Herber Spencer

Materie:Appunti
Categoria:Filosofia

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Testo

HERBERT SPENCER [1820-1903]
Spencer nell’opera “l’inconoscibile”, tende a dimostrare l’inaccessibilità della raltà ultima e assoluta, ma nello stesso tempo viene fatta servire da Spencer a dimostrare la possibilità di un incontro e di una conciliazione tra religione e la scienza.
Infatti sia la scienza che la religione sono basate nella realtà del mistero. La religione attraverso lo sviluppo il mistero viene sempre meglio riconosciuto come tale; ma la scienza la scienza urta il mistero in cui la natura ultima della realtà è avvolta. Le idee scientifiche (spaio, tempo ecc.) sono tutte rappresentative di una realtà che non può essere compresa.
Ciò accade perché la nostra conoscenza è chiusa dai limiti del relativo, ma il progresso consiste nel rinchiudere verità generali in verità generali sempre più ampie , fino ad arrivare ad una verità che non è comprensibile. Spencer ammette le tesi di Hamilton e Mansel (quelle della relatività della conoscenza) ma concepisce l’assoluto come la forza misteriosa che si manifesta in tutti i fenomeni naturali.
I compiti che Spencer da alla scienza e alla religione sono: alla religione → richiamare l’uomo al mistero, alla scienza → estendere incessantemente la conoscenza dei fenomeni; questa è la conciliazione tra scienza e religione.
Per Spencer dicendo che la scienza è limitata al fenomeno non significa che essa sia confinata nell’apparenza, ma piuttosto che il fenomeno è la manifestazione dell’inconoscibile. Questa ipotetica corrispondenza tra l’inconoscibile e il suo fenomeno si chiama “realismo trasfigurato”

LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE
Il ruolo che Spencer attribuisce alla filosofia è la conoscenza nel suo più alto grado di generalità; è il prodotto finale di quel processo che comincia con la raccolta delle osservazioni e termina con le preposizioni universali.
Da ciò le filosofia deve assumer dei punti generali che sono:
* Indistruttibilità della materia
* La continuità del movimento
* La persistenza della forza
* La legge de ritmo (l’elevarsi e la caduta nello sviluppo di tutti i fenomeni)
Tutti questi principi si riuniscono nella teoria dell’evoluzione.
La prima determinazione dell’evoluzione è che essa è un passaggio da una forma meno coerente a una forma più coerente; il passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo; infine dall’indefinito al definito.
La definizione globale che da Spencer dell’evoluzione è: l’integrazione di materia e una concomitante dissipazione di movimento.
L’evoluzione è un processo necessario e ottimistico.
BIOLOGIA. PSCIOLOGIA E TEORIA DELL’EVOLUZIONE
Per Spencer la biologia è lo studio dell’evoluzione dei fenomeni organici e della sua causa. Si ha dunque un adattamento della vita. Spencer sostiene la tesi di Lamarck della funzione che crea l’organo ma sostiene anche la teoria dell’darwiniana della selezione naturale.
La conoscenza è uno stadio di questo adattamento, per lui la conoscenza presuppone un’unità, una forza originaria.
La psicologia si suddivide in oggettiva [studia i fenomeni psichici nello substarto materiale] e soggettiva [fondata sull’introspezione].
SOCIOLOGIA E POLITICA
Per Spencer la sociologia deve limitarsi al compito puramente descrittivo dello sviluppo della società umana sino al punto in cui esso è giunto finora. Il compito di trovare le mete e gli ideali è affidato alla morale; cosi che morale e sociologia vengono separate.
Questa sociologia è orientata verso l’individualismo e quindi verso la difesa di tutte le libertà individuali (a differenza di Comte). Spencer vede lo sviluppo sociale lento abbandonato alla forza spontanea che lo presiede e lo muove verso il progresso.
L’ETICA EVOLUZIONISTICA
L’etica spenceriana è un’etica BIOLOGICA che ha per oggetto la condotta dell’uomo, cioè l’adattamento progressivo dell’uomo stesso alle suo condizioni di vita. Questo adattamento implica una crescente intensità che si intenderà per felicità, La vita che si presenta nel suo complesso meglio adatta alle sue condizioni è anche la vita più felice e piacevole. Dunque il bene si identifica con il piacere.
Il movente diretto della moralità è il dovere, l’evoluzione sociale fornisce all’individuo un numero elevato di esperienze morali che rimangono inscritte nell’individuo.
Questo “dovere” è u carattere acquisito dalle esperienze ripetute nelle generazioni.

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