Il compito del filosofo cristiano diventa allora quello di avvicinare l’uomo a Dio; e per fare questo viene utilizzato il patrimonio della filosofia greca. I primi sono i padri della chiesa, l’ultimo dei quali sara Agostino Da Icona, che riprendera` Platone. Nel medioevo si sviluppa invece la scolastica, che si propone di arrivare alle verita` cristiane utilizzando la “ratio”. I grandi problemi della scolastica sono: a) rapporto ragione fede, b) questione degli universali (i concetti esistono realmento o solo mentalmente). Il problema fondamentale della scolastica comunque e` quello di giungere a Dio in maniera razionale. Anselmo D’Osta ritiene che non ci possa essere contrasto tra ragione e fede perche` entrambe derivano da Dio. Egli elabora la prova antologica dell’esistenza di Dio secondo la quale poiche` noi possediamo il concetto di Dio, Dio esiste.
L’accordo ragione-fede e` sostenuto da Tommaso D’Aquino che riprende la filosofia aristotelica e ritiene che e` possibile giungere razionalmente a dimostrare l’esistenza di Dio. Tommaso pensa che la fede sia indispensabile per arrivare a Dio, ma che la ragione possa aiutarla dimostrando i suoi preamboli. La filosofia diviene cosi` ancella della teologia. La scolastica verra` conclusa nel 1300 da Guglielmo D’ockham, un filosofo inglese che afferma che l’accordo tra verita` rivelata e verita` filosofica e` impossibile e dichiara insolubile il problema fondamentale della scolastica. Egli e` il fondatore dell’empirismo moderno: l’uomo puo’ conoscere soltanto cio` di cui fa esperienza, percio` deve impegnarsi nella fisica, mentre qualsiasi realta` che trascenda l’esperienza non e` conoscibile. Col suo “principio di economia” (rasoio di Ockham) egli nega: la sostanza, il principio di causa - effetto, la causa finale. Ockam e` un “empirista” e ritiene che la natura sia il campo della conoscenza umana. Egli contesta la fisica aristotelica.

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