La logica aristotelica

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia
Download:272
Data:09.02.2001
Numero di pagine:5
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
logica-aristotelica_1.zip (Dimensione: 6.26 Kb)
trucheck.it_la-logica-aristotelica.doc     30 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Logica aristotelica.

Considerato il primo sistematico studioso di queste discipline, Aristotele fu in realtà anticipato dagli studi dei Sofisti sul linguaggio e sulla sua funzione cooscitiva e retorica.
Analogamente, anche Socrate (problema delle definizioni) e i Socratici minori (ad esempio i Megarici) si erano occupati del problema della correttezza argomentativa del linguaggio e del ragionamento in genere.
Infine, di problemi linguistici e “logici” si era in qualche modo occupato anche Platone (ad esempio sul Critia e nei dialoghi della maturità), nel tentativo di delineare come sorta di “gerarchia” tra le divine idee iperuranie, le relazioni delle quali debbono indubbiamente guidare la mente nel ragionamento scientifico che indaga le eterne strutture che fanno da “modello” alla realtà sensibile.

Nella filosofia aristotelica, tuttavia, questo genere di studi assumono ben altra importanza, ed è solo con questo filosofo cha la “Logica” diventa una vera e propria disciplina autonoma concernente lo studio delle forme del ragionamento dimostrativo e delle parti del discorso scientifico .

Per la verità il termine “logica” non appartiene ad Aristotele, che designava questa parte della sua filosofia con il termine di “Analitica” . Tuttavia, introdotto nell’uso dei filosofi stoici, il termine “Logica” fu utilizzato dal grammatico Andronico da Rodi nell’ordinare gli scritti aristorelici di quest’argomento.
Talvolta per designare questo gruppo di scritti si usa anche il termine complessivo di “Organon” , il quale si riferisce alla logica come all’organo o allo strumento generale da utilizzare nella conoscenza e nella comprensione razionale della realtà…

Tuttavia, nell’impostazione aristotelica la LOGICA non è un semplice “strumento” conoscitivo, dato che le forme del ragionamento dimostrativo non sono per lui affatto slegate dalla struttura della realtà.
Ragionare correttamente significa infatti per Aristotele descrivere le strutture necessarie delle cose e dell’essere in generale.
Perciò, nella filosofia aristotelica la logica è necessariamente collegata alla Metafisica (la teoria dell’essere).
Per gli Stoici, invece, la correttezza del ragionamento è indipendente dalla sua verità, e dunque per essi la logica era una scienza puramente “formale” (riguardante solo le “forme” del discorso).
Per Aristotele la logica è una scienza SOSTANZIALE, in quanto riproduce appunto la struttura la struttura necessaria delle sostanze esistenti e dei loro reciproci rapporti.

Ovviamente, tutto questo non significa che i nostri discorsi riproducano sempre e automaticamente la verità delle cose.
Anzi, in genere le cose dette e pensate dagli uomini sono ben lontane dal corrispondere a verità, per cui, secondo Aristotele, il problema è di vedere quando i nostri discorsi e ragionamenti sono veri .
Ebbene, questo è appunto lo scopo generale dell’ANALITICA aristotelica.

Considerando dunque i vari ripi di discorsi possibili, Aristotele inizia dunque con un’esclusione :
non verranno presi in considerazione se non i discorsi (o ragionamenti) che descrivono la realtà.
Dunque, la logica aristotelica inizia con il solo esame degli ENUNCIATI DICHIARATIVI o APOFANICI , studiati nel “De Interpretazione” .
Di questi enunciati (tipo: “Socrate è un uomo”) viene perciò fornita una classificazione, per cui essi possono essere AFFERMATIVI, NEGATIVI, UNIVERSALI E PARTICOLARI.
Con la classificazione può anche essere costruito uno schema che i logici medievali usavano per analizzare i vari rapporti tra i diversi tipi di enunciati, chiamato “Quadrato degli opposti” (vedi Abbagnano).
In sostanza, il quadrato serve ad identificare le affermazioni non compatibili di essere connesse in un unico discorso second il principio di non contraddizione (se A è A, non può essere B) o del terzo escluso (se A e B sono uguali e C è diverso da B, allora anche A è diverso da C).

Questi principi logici sono in pratica i FONDAMENTI di tutta la logica aristotelica, che in particolare studia come gli enunciati si possono unire tra loro in un discorso dimostrativo o ragionamento che Aristotele chiama SILLOGISMO.
Un “sillogismo” è infatti un insieme di affermazioni collegate tra di loro in modo che “da premesse certe ed indubitabili” consegua necessariamente una certa affermazione.

Ogni uomo è mortale
Socrate è un uomo
Quindi socrate è mortale
Enunciato dichiatativo universale affermativo
Enunciato dichiarativo particolare affermativo
Enunciato dichiarativo particolare affermativo
Premessa maggiore
Premessa minore
Conclusione.

Come si vede, ogni sillogismo è formato essenzialmente da DUE PREMESSE e da una CONCLUSIONE .
Termine medio si chiama invece il concetto che consente la necessità della conclusione (Nell’esempio è il concetto di MORTALITA’ , comune ad ogni uomo e a Socrate).

Ebbene, l’esempio riportato non è l’unico, in quanto sono possobili MOLTE DIVERSE SPECIE DI SILLOGISMO a seconda delle caratteristiche delle premesse (universali, particolari, affermative e negative) e del loro modo di essere collegate.
Tuttavia, Aristotele distingue due tipi essenziali di sillogismo:
Il sillogismo deduttivo che partendo da premesse che “contengono” già la conclusione, consente di dimostrare NECESSARIAMENTE un’altra verità (è il sillogismo dell’esempio precedente). Esso va dall’universale al particolare.
Il sillogismo induttivo che partendo da casi particolari, cerca di arrivare ad una conclusione universalmente valida. (Esempio:L’uomo, il cavallo e il mulo sono longevi; l’uomo, il cavallo e il mulo hanno la bile; quindi TUTTI gli animali che hanno la bile sono longevi!).

Ebbene, per Aristotele è veramente valido solo il RAGIONAMENTO DEDUTTIVO , che parte da verità universali per arrivare a conclusioni particolari .
Il ragionamento “induttivo”, infatti, non è mai certo, in quanto le sue affermazioni sono dimostrabili solo dopo aver considerato TUTTI i casi (il che è impossibile!).
Invece, il ragionamento deduttivo , in quanto parte da principi generali già individuati dalla filosofia come i veri fondamenti delle cose, consente dimostrazioni sempre CERTE e INDUBITABILI se certi e indubitabili sono i principi posti alla base delle premesse.
Dunque, come si vede, il problema della validità logica del ragionamento è per Aristotele un problema di CERTEZZA METAFISICA SULLE PROPRIETA’ DELLE COSE, ovvero un problema di CONOSCENZA DELLA STRURRURA NECESSARIA DELL’ESSERE.

Come si è detto, del sillogismo deduttivo possono comunque essere date diverse forme e combinazioni.
Aristotele ne enumera ben 14 forme valide (ma le combinazioni possibili sono ben 256, la maggior parte delle quali prive di effettiva validità logica).
Tuttavia, il modello perfetto di sillogismo deduttivo è solo quello dell’esempio precedente, che va dall’universale (tutti gli uomini sono mortali) al particolare (Socrate è uomo; Socrate è quindi mortale) in modo coerente e lineare.
Solo questo sillogismo è veramente degno della dimostrazione scientifica per Aristotele.

In conclusione: Aristotele ha dunque studiato le varie forme di ragionamento dimostrativo possibile ed ha concluso che solo il SILLOGISMO DEDUTTIVO è veramente degno dell'argomentazione razionale.
Tuttavia la verità dell’argomentazione dipende dalla filosofia e dalla metafisoca come capacità di individuare le strutture UNIVERSALI e NECESSARIE delle cose, delle quali dipendono le conclusioni particolari.
Quindi, in Aristotele la LOGICA dipende dalla METAFISICA, e non è affatto scienza indipendente da quest’ultima.

Infine, da Aristotele si ebbe anche uno studio delle forme non scientifiche del discorso, come la dialettica e la retorica , da lui considerate non “scientifiche” .
Per quanto importanti, su questi aspetti delle ricerche aristoteliche in genere non ci si sofferma, in quanto effettivamente cadono fuori dall’ambito strettamente dimostrativo delle logica .

Esempio