I sofisti

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Testo

03/02/2009

►In generale
Il termine sofista deriva dalla parola sophia e significa sapiente. La sofistica si sviluppa durante la democrazia di Pericle ad Atene nel V sec e i suoi principali esponenti sono gorgia e protagora. Essi fanno parte della prima generazione di sofisti ma vengono criticati aspramente da Platone e vengono accusati di mercificare il sapere e quindi di svilirlo. I sofisti non studiano più l’ontologia oppure la cosmologia ma l’antropologia, cioè tutte le attività che riguardano l’uomo. Per esempio i problemi etici, politici e il linguaggio.
Il contesto in cui si sviluppa la sofistica è molto importante perchè la democrazia prevede che le opinioni si costruiscano grazie al dialogo.
Nella visione arcaica la virtù cioè l’aretè discendeva dalla nascita ma secondo i sofisti, che erano molto anticonformisti, la virtù è una qualità che si acquisisce con il tempo. Diventa dunque fondamentale l’educazione cioè la paideia.
È molto importante anche la virtù politica intesa come rispetto degli altri che permette di vivere in modo civile, la capacità di vivere insieme. Coloro che non si interessano alla vita politica sono considerati inutili nella società.
►Il mito della virtù politica
A questo proposito esiste un mito in cui viene raccontata la storia della virtù politica. Prometeo e epimeteo infatti sono incaricati di assegnare a tutti gli esseri viventi delle proprietà caratteristiche. Epimeteo, essendo un po’ stolto, dona a tutti qualche caratteristica tranne all’unico animale dotato di ragione cioè l’uomo. Prometeo invece gli regala il fuoco cioè la capacità di costruire. Gli uomini però non sono in grado di vivere pacificamente perché non possiedono il senso della giustizia e zeus incarica Ermes di regalare loro la virtù politica. Zeus spiega inoltre che questa qualità, a differenza delle altre, dev’essere distribuita a tutti allo stesso modo per permettere una convivenza civile.
. Essi studiano il relativismo :
• Gnoseologico : I sofisti sostengono che non esiste una verità assoluta ma tante verità condivise basate sul confronto.
• Etico : non esistono comportamenti giusti o sbagliati a priori, valori morali assoluti ma variabili.
• Culturale : gli usi e costumi delle varie civiltà sono molto diversi tra di loro ma ciò nono significa che siano per forza giusti o sbagliati.
► Protagora
È un filosofo che appartiene alla prima generazione dei sofisti. Nasce ad abdera, compie diversi viaggi e soggiorna per molto tempo ad Atene. Egli passa alla storia per la frase “ l’uomo è la misura di tutte le cose. Di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono”. Con questa affermazione protagora intende dire che tutti i valori rimandano all’umano e non al divino. È l’uomo dunque a dare un significa e un valore alle cose,che pertanto non sono viste in sé stesse. Il filosofo inoltre parla di agnosticismo religioso.
L’uomo è visto come:
• Singolo soggetto conoscente: dato che ognuno percepisce la realtà esterna in modo diverso.
• Specie: perché ci rapportiamo in modo diverso rispetto alle altre specie.
• Comunità: i costumi delle varie comunità sono diversi ma non per questo esiste qualcosa di giusto o sbagliato in assoluto.
Per riuscire ad analizzare la realtà esiste il concetto dell’utile. Deve essere utile all’individuo cosi come alla comunità, e si trova attraverso il dialogo e il confronto. La definizione delle cose però cambia ogni volta che si discute quindi il concetto dell’utile è molto debole.
Secondo protagora il linguaggio è fondamentale. In una società antidogmatica in cui non esiste una verità talmente forte da imporsi sulle altre, la retorica diventa fondamentale per persuadere l’ascoltatore e convincerlo delle proprie opinioni.
►Gorgia
Gorgia è originario della Sicilia e soggiorna per molto tempo ad Atene. Egli appartiene alla prima generazione dei sofisti e porta a estreme conseguenze il relativismo fino ad arrivare cioè all’agnosticismo, vale a dire alla prospettiva teorica che nega la possibilità conoscitiva dell’uomo. Protagora aveva parlato soltanto di agnosticismo religioso.
Nell’opera “della natura” gorgia sostiene 3 tesi: l’essere non è, se anche fosse non sarebbe conoscibile, se anche fosse conoscibile non sarebbe comunicabile. Con queste affermazioni si contrappone nettamente alle tesi di parmenide, secondo cui l’essere esiste, è comunicabile e conoscibile. Perviene a queste tesi attraverso una dimostrazione per assurdo, accusata di essere soltanto abilità retorica.
Se qualcosa fosse dovrebbe essere:
1. essere
2. non essere
3. combinazione di essere e non essere
1- se l’essere fosse dovrebbe essere
♣eterno
♠generato
♦eterno e generato insieme
♣ non è un principio, è infinito, non è in nessun luogo quindi non esiste
♠dovrebbe nascere dall’essere o dal non essere (ma non esistono entrambi)
♦sintesi delle due precedenti
L’essere dunque non può essere in alcun modo e quindi l’essere non è.
Gorgia intende dire che noi non possiamo comprendere, conoscere e comunicare la struttura ontologica della realtà. Afferma inoltre che il linguaggio è fatto di parole che non rispecchiano la realtà che descrivono ma che sono un potente strumento di controllo.
Secondo gorgia non esiste alcuna verità soggettiva e nessun criterio di scelta, ha tutto lo stesso valore. Il linguaggio assume allora una grande importanza perché chi è più bravo a parlare può convincere gli altri delle sue opinioni. La retorica è uno strumento di costruzione della verità. Gli effetti del discorso suscitano infinite sensazioni e gorgia paragona la parola a un farmaco.
Il discorso ha 2 funzioni:
1- distruttiva cioè confutare le tesi dell’avversario
2- costruttiva cioè persuadere l’ascoltatore della validità delle proprie tesi.
► Il contrasto tra nomos e physis
Il physis rappresenta la legge di natura ed è universale mentre il nomos è convenzionale dato che è l’insieme delle leggi, abitudini, e costumi che varia in ogni società ed è stabilita dal potere politico.
Molti filosofi hanno proposto soluzioni diverse a questo problema.
☼ Ippia sostiene che la legge di natura esprime uguaglianza mentre il nomos introduce disuguaglianza tra le persone. Coloro che sono molto colti infatti si distinguono dalle altre persone della comunità e non dipendono più dagli altri.
☼ Antifonte così come Ippia sostiene che tutti gli uomini siano uguali grazie alla legge di natura, ma proprio per questo nascono dei contrasti perché tutti desiderano le stesse cose. Si introduce cosi la legge positiva che cerca di diminuire i conflitti ma che limita i diritti naturali del singolo individuo.
☼ Callicle, non si sa se sia davvero esistito, afferma che la legge di natura non esprime uguaglianza. Infatti, esistono i forti e i deboli, e quindi per natura è giusto che i primi sottomettano i secondi. I più deboli hanno inventato la legge positiva, che esprime uguaglianza, per tutelarsi dai più forti. In questo modo si rovesciano i rapporti naturali.
☼ Trasimaco predilige la disuguaglianza e sostiene che la legge positiva sia stata creata dai forti per controllare i deboli. In questo modo i forti prevalgono sia in natura che nella legge positiva.
☼ Crizia sostiene che la religione sia un mezzo di controllo sociale. I potenti dunque attraverso questo strumento controllano il popolo e lo spaventano. Secondo crizia è giusto che la religione venga usata così.
►Socrate
Socrate nasce ad Atene ed è figlio di uno scultore e una levatrice. Viene accusato da 3 uomini del partito democratico di essere un pericolo per la società ateniese: infatti essi pensavano che corrompesse i giovani e che non riconoscesse la religione tradizionale. Viene processato e condannato a bere del veleno. In questo modo Socrate è passato alla storia come martire della libertà perché pur di sostenere le sue tesi ha accettato la morte.
Socrate sceglie di non scrivere nessun’opera perché considera che la scrittura non sia un mezzo adatto per rendere la ricerca filosofica. Quindi la scrittura ci rende solo l’apparenza del sapere. Le più importanti testimonianze indirette per ricostruire il pensiero di Socrate sono: Platone, il suo discepolo più importante che scrive usando un discorso indiretto dato che si avvicina di più alla dimensione orale, aristofane, Senofonte e Aristotele.
→ Platone: nell’opera “apologia di Socrate” ricostruisce e suo processo e la sua difesa fatta dopo l’accusa. Inizialmente le idee di Socrate sono comuni a quelle di Platone, ma pian piano cambiano fino a diventare del tutto diverse.
→ aristofane: è un commediografo che nell’opera “le nuvole” ritrae Socrate presentandolo in modo diverso dagli altri filosofi.
→Senofonte: traccia solo superficialmente la biografia di Socrate.
→Aristotele: allievo di Platone ci dà informazione sugli autori precedenti.
Socrate è l’inventore del ragionamento induttivo cioè di un concetto che parte dal particolare per arrivare all’universale. Egli inizia una ricerca filosofica partendo da sé stesso e scopre che è sapiente colui che si rende conto dei suoi limiti perché in questo modo è spronato a imparare. Cerca di verificare la conoscenza di diversi sapienti dell’epoca utilizzando l’ironia. Socrate, infatti, inizialmente finge di ammirare la sapienza dei suoi avversari per poi dimostrare che in realtà le loro conoscenze sono inconsistenti o errate. L’interlocutore passa dunque dalla convinzione di sapere a quella di non sapere nulla. Socrate sottopone spesso la domande “che cos’è” perché egli cerca la definizione universale. In realtà l’interlocutore risponde con degli esempi e Socrate continua la sua ricerca della definizione chiedendo precisazioni sempre più puntuali. Per egli è più importante il processo di ricerca che il prodotto finale. In questo modo si paragona ad una levatrice perché così come l’ostetrica fa partorire le donne, Socrate riesce a far emergere la verità che la persona ha dentro di sé. Il dialogo dunque consiste in 2 fasi: l’ironia e la maieutica.
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Esempio