Il concetto di possibilità in Kieerkegard

Materie:Riassunto
Categoria:Filosofia
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Testo

LA POSSIBILITA’
L’esistenza dell’individuo si svolge in un campo di scelte,di decisioni fra diverse alternative possibili.Proprio la possibilità,non la necessità,caratterizza il modo d’essere umano. La possibilità è temporalità,una perenne instabilità del vivere.Pone l’individuo dinanzi ad alternative drastiche che lo paralizzano e lo gettano nell’angoscia.Lo stesso esistere è “ex-sistere”,un emergere-da,un porsi-da,cioè emergere dal nulla.Tale alternativa all’individuo si pone non tanto come possibilità di essere o di fare,quanto come possibilità del nulla,come la possibilità di non-essere.Il possibile resta sempre tale e così il passoto non diviene necessario per il fatto di essersi realizzato. Possibilità non è soltanto possibilità di essere ma anche di non-essere,di annientamento.Essa quindi si accompagna con l’angoscia,come possibilità immanente del nulla.Se il timore è paura di qualcosa di determinato,che può dissolversi con il venier meno della cosa che lo causa,l’angoscia è il puro sentimento del possibile connesso con l’avvenire.Essa è connessa ala possibilità di peccare o alla possibilità di potere.Angoscia è la situazione nella quale si trova Adamo prima del peccato originale.Con la sua scelta il senso del peccato è entrato nella sfera dell’esistenza.
Con l’angoscia e con la disperazione K.analizza il negativo della libertà:la possibilità che sta nella libertà umana di perdersi.L’ Io è un rapporto,è il rapportarsi con se stesso,esso quindi può volere o non volere se stesso. Volendo se,sceglierebbe la propria finitezza e insufficienza,senza mai avere riposo e tranquillità. Volendo non essere se stesso sceglierebbe una vera e propria impossibilità:
ebbene in ciò consiste la disperazione,la malattia mortale del Singolo,una malattia con la quale il Singolo prende coscienza che non riesce a vivere con se stesso.E’ disperazione di se non di qualcosa. Proprio nella stretta disperazione si apre la via della Grazia divina,della possibilità di salvezza dell’individo.Il culmine della disperazione è rigiutare l’aiuto di Dio,perché vuole esserne liberato,per timore di perdere la propria libertà.Il contrario della disperazione è la fede:è un momento di rivoluzione profonda e radicale che capovolge l’esistenza umana.Ad aprire la possibilità dela fede c’è l’Incarnazione che per K. È l’assurdo:Dio che è eternità ed immutabilità,entra nel tempo,si fa storia.Si tratta quindi di un Esistenzialismo Religioso

3 STADI DELL’ESISTENZA
L’esistenza umana si colloca al di la del pensiero in quanto opera soprattutto in campo pratico,si fonde su un impegno esistenziale,su una continua scelta tra le tante possibili.
Il primo stadio è quello estetico:esteta è colui che decide di vivere poeticamente,di vivere nell’immaginazione,come in uno stato di ebbrezza nel quale egli cerca di cogliere tutto ciò che appare bello e interessante.Il modello dell’esteta è Don Giovanni,che sa cercare e godere ciò che le occasioni gli offrono.Don Giovanni è il desiderio,è l’energia del desiderio sensuale.Egli è un seduttore che ama tutte le donne,gode dell’appagamento del desiderio ma subito dopo cerca un nuovo oggetto.C’è però un limite:la noia che lo assale,il senso anche inconsapevole dell’insufficienza di tale vita,l’oscura percezione che esiste un'altra dimensione del vivere.La vita da esteta cerca così il suo superamento,la sua crisi è la crisi stessa del finito,è disperazione al di la del’apparenza
L’esteta sceglie quindi la disperazione,è un assunzione di responsabilità,e come tale rappresenta un rovesciamento della propria esistenza: è un passaggio alla stadio etico. Questo stadio rappresenta il modello borghese di vivere:lavoro,matrimonio,figli.Ci si trova davanti ad un marito tutto dedito alla famiglia e al lavoro non più un seduttore.A segnare questo stasio è la ripetizione,il rinnovare quotidianamente le proprie scelte.Il marito,adempiendo i suoi doveri presso il lavoro e i familiari,sacrifica l’individualità in nome di un’universalità etica.Tuttavia nonostante questo spirito di convenzionalità, resta nella coscienza dell’individuo, il senso di un’iriducibile tendenza al peccato.Il marito diviene così cosciente dell’impossibilità di conseguire uno stabile equilibrio all’interno della famiglia e il senso profondo della propria colpa si traforma in pentimento.
Il pentimento apre il passaggio dallo stato etico a quello religioso.La via della religione è aspra e tormentata,è dramma,ricerca ansiosa di Dio attraverso una disperazione radicale.Il dramma dell’individuo si svolge nella sua interiorità:la fede è un fatto personale,un’esperienza solitaria,rapporto immediato e diretto di comunicazione fra Dio e l’uomo.Esso avviene nel tempo,nell’istante ,non nella storia.La scelta che l’individuo fa di Dio è scelta dell’Assoluto.
La fede è salto che si compie nel timore e tremore,nella conapevoleza del rischio che accompagna la decisione ultima del credere perché anche in essa nulla è garantito.Modello esemplare di questa essenza della fede è Abramo,il personaggio biblico.La fede è quindi prova,che si pone al di la del Generale,cioè delle norme etiche della società:la fede è la sospensione dell’etica.La fede così di afferma come solitudine dell’uomo davanti a Dio e nello stesso tempo come paradosso,scandalo. E’ contrapposizione al mondo,all’eticità mondana e storica che Hegel aveva celebrato.

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