Giordano Bruno

Materie:Appunti
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Testo

GIORDANO BRUNO

Nato nel 1548 a Nola, entrò piuttosto giovane (a 15 anni) nel convento dei domenicani a Napoli.
Ebbe notevoli problemi all’interno del convento, manifestò un’insofferenza radicale nei confronti della vita claustrale, era un ribelle.
Accusato di praticare riti magici, venne accusato e processato per la morte di un confratello, l’accusa si rivelerà poi falsa.
Lascia l’abito domenicano e comincia a girovagare nel nord Italia e poi in Europa.
A Ginevra, patria dei calvinisti e in Francia.
In Francia regnava Enrico III che prese a ben vedere Bruno. Giordano gli dedicò una delle sue opere più famose: “L’ombra delle idee”, che contiene una descrizione della mnemotecnica (arte, che risaliva ai romani, per ricordare lunghi discorsi).
Si reca in Inghilterra, entra in contrasto con gli ambienti accademici che seguivano la filosofia di Aristotele. Ad oxford va ad insegnare la teoria copernicana eliocentrica, si mette contro gli ambienti accademici.
Torna in Francia, poi si reca in Germania a Francoforte, compie un atto superficiale: accetta l’invito di un nobile veneziano che lo invita a Venezia per insegnarli l’arte della mnemotecnica. Una volta che lo riceve si rende conto che insegnava molte idee magiche, alchimistiche, idee che non erano conciliabili con il cristianesimo, lo denuncia, viene processato e non abiura le sue tesi, ma continua a sostenere le proprie idee.
1600 viene arso per eresia a Roma in Campo dei Fiori.
Voleva proporre un’idea religiosa del tutto personale.
Fu un vero e proprio mago rinascimentale, portò all’eccesso le conseguenze che secondo lui nei maghi erano appena accennate, porta all’eccesso le tesi magiche che erano inserite negli scritti ermetici (da Ermete, trasposizione del dio egiziano TOTH), contenevano l’influenza della religiosità egiziana basata sul sole, che Giordano Bruno interpreta come simbolo dell’intelletto.
Contenevano una concezione neoplatonica.

MAGIA DEGLI SCRITTI ERMETICI
FILOSOFIA NEOPLATONICA

Brama di immedesimarsi con la natura.
Distingue 2 modi con cui noi possiamo vedere Dio:

- mens super omnia (= mente sopra le cose) (l’UNO di Plotino)
- mens insita omnibus (= mente dentro le cose)

MENS SUPER OMNIA:
Dio è visto come la causa trascendente di tutto ciò che esiste, quindi Dio è inconoscibile, l’uomo non può arrivare a conoscerlo, guardando il mondo non puoi conoscere il suo autore.

MENS INSITA OMNIBUS:
Dio è concepito come una presenza dentro la realtà.

Per Plotino: UNO

NOUS (intelletto)

Per Bruno dall’uno deriva l’anima del mondo.
Dio è presente dentro la realtà, il mondo è una realtà animata, vivente.
L’anima del mondo possiede un intelletto datore di forma, ha un aspetto che si chiama intelletto che è colui che dà la forma alla materia.
La natura è fatta da materia + forma, la materia è un principio unico passivo.
La forma è Dio, un principio unico, attivo che assume tante specificazioni diverse.

Attributo dell’infinità del mondo: l’universo è infinito, perché in un universo finito non si potrebbe esplicare Dio.
Universo in cui sono contenuti innumerabili mondi.
L’universo è sferico e ha centro in ogni luogo, il centro dell’universo è nel sole, nell’intelletto, che porta a scoprire il divino in tutte le cose (eliocentrismo).
La religione va bene per gli ignoranti, gli intellettuali possono elevarsi alla verità.
Eroicofurore: ebbrezza di sentirsi riempiti di Dio, stato d’esasperazione del desiderio, dell’amore. Immedesimazione con la natura.

Esempio



  


  1. acunzo emilio

    ricerca storica e scientifica tema filosofia innativismo